Capitolo 30.

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È CONSIGLIATA LA LETTURA CON "DANCING WITH A STRANGER"SAM SMITH.
PER FAVORE LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE!

Paulo e Federico mi avevano portato i vestiti che avrei dovuto indossare per ritornare a casa.
Paulo aveva scelto uno skinny jeans ed una felpa verde acqua,mentre Federico un jeans largo e una felpa lilla.
Senza dubbio preferivo quello che aveva scelto Federico,i colori erano più differenti tra loro a differenza di quelli di Paulo.
Le scarpe erano le mie vans basse a scacchi,di cui non ricordavo l'esistenza,come nemmeno quella di quei vestiti.
Mia mamma precedentemente a loro mi aveva portato l'intimo,completamente bianco,non mi piaceva per nulla.
Mi vestì velocemente e poi sentì la porta aprirsi.
Valentina era sulla soglia della porta e mi guardava sorridendo.
«È così bello rivederti»disse abbracciandomi.
«L'ultima volta che ti ho visto non avevi questo pancione»dissi appoggiando le mani sopra.
Lei rise e annuì «sono due maschietti, avrei preferito una femmina, ma Miralem ne è entusiasta (lo so che è un uomo,ma la forma corretta è questa,ily) e se è felice lui,lo sono anche io.Ma lo sarei a prescindere»
«Massimiliano come l'ha presa?»
«Ti ricordi di lui?Beh all'inizio è stato un po' sconvolto, si è seduto sul divano e c'è rimasto per 10 minuti buoni, dopo ha abbracciato prima me e poi Mira e gli ha detto che ora doveva chiedermi la mano»
«E?»
Lei allungò la mano verso di me e mi mostrò l'anello compleanno argentato con un diamantino al centro.
Posai una mano sulla mia bocca e l'abbracciai.
«L'ho voluto scegliere semplice, poi quello a giugno sarà più stravagante»
«Ti sposi a giugno?»
Annui nuovamente e si sedette sul letto.
«Non mi ricordo di Miralem, ma sono contenta per voi»
«Allora il prima possibile lo rivedrai e cercheremo non dico di farti ricordare di lui, ma almeno di creare nuovi ricordi»
Creare nuovi ricordi di lui.
«Si,credo che sia una buona idea»
«Vieni qui, ti pettino i capelli»disse posando una mano di fianco a lei.

«Allora tu vai con Federico a casa, e noi andiamo a recuperare le tue cose a casa di Paulo»disse mia madre nel parcheggio.
Mi stavo reggendo alla spalla di Fede, mentre mi cingeva il fianco.
La gambe mi avevano cominciato a fare male,ma avevo insistito per non avere le stampelle.
Mi accorsi dello sguardo fisso di Paulo su di me e appena lo guardai, distolse lo sguardo.Che strano.
«Ci vediamo da Julia allora»disse Fede dirigendosi verso la sua macchina.
Aveva tagliato i capelli, erano quasi rasati se no fosse stato per il piccolo ciuffo che aveva lasciato.Si era fatto crescere anche un po' di barba e non gli stava niente male.
Portava una camicia di jeans con sopra un giubbino di pelle e dei pantaloni neri.
La camicia gli fasciava per bene il corpo atletico e la visione non mi dispiaceva.
Mi aprì lo sportello e mi fece sedere delicatamente.Mi irrigidì alla sensazione di essere in macchina,e a quello che sarebbe potuto succedere, di nuovo.
«Tutto bene?»mi chiese mettendo in moto.
Annui e deglutì il malloppo che mi si era creato in gola.
«Ho solo un po' di terrore nel ritornare in macchina»
«Tranquilla,non succederà nulla, l'ultima volta non è stata colpa tua ricordalo.L'uomo ha perso il controllo e ti è finito contro, tu stavi guidando in modo corretto»
«E se non fosse così? Se in realtà ero io quella che non stava guidando bene?»
«Impossibile i carabinieri hanno esaminato la scena e si vedono i segni delle ruote del camion che portano dritte alla tua auto, non è colpa tua, stai tranquilla»
«Probabilmente non riuscirò a guidare mai più»dissi giocherellando con le dita.
«Ci riuscirai e ti aiuterò io»disse posando una mano sulle mie.
Gli sorrisi e mi sporsi verso di lui appoggiando la testa sulla sua spalla.
All'inizio si irrigidì e trattene il respiro per poi sciogliersi.
«Cosa c'è?»
«Cosa?»
«Quando ho appoggiato la testa ti sei irrigidito»
«Ah,ecco è strano sentirti di nuovo così vicina»
Passai da guardargli gli occhi alla mascella serrata.
Tracciai con un dito dove la linea era più marcata e ridacchiò. «Sicura di stare bene?»disse parcheggiando dinanzi una casa dalle mura bianche con delle grandi finestre al piano inferiore.
«È casa mia?»dissi indicandola.
«Ora è tua, ma prima la condividevi con Valentina»disse aprendo il portone.
«Comunque si sto bene, perché?»
«Non mi hai mai dato tutte queste "attenzioni"»disse mimando tra le virgolette l'ultima parola.
Si tolse il giubbino e l'appese al attaccapanni, e la camicia segui il suo movimento mettendo in risalto gli addominali scoperti.
Deglutì e lo squadrai per bene.
Mi passò una mano dinanzi il viso e riportai l'attenzione sul suo volto.
«Scusa,stavo pensando»mentì
Lui annuì e poi mi guardò sorridendo per stringermi in un abbraccio «Se solo sapessi quanto mi sei mancata,ti venivo a parlare ogni giorno,a volte capitava che venivo più di una volta perché non ti avevo detto qualcosa di importante-disse passando una mano sul retro del suo collo-in quel momento hai conosciuto tutti i miei e segreti»

«...Appena ti risvegli voglio portati a cena fuori,mi manca vedere il sorriso sulle tue labbra,la tua risata e il tuo modo di prenderti gioco di me.Non puoi neanche capire come mi manchi,lì fuori faccio il duro,ma qui dentro ci siamo solo io e te e solo tu mi conosci davvero»posa le sue labbra sulla mia guancia e il mento sulla mia testa.
Vorrei tanto aprire gli occhi,ma per quanto mi sforzi, non ci riesco.

Riaprì gli occhi e gli lasciai un bacio sul collo,lui rabbrividì leggermente e sciolse l'abbraccio prendendo il mio viso tra le mani «Scusami»
Alzai un sopracciglio «per cos..»
Premette le sue labbra sulle mie e io ricambiai portano le sul retro del suo collo,picchiettò con la lingua sulle mie labbra e io gli diedi l'accesso

«Se non lo faccio potrei pentirmene per sempre»
«Fare co..»
Fui interrotta dalle sue labbra che si posarono sulle mie,e le sue mani che si appoggiarono sui miei fianchi.
Le nostre lingue si rincorrevano mentre la mia mano tirava la sua maglietta.
«Buon viaggio»disse per poi lasciarmi un bacio a fior di labbra.

Le sensazioni che avevo provato in quel ricordo non erano le stesse,ma non riuscivo a capire chi fosse quel ragazzo,non riuscivo a vedere il suo viso e la sua voce era ovattata.
Possibile che avevo baciato già Federico senza ricordarmene?
Si staccò lentamente dalle mie labbra e ne sentì la mancanza,guardò alle mie spalle e poi abbasso lo sguardo.
Mi girai e sulla soglia della mia porta c'era Paulo con uno scatolone tra le braccia e con un espressione che non riuscì a decifrare.
Appoggiò lo scatolone per terra e poi prese una chiave dalla tasca e la posò sul mobiletto vicino l'entrata.
«È la chiave di casa, me l'avevi data tempo fa ma non credo mi serva più»disse con voce spezzata.
Guardò Federico dietro di me e scosse la testa «vado a prendere gli altri due scatoloni e poi vado a casa, i tuoi genitori si sono fermati a fare spesa e tua mamma mi ha detto di dirti che faranno tardi per colpa dei gemelli»disse per poi uscire.
Mi morsi il labbro pensando ai suoi occhi lucidi e alla sua voce spezzata,per quanto non mi ricordassi di lui e della nostra storia,non credo che fosse solito avere un espressione del genere in volto.
«Aspettami qui»dissi a Federico.
Uscì fuori e chiusi la porta,non riuscivo a camminare più di tanto e dovevo appoggiarmi prima che la gamba mi cedesse.
«Entra dentro Julia»disse appoggiando lo scatolone a terra.
«Io...mi dispiace»
«Non devi dispiacerti per nulla, l'unico che deve dispiacersi sono io che ho creduto davvero che ti avrei potuto far ricordare di me-disse buttando ai miei piedi un album-se vuoi guardalo, ma non ti consiglio di farlo insieme a Federico»
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Please,don't hate me❤️
Cosa ne pensate di questo capitolo?
E di quello che ha fatto Julia? (io e parentesiquadrate abbiamo dei problemini a pronunciare il suo nome,ma stiamo facendo delle esercitazione😂)
Ma soprattutto,cosa farà Paulo?Vorreste il suo punto di vista?

Solo un pò del tuo cuore- Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora