Capitolo 5

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<<Valerio, qualcuno ci sta facendo del male. Ti assicuro che quel disegno c'era.>>

<<Dana mi sto stancando.Io questo disegno non l'ho mai visto, mai. E ti ricordo che Lucrezia disse di non aver mai disegnato quello che tu sostenevi di aver visto.>>

Dopo tutto quello che ha passato in dieci anni per colpa loro, continua a non credermi. Non so proprio come riuscire a farmi credere da lui. Ma io mi crederei? Se Valerio entrasse in casa convinto di aver visto qualcosa che dieci anni fa avrebbe buttato e che io non ho mai visto, gli crederei? Non lo so.Ammetto che questa storia fa acqua da tutte le parti e a volte mi  sembra di impazzire, ma io so che sto dicendo la verità e da ieri,da quando ho visto qualcuno osservarmi, mi è venuto un dubbio. Un dubbio atroce che però non posso dire, non posso nemmeno pensare.

Valerio si alza, prende la giacca e mi guarda:<<Vado a lavoro. Dana, ti prego, non voglio più sentir parlare di questo disegno e nemmeno di Lucrezia. Mia figlia è morta, capisci? È una cosa che nessun genitore potrà mai superare. Per favore, basta infangarla. Se tieni a noi, basta.>>

Non mi dà modo di replicare ed esce di casa.


Ho messo a soqquadro la casa.Non me ne frega niente di quello che penserà quando tornerà, avevo bisogno di dimostrare a lui, ma anche a me stessa che quel disegno esiste. Peccato, però, che non ho trovato quello che cercavo. Quando finisco di rimettere a posto sono quasi le otto di sera: guardo il cellulare, ho tre messaggi da mio fratello e cinque di Laura che mi dice se ho risolto con quello che credevo di aver visto. Le rispondo che stanno succedendo cose strane e che poi la chiamerò per spiegarle meglio. Mi affaccio alla finestra e vedo la titolare del pub che mi fa cenno con la mano: ricambio il saluto, poi sposto lo sguardo sul palazzo di fronte. La luce è accesa nella stanza dove ho visto la figura, potrei scendere e andare a bussare ad ogni porta, ma che cosa potrei inventarmi? Sembrerei una pazza e da come la titolare del pub continua a guardarmi, credo già di esserlo. Dovevo iniziare a lavorare questa settimana, ma non me la sono sentita, così inizierò lunedì prossimo. Non sembravano troppo sorpresi, ma tant'è.

Continuo a guardare la luce accesa, poi mi balena in testa un'idea: questo quartiere è gestito interamente dalla mia agenzia immobiliare quindi potrei chiedere informazioni, anche se dubito che l'agente me le dia. Ma non mi importa, tentar non nuoce.

<<Dana! Allora, ti sei calmata?>> Da come parla inizio a credere che Valerio gli abbia detto qualcosa, ma faccio finta di nulla.

<<Volevo solo aggiornarti.>> So che non mi dirà nulla se faccio una domanda diretta, così gioco d'astuzia:<<Credo di aver capito cosa sta succedendo.>>

<<Ah sì?>>

La sua voce è scettica, ma non mi importa e vado avanti:<<Il fatto è che nel palazzo davanti al mio c'è un uomo che continua a guardarmi.. proprio la finestra di fronte. È sempre accesa e vedo sempre qualcuno che mi fissa.Insomma, volevo avvertirti che credo che chiamerò la polizia.>>

Come speravo lei cerca subito di dissuadermi:<<Polizia? No, no, no, no. Assolutamente no. Quelle case le affitto io.>>

<<Davvero? >>

<<Certo, l'ho detto per email a Valerio. Forse non te lo ha detto.>>

<<Oh, non mi ricordo.Comunque cosa mi consigli di fare, allora? Insomma vedo una figura che mi guarda sempre alla stessa ora, alla stessa finestra.>>

<<Quale finestra hai detto che è?>>

Ha abboccato. Vorrei urlare di gioia:<<Al primo piano, è proprio davanti alla mia. Posso scorgere un'ombra ma non il viso.>>

<<Cosa ti fa credere che sia un uomo?>>

Cazzo, è un osso duro.

<<Beh, il fatto che mi perseguiti in questo modo. A volte mi capita di passare in mutande elui è lì appostato.>>

<<Non è un uomo. Quella casa è affittata ad una studentessa di Londra.>>

<<Ah.>> Dico.<<Magari è gay.>>

<<Non so e non mi interessa. Dana, senti, non chiamare la polizia ok? Evidentemente Erin ha una vita noiosa e..>>

<<Erin?>>

<<La ragazza del 3C. Cazzo, non dovevo darti queste info. Fai finta di niente ok? Se continua ad infastidirti chiama me, ci penso io. Ora scusa ma sto staccando e devo andare da mia madre.>>

Attacca il telefono e io sorrido compiaciuta: ora devo solo capire chi è questa Erin.

58 Rennie RoadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora