Capitolo 24

1 0 0
                                    


I gatti corrono in cucina ed io mi tranquillizzo. Non voglio che faccia male a delle povere bestie indifese. Si avvicina e mi accorgo che tiene un coltello in mano, uno simile a quello che ha usato per sgozzare la sua ragazza.

<<Siediti.>> Mi indica il divano con il coltello e la lama scintilla al sole. Sembra che l'abbia appena lucidata.

<<Jennifer.>>

<<Sì, sono io. Vuoi ripeterlo ancora? Cristo santo, sei pallosa.>>

<<Non ti riconosco più.Da bambina eri così dolce, mi volevi bene.>>

<<Certo, eri tutto quello che non era mia madre. Strano eh? Tu non hai figli eppure.. eri così..così materna.>> Agita le mani e il coltello svolazza così vicino a me che ho l'istinto di indietreggiare, ma non voglio farle capire che ho paura.

<<Poi hai fatto sparire mia sorella e tutto è cambiato.>>

<<Come fai a saperlo?>>

<<Quell'idiota ha dimenticato il diario a casa o forse ce lo ha lasciato di proposito,chissà. Era talmente subdola.>> Si interrompe alzando gli occhi al cielo con aria sognante, poi prosegue:<<L'ho trovato qualche mese fa. Ho letto tutto. Che tu l'avresti aiutata a scappare,che era incinta..all'inizio quando è scomparsa ero sollevata.Insomma, sentirmi dire che ero cretina tutti i giorni non era bello e mamma non prendeva certo le mie difese. Però più avanti mi sono resa conto di quanto mi mancasse. Sai, la sera si metteva nel letto con me e mi diceva che si sarebbe presa cura di me per sempre, perchè tanto tu non ci volevi davvero. Lo facevi per papà, certo. Ma in fondo non eri nostra madre. Mi stringeva la mano e mi diceva che ero la sua sorellina adorata. Da una parte non le credevo, tu eri così buona. Ma poi dopo che ci hanno detto che era morta, dopo che ve ne siete andati senza dire nulla, ho capito che aveva ragione. Lei non c'era più, la mamma mi ignorava, voi ve ne eravate andati...ero sola.>>

<<E così hai architettatola tua vendetta.>>

<<Già.>> Si siede vicino a me e devo cercare con tutta me stessa di non guardare quel coltello.

<<Non capisco, però. Come hai saputo che eravamo in Scozia?>>

<<Oh. È stato facilissimo. Veramente. Vi ho cercato su Facebook, ma vi eravate cancellati. Così ho cercato tua sorella e con qualche gioco d'astuzia ho scoperto dove abitavi.>>

<<Mia sorella ti ha detto dove eravamo?>>

<<Oh, no. Non sono così stupida da chiedere a tua sorella. Mi sono appostata fuori dal tuo palazzo e ho aspettato che la tua cara mammina uscisse di casa. L'ho vista sulle foto di Facebook.>>

Serro il pugno, devo stare calma.

<<Quando l'ho vista tornare a casa con le buste della spesa, mi sono offerta di portargliele almeno fino al pianerottolo e così mi ha ospitato in casa. Abbiamo preso un caffè e le ho fatto qualche domanda. Nessuno dei tuoi mi conosceva fisicamente, quindi è stato un gioco da ragazzi. La tua cara mamma ha iniziato a lamentarsi dei figli che non vengono a trovarla e così le ho chiesto dove eravate. Mi ha parlato per un quarto d'ora della tua sorella più grande, giuro che volevo morire. Poi finalmente è arrivata a te, mi ha detto che eravate in Scozia e mi ha fatto vedere la cartolina che le hai mandato. E così,eccomi qui. 58 Rennie Road. Facile da trovare.>>

Non posso crederci. È stata astuta, almeno fino a quel punto.

<<E ci hai seguiti dappertutto?>>

<<Sì, è stato sfiancante.>> Si lascia cadere sul poggia schiena del divano.

<<La polizia sa che hai ucciso tu Erin, sa che hai scritto tu "Dana sa". Hai le ore contate.>>

Quando sente il nome di Erin lascia leggermente la presa sul coltello.

<<Erin, la mia piccola dolce Erin. Se non mi avesse fatto incazzare. Sarebbe ancora viva.Che sciocchina.>>

Dio, se pensavo che Lucrezia fosse inquietante non avevo conosciuto bene Jennifer.

<<Perchè l'hai uccisa?>>

<<Era una tale deficiente!L'ho incontrata in un pub qualche mese fa. Ci sono stata a letto la prima sera e poi abbiamo continuato a vederci. Quando ho scoperto che abitava sulla tua strada ho cercato di passare più tempo possibile da lei. Sono stata un po' a casa sua, ma poi voleva cacciarmi. Mi manipolava, ma io avevo imparato dalla migliore.>> Sogghigna pensando alla sorella.

<<Comunque,>>riprende <<le ho chiesto di spiarti un po', di entrare in casa tua, la ricattavo ecco. Le avevo fatto delle foto hot, così ha dovuto acconsentire. Le ho detto che se faceva quello che le chiedevo me ne sarei andata e avrei cancellato quelle cazzo di foto. Così lei lo ha fatto. Ti ha lasciato il disegno che ho ripreso dalla spazzatura quel giorno che tu lo avevi buttato, ti ha spiato dalla finestra ecc..quando tu ti sei presentata a casa sua le hai fatto pena, mi ha chiesto perchè diamine dovesse spiarti. Le ho spiegatola situazione, ma lei continuava a dirmi che me ne dovevo andare, che si era sbagliata su di me, pensava fossi una brava ragazza. Alla fine aveva vinto lei, me ne stavo per andare, ma poi lei ha detto "cazzo,sei così stupida." Non ci ho visto più ho preso il coltello e l'ho sgozzata, poi sono uscita, ho comprato la tinta nera e gliel'ho fatta mentre era ancora agonizzante a terra. Era uguale a lei, Dana.Uguale. Se avesse detto che ero stupida mentre aveva i capelli neri,sarebbe stato fantastico. La mia piccola bastarda sorella maggiore.>>

Non riesco più ad ascoltare:<<Tu sei pazza. Sei pazza da legare, come tua madre e come quella stronza di tua sorella.>>

Scoppia a ridere:<<Oh no,tesoro. Io sono peggio.>>

L'ultima cosa che sento è il tonfo sordo della mia testa sul pavimento.







58 Rennie RoadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora