Capitolo 26

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Epilogo


Sette mesi dopo


Stiamo tornando a Roma. Abbiamo deciso di optare per la macchina perchè durante il tragitto vogliamo fermarci a vedere Parigi. Da quando Jennifer è morta, Paola non ha più chiamato e finalmente non dobbiamo più darle nessun alimento.Sto ancora elaborando ciò che è successo: ho visto una ragazza morire tra le mie braccia e mi sento responsabile per la morte di Erin, anche se Laura mi ha rassicurato dicendo che Jennifer era instabile e molto probabilmente l'avrebbe uccisa comunque. Non vedo l'ora di vedere la mia amica. Non sto più nella pelle. Sono così felice di tornare a Roma. La Miller si è scusata non so quante volte, ma io non ero in vena di perdono. Mi ha arrestata, ha condotto male le indagini e due persone ci hanno rimesso la vita. L'unica cosa è che è stata la sola ad aver cercato di indagare sulla morte di Lucrezia,ma nemmeno lei è venuta a capo di qualcosa. Mia madre si è scusata infinitamente dicendo che la ragazza che le ha portato le buste era talmente carina che si è sentita di confidarsi e di offrirle un caffè. Non posso arrabbiarmi con lei, ha più di settant'anni, cosa dovevo fare? E comunque non aveva mai visto le figlie di Valerio se non quando erano piccole e anche io avrei stentato a riconoscere Jennifer. Sto ancora cercando di capire cosa volesse dirmi con quella frase, ma forse stava solo delirando prima di morire. Chiedo a Valerio di fermarsi ad un autogrill perchè devo fare pipì. Da quando sono incinta non faccio altro. Mi tocco il pancione e sorrido, è un maschietto. Non abbiamo ancora deciso il nome, ma ne abbiamo molti in lista. Entro nel bagno dell'autogrill e faccio pipì, poi esco mi lavo le mani e vado al bar a prendere un pacchetto di gomme e di sigarette per Valerio. Mentre sto pagando, un bambino sui tre anni si avvicina e mi tira la manica:<<Signorina, non trovo più mia mamma.>> Dò gli ultimi spiccioli alla cassiera e guardo il bimbo.

<<Tesoro, dov'era l'ultima volta?>>

<<Non lo so.>>Scoppia a piangere e mi fa una tenerezza incredibile. Quale madre lascia suo figlio così? Sto per andare al bancone per fare un annuncio, quando una macchina gialla si accosta all'entrata. Intravedo una figura femminile al volante, anche se non ne distinguo bene i tratti. Fa cenno verso il bambino e lui si illumina.

<<Grazie signorina, eccola mia mamma.>>

<<Sei sicuro?>>

<<Sì, sì certo.>>Mi accorgo che il bambino ha smesso un po' troppo in fretta di frignare. Corre verso l'abitacolo, apre la portiera posteriore e si siede sul sedile. Mi fa ciao con la manina ed io ricambio sorridente.Aspetto un po', ma la macchina non parte. Mi abbasso per guardare meglio il conducente, ma non appena avanzo un po', la macchina parte a tutto gas.

Oh, Dio. Come si fa a guidare così con un ragazzino a bordo? Faccio per uscire, quando mi squilla il cellulare. Quando leggo il nome della Miller mi assale il panico.Ormai ho troppi incubi su quel periodo.

<<Marta, cosa succede?>>

<<Dana, mi dispiace disturbarla. So che sta tornando a Roma, ho parlato con Melania.Senta, so di non essermi scusata abbastanza per tutto quello che le ho causato.>>

Decido di non portare più rancore.

<<Non si preoccupi, va bene così. Si è già scusata abbastanza.>>

<<Lo so, ma sapevo di poter fare altro e così ho fatto.>>

<<Cosa intende?>>

<<Ho indagato sulla morte di Lucrezia.>>

<<Avete un colpevole?>>

<<Dana, io non so come dirglielo. Non c'è nessun colpevole. Quella ragazza trovata annegata al mare non è Lucrezia.>>

Deglutisco e guardo fuori pensando di vedere ancora la macchina gialla ferma davanti l'entrata del bar.

<<Dana è ancora lì?>>

<<Sì, sono qui.>>

<<Credo che lei avesse ragione. Lucrezia potrebbe essere ancora viva.>>


Tre anni prima

Lucrezia si alza e si mette nel letto con la sorella. La pioggia batte forte sui vetri, i lampi illuminano la stanza a intermittenza. Jennifer si volta e si trovano naso a naso: scoppiano a ridere, sembra che siano tornate bambine. <<Jenny, qualsiasi cosa accada noi veniamo sempre prima di tutto, capito?>>

<<Sì.>>

<<Noi siamo sorelle e dobbiamo sempre poter contare l'una sull'altra. Quindi dobbiamo farci una promessa.>> Lucrezia prende la mano della sorella e la stringe:<<Noi ci riprenderemo la nostra famiglia, sorellina. Ci riprenderemo papà.>>

Fine

58 Rennie RoadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora