Capitolo 13

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7 anni prima

Lucrezia sta disegnando mentre io cucino. Sto facendo una parmigiana di melanzane e lo sfrigolio dell'olio emana un odore magnifico. Guardo fuori dalla finestra, sperando di vedere la macchina di Valerio che parcheggia e che torna dal centro commerciale con Jennifer. Rimanere da sola con Lucrezia non mi piace per niente. Quando era una bambina potevo tenerle testa, ma ora ha tredici anni e inizia a parlare di ragazzi e cose così.

Sono sovrappensiero, quando la sua voce interrompe il flusso delle mie elucubrazioni.

<<Dana. A che pensi?>>

<<Oh. Niente. Sei cresciuta.>>

Mi fissa con quegli occhietti minuscoli pieni di malizia:<<Lo sai che ho il fidanzato? Si chiama Domenico. Ci siamo anche baciati e palpati un po'.>>

Ho un sussulto e lei se ne accorge, perchè scoppia a ridere.

<<Tu non ti palpavi con mio padre a tredici anni?>>

<<Non lo conoscevo tuo papà a quell'età.>> Rispondo con sincerità.

<<Beh, ti ci sarai palpata dopo.>>

<<Come scusa?>>

Si alza e viene davanti a me:è molto alta per la sua età, mentre io sono sempre stata bassina,quindi mi arriva alle spalle.

Mi fissa negli occhi e mi mette una mano sulla spalla, provo ad indietreggiare ma lei mi trattiene.

<<Lo so che lo hai portato via alla mamma. Lei lo dice sempre, ma non è per questo che lo so. Papà parlava sempre di te anche mentre erano sposati. Eri il suo primo amore e bla bla bla. Stronza bastarda che sei.>>

Faccio per replicare, ma in quel momento Valerio e Jennifer entrano in casa, urlando che hanno vinto venti euro alla lotteria. Nessuno nota la cattiveria nello sguardo di quella ragazzina di tredici anni. Ma io sì e ho paura.


Laura e il suo ragazzo Samuel atterrano la mattina alle otto all'areoporto di Glasgow. L'ho chiamata ieri dopo che la detective Miller se ne era andata e, visto che so che il suo ragazzo è un bravo avvocato, le ho detto di correre qua il prima possibile. Lei non si è fatta pregare due volte ed è corsa qui da me, perchè questo fanno gli amici. La vedo oltrepassare il gate con la sua valigia blu scuro, seguita da un bel pezzo di ragazzo. Ho immaginato questa scena milioni di volte: lei che corre verso di me sorridente e mi abbraccia. In realtà sul suo viso leggo preoccupazione e incertezza.

Le vado incontro e la stringo.

<<Dana ma che sta succedendo?>>

<<Vi spiegherò tutto.Cosa hai detto a Matteo?>>

Matteo è il suo migliore amico e datore di lavoro.

<<Tranquilla. Mi sono presa una settimana e se non riusciamo a risolvere, ti lascio Samuel.>>

Mentre dice così, il ragazzo si avvicina e mi sorride:<<Allora, Dana. C'è un buon pub in questo posto? Credo proprio che avrò bisogno di una birra scozzese.>>


Siamo in uno dei pub di Glasgow aperti tutto il giorno e ho appena finito di raccontare loro tutta la storia. Valerio è rimasto zitto e non ha toccato nemmeno un goccio di birra, il che è strano perchè non rinuncerebbe mai ad una bevuta, sopratutto se c'è Laura. Non fanno altro che punzecchiarsi,ma in realtà si vogliono bene. Guardo la mia amica, i ricci che le scendono sulle spalle, è sinceramente dispiaciuta per me ed odio avere la compassione delle persone. Samuel prende una patatina dal piatto in comune e si gratta la fronte.

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