Capitolo 19

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La cella è fredda e buia. C'è una specie di gabinetto vicino a me che non ho intenzione di usare.L'unica nota positiva è che non ho compagne di stanza, ma credo sia una cosa provvisoria. Se mi arresteranno davvero, passerò dei brutti momenti, soprattutto se crederanno che io abbia ucciso una ragazzina di diciassette anni. Mi attacco alle fredde sbarre di ferro e comincio ad urlare:<<Ehi! Ehi, c'è qualcuno? Cazzo, voglio il mio avvocato!>>

Passo la notte così, aggrappata alle sbarre, come se fossero l'unica speranza della mia vita.


Finalmente il mattino dopo qualcuno viene ad aprirmi: è un poliziotto alto e grosso che senza tanti convenevoli mi fa accomodare nuovamente nella saletta degli interrogatori. Samuel è lì che mi aspetta e non appena mi vede mi viene incontro per abbracciarmi, ma alla fine opta per una mano sulla spalla.

<<Santo cielo, Dana. Ma perchè ti hanno arrestata?>>

<<Stai scherzando? Se non lo sai tu..>>

<<Nessuno mi ha avvertito se non ora.>>

<<Valerio non ti ha chiamato ieri?>>

Si gratta la testa imbarazzato:<<Ho trovato delle chiamate, ma.. visto che pensavo che eravate fuori..>>

<<Oh, Dio. Hai tradito Laura?>>

<<Cosa? Certo che no.. è tornata lei per due notti..ora è in albergo, riparte domani. Scusa,Dana.>>

Alzo un sopracciglio e mi siedo sulla sedia bianca e anonima.

La Miller entra trafelata e mi mette davanti una busta di plastica con dentro un coltello. La lama è in sanguinata anche se il sangue è ormai secco e nero.

<<Dove l'avete trovato?>>Chiedo, ma Samuel mi interrompe.

<<Questo sarebbe?>>

<<L'arma usata per uccidere Erin Blackwood. L'abbiamo trovato sotto un'asse in camera della vittima. Ci sono le sue impronte Dana. Credo che a questo punto le convenga confessare.>>

<<La mia cliente non ha  niente a che vedere con questo coltello e poi l'avete accusata di duplice omicidio. Quale prova avete per l'omicidio di Lucrezia?>>

La Miller sorride e in un'altra busta di plastica mi mette davanti una calibro 38.

<<Mai vista.>> Dico.

<<Ci sono le sue impronte e abbiamo riesumato il corpo della ragazza. Aveva un buco in fronte.>>

Samuel si infervora:<<State scherzando? Quando hanno ritrovato la ragazza nessuno ha parlato di buchi. Era morta per annegamento, si può sapere cosa state facendo?>>

La Miller prende la pistola e la tira fuori dalla busta, poi chiama qualcuno e gli dice di venirsi a prendere l'arma. Una donna alta e snella entra e si infila la pistola nella fondina, poi esce dalla stanza.

<<E questo cosa voleva essere?>>

<<Volevo scatenare una reazione. Bene, Dana. Lei è fortunata. Ha commesso un solo omicidio,non ci sono prove per quanto riguarda Lucrezia.>>

<<E quale sarebbe la fortuna?>> Chiede Samuel togliendomi le parole di bocca.

La Miller ride, una risata amara:<<Beh, magari evita l'ergastolo.>>


Non riesco a credere che tra tre giorni verrò trasferita in una prigione di massima sicurezza.Valerio è venuto a trovarmi stamattina ed era sconvolto, distrutto.Ha provato a parlare con Paola e Jennifer per avere testimoni sulla mia sanità mentale e sul mio equilibro emozionale, ma ovviamente hanno rifiutato di testimoniare qualsiasi cosa a mio favore. Mi fa sorridere il fatto che Valerio credeva che avrebbero acconsentito.Come posso dimostrare la mia innocenza? Ci sono le mie impronte su quel coltello, insomma, niente potrà scagionarmi. Tra un mese ci sarà il processo e mi diranno quanti anni mi aspettano in carcere.Non riesco a credere che stia succedendo a me, non è possibile.

Mi sdraio sulla piccola brandina che ora è il mio letto e mi rannicchio in posizione fetale. Penso alla mia famiglia, a Valerio, a Laura, al desiderio di avere un figlio, ai gatti. Penso che non vedrò più nessuno di loro e a questo punto non riesco più a trattenere le lacrime. Comincio a singhiozzare e mi addormento solo quando sono disidratata.Probabilmente non avrò più lacrime per tutta la vita, è finito tutto così. Per sempre.


Un rumore assordante mi sveglia il mattino presto, mi alzo a sedere, gli occhi sono gonfi e mi fanno malissimo tanto che non riesco a tenerli aperti.

Sento delle voci e riconosco quella di Samuel. Si para davanti la mia cella e sorride come un ebete.

<<Cosa c'è da ridere?>>

<<Sei stata scagionata,Dana. Sono state trovate altre impronte sul coltello e dentro casa. E una vicina ha detto non so cosa a proposito di qualcuno che usciva ed entrava da casa di Erin. Sei libera, Dana. Forza, andiamo.>>





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