Capitolo 2

6 0 0
                                    


La mattina ho delle occhiaie enormi e stento a riconoscermi. Se stanotte ero sicura di quello che avevo visto, adesso, a mente lucida, non lo sono più. Sono cinque minuti che sono ferma immobile, con la tazza fumante di latte tra le mani. Black miagolava e guardava il divano, di questo sono certa, ma io la figura l'ho vista alla finestra. Black riuscirebbe a vedere la finestra da quel punto? Mi alzo e lascio il caffè sopra il tavolo.Corro in camera da pranzo e mi accuccio nel punto in cui era il gatto: io sono indubbiamente più alta, quindi vedo la finestra, ma Black non la riuscirebbe a vedere, è troppo basso. Ma allora a cosa miagolava? Valerio entra e si ferma sulla soglia della porta:<<Che fai?>> Non voglio dirgli la verità,non capirebbe.

<<Niente. Appena possiamo cambiamo il divano, non mi piace.>>

Esco prima di Valerio e mi reco al paese. Il cielo è grigio e fa un freddo cane nonostante siamo in piena estate. Mi viene da piangere, ma non posso lasciarmi abbattere così. Devo farmi forza. Il cellulare squilla e leggo sul display il nome della mia amica Laura. Ci conosciamo da un paio d'anni, ma è come una sorella.

<<Dana!>>

<<Laura! Tesoro! Non sai quanto mi manchi!>>

<<Posso immaginare, anche tu mi manchi. Com'è lì?>>

<<Triste. Oh, mi sento così sola.>>

Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, ma non voglio, non posso, non devo piangere.

<<Dana per favore. Fai così e sei lontana, mi si spezza il cuore.>>

<<Hai ragione, è solo che.. insomma, stanotte è successa una cosa stranissima.>>

Silenzio. Laura sa che credo nel mondo esoterico e probabilmente pensa che io mi riferisca a qualche presenza. Il suo silenzio non è disprezzo o giudizio, mi sta incitando a continuare.

<<Ho visto una figura alla finestra, stanotte.>>

<<Chi ci abitava prima?>>

<<No, no. Non si tratta di fantasmi.. mi sembrava una figura vera. Reale. Black miagolava al divano, ma da quella prospettiva non poteva vedere nulla se non il divano.>>

<<Vedrai che miagolava per qualche altro motivo. Cerca di stare tranquilla.>>

<<Però tu mi credi? E se fosse stato un ladro?>>

<<Certo che ti credo. Ti sei assicurata che le finestre fossero chiuse?>>

E in quel momento ho l'illuminazione. Corro verso casa, con Laura che continua a parlare nell'orecchio.


Quando Valerio rincasa, sono le due di pomeriggio. Oggi è tornato a casa per pranzo e gli ho cucinato il salmone. Io spilucchio qualcosa dal piatto perchè non riesco a mangiare con gusto come lui; non appena finisce di mangiare gli dico che devo fargli vedere una cosa. Andiamo in camera da pranzo, Mirror è sulla libreria e ci scruta dall'alto.

<<Allora?>>

Gli indico la finestra e si accorge che è scardinata.

<<Cazzo. Dovremo chiamare qualcuno che..>>

Lo interrompo:<<No, Vale.Stanotte ho visto un figura, qui. Non so se dentro o fuori, ma..insomma la finestra è scardinata, potrebbe essere entrato qualcuno.>>

<<Quando siamo arrivatil'altro ieri hai notato se era già rotta?>>

Mi coglie in fallo. Non lo so,se era già rotta. Non ho controllato, quindi potrebbe anche essere.Rimango in silenzio e lui scoppia a ridere:<<Stai tranquilla,evidentemente il vecchio proprietario non l'ha fatta aggiustare.>>

<<Ma io ho visto qualcuno,te lo assicuro.>>

<<Dana, stai diventando paranoica e io sono in ritardo. Ci vediamo stasera. Rilassati, ok?>>

Prende la giacca dall'appendiabiti ed esce.

Decido di passare il pomeriggio a rassettare la casa e a sistemare tutti i ninnoli che ci siamo portati da Roma. Mirror e Black sono seduti sulla poltrona e mi fissano mentre corro a destra e manca come una pazza. Le cose di Valerio sono pochissime, non ha tantissimi hobby il che è un bene,almeno non ci siamo caricati più di tanto. Sistemo la sua chitarra nella piccola cameretta che abbiamo adibito a studio e tutti i cd dei suoi gruppi preferiti su una mensola. I pochi libri che mi sono portata li sistemo sulla libreria in salone, poi mi siedo per terra per aprire gli ultimi scatoloni.Noto la scritta "MIO" su una delle scatole e riconosco la scrittura di Valerio. Lo apro con un taglierino e sbircio dentro: noto un paio di album di foto e qualche giocattolo.

Capisco subito che si tratta diJ ennifer e Lucrezia: apro uno degli album e le foto di famiglia mi arrivano dritte in faccia come un pugno. Valerio e Paola che sorridono all'obiettivo, Valerio che tiene Lucrezia al battesimo,Paola incinta di Jennifer. Continuo a scorrere quelle foto e non mi accorgo delle lacrime che scendono copiose sul mio viso. Continuo a sfogliare, finchè un tonfo sordo mi fa sussultare. Accatasto gli album e i giocattoli in una mensola e poi corro di sotto: i gatti sono dove li ho lasciati e dormono sommessamente. Faccio per tornare al piano di sopra, ma sento di nuovo un tonfo, stavolta più forte.Sembra che qualcuno stia bussando da qualche parte. Mi avvicino alla porta d'ingresso e appoggio l'orecchio, ma non succede nulla. Dopo qualche secondo sento un altro tonfo, ma non viene dalla porta. Mi avvicino alla finestra, ma anche lì non c'è nulla. Mi siedo sul divano in attesa di vedere entrare qualche ladro, ma non succede più niente. Non so da dove venissero quei tonfi, so solo che ho tanta ansia.

Dopo essermi ripresa mi alzo e torno al piano di sopra. Voglio riprendere uno degli album, ma è sparito. Lo cerco dappertutto, ma non lo trovo. Eppure sono sicura di averlo lasciato qua. Guardo la finestra ma è come l'ho lasciata.Rimetto a soqquadro casa, ma l'album non si trova. Quando Valerio torna mi trova addormentata per terra, nello studio. Non so davvero cosa penserà.




















58 Rennie RoadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora