Capitolo 10

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Mentre sono nella piccola sala d'attesa alla stazione di polizia di Glasgow mi balena in mente una cosa importantissima: Melania ha parlato di impronte digitali, ma è possibile che la scientifica sia riuscita a rilevarle così presto?Ora, io non sono un'esperta, ma ho visto abbastanza film da sapere che ci vogliono dei giorni per rilevare le impronte. La segretaria del poliziotto si avvicina a me porgendomi un bicchiere d'acqua, la ringrazio e bevo un sorso. Lo svenimento mi ha causato un altro conato di vomito poco fa, ora sono qui ad aspettare che mi interroghino. Spero mi facciano parlare con qualcuno che sappia lamia lingua, perchè non ho assolutamente intenzione di spremermi le meningi per capire cosa diavolo mi stanno chiedendo. Ho chiamato Valerio un'ora fa, ma probabilmente non lo lasciano andare via. Sto per alzarmi, quando la porta degli interrogatori si apre ed esce Melania. Le faccio un cenno con la mano, ma lei corre verso l'uscita salutandomi agitata.


La detective per mia sfortuna è donna, ma per mia fortuna è italiana. Mi fa accomodare su una sedia fredda e bianca e mi dà un altro bicchiere d'acqua che io rifiuto gentilmente.

<<Allora. Dana. Se vuole ha diritto ad un avvocato.>>

<<Cosa? No, grazie. Sono innocente e non ho bisogno di nessun avvocato.>>

<<Ma perchè credete tutti che avere un avvocato significhi essere colpevoli?>>

Scoppio a ridere:<<Senta,mi vuole interrogare o no?>>

La detective si siede e giunge le mani a coppa, mi fissa per qualche secondo poi comincia a sparare una serie di domande inutili, tipo perchè siamo venuti in Inghilterra, per quale motivo lavoro al pub se sono laureata e altre cazzate simili.

<<Cosa c'entra questo con Erin?>>

<<Voglio solo aiutarla.>>

Decido di rispondere, non voglio ostacolare la giustizia soprattutto perchè io non ho fatto ASSOLUTAMENTE nulla.

<<Siamo venuti qui perchè in Italia siamo pieni di debiti e Valerio non può pagare gli alimenti alla figlia e alla moglie.>>

<<Moglie? Quindi lei sarebbe l'amante?>>

<<Come? No, certo che no.Lei non vuole accettare il divorzio. Ma sono separati da dieci anni.>>

<<Deve essere difficileper lei.>>

<<No, mi diverto un mondo.>> Rispondo sarcastica. Ma la detective non è in vena dibattute, quindi si adagia sulla sedia e sospira.

<<Come conosceva Erin?>>

<<Finalmente una domanda sensata.>> Lei ignora la mia frecciatina, così vado avanti:<<Qualche settimana fa, quando siamo arrivati diciamo,sono iniziate a succedere cose strane in casa mia.>>

Non so se dirle del disegno, nonso se mi crederebbe.

<<Ad esempio?>>

<<Ho visto..credo che qualcuno sia entrato in casa mia. Ma non ne ho la certezza perchè la finestra scardinata poteva anche esserlo prima del nostro arrivo..quindi..uhm..>>

<<Allora cosa le fa credere che ci fosse qualcuno? E cosa c'entra Erin?>>

<<Il gatto miagolava e non lo fa mai e poi ho visto qualcosa. Comunque.. c'entra con Erin perchè lei mi spiava da dietro la tenda. Ho chiesto prima all'agente immobiliare ma lei ha risposto che certe informazioni non poteva divulgarle. Poi ho scoperto che Erin lavorava al pub dove lavoro io,ma solo una o due volte a settimana. Così ho provato a parlarle, ma lei non ha voluto. Così sono andata a casa sua e abbiamo parlato.Lei ha subito ammesso di spiarmi, ma solo perchè si annoiava. Diceva che lo faceva anche a Londra.>>

La detective fa un sospiro e si tocca la fede che ha al dito. La guardo negli occhi, voglio dimostrarle che dico la verità e penso proprio di esserci riuscita.

<<Quando lo ha ammesso lei si è arrabbiata?>>

<<No. Mi è sembrato strano, quello sì. Ma in fondo tutti abbiamo degli hobby assurdi. Io quando ero ragazzina guardavo il mio vicino con il binocolo. A dire il vero ogni tanto lo faccio ancora, con le mie sorelle. A Roma, non qui.>> Sorrido a quel ricordo.

<<Va bene. Era la prassi,ma può andare.>>

Le porgo la mano e poi faccio per uscire, ma mi blocco sulla porta.

<<Qualche problema signorina Dana?>>

<<Mi chiedevo.. com'è possibile che abbiate già trovato le mie impronte dentro la casa?>>

La detective alza unsopracciglio e sembra sorpresa quanto me:<<Impronte? Non abbiamo ancora i risultati della scientifica.>>

<<Ma.. Melania mi ha detto che dovevo avere una buona scusa, perchè c'erano le mie impronte sul tavolo e sulla maniglia della porta.>>

<<Non so per quale motivo le abbia detto questo, ma posso assicurarle che per avere i risultati della scientifica ci vogliono giorni.>>

Annuisco e un pensiero oscuro si fa strada dentro di me: che lei c'entri qualcosa?

<<Detective?>>

<<Sì?>>

<<A proposito di impronte.Mi sono ricordata una cosa.. quando ero da Erin, ho sentito dei rumori nella stanza a fianco. Ma l'agente immobiliare mi ha detto che viveva da sola. Potete controllare?>>

<<Certo, stiamo già facendo il possibile. È davvero un omicidio strano. I capelli tinti di nero poi.. in quindici anni di carriera, mai vista una cosa simile. Comunque questo è il mio numero, mi chiami se le viene in mente altro.>>

Le sorrido e annuisco, ma la mia mente sta pensando a Melania: che diavolo credeva di fare?









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