Capitolo 14

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Samuel mi ha informato che parleremo dopo, così sono tornata a casa in preda ad un panico e una frustrazione unici. Mi accoccolo sul divano e chiudo gli occhi; sento Mirror e Black che fanno le fusa vicino alle mie gambe e sto per addormentarmi quando ad un certo punto sento un suono al piano disopra. Apro gli occhi e mi siedo sul divano, tendo l'orecchio e il suono diventa sempre più forte: è una nenia incessante ed inquietante che fa venire i brividi. Nei recessi della mia mente sodi averla già sentita, ma non ricordo dove e quando. La melodia continua ed io non il coraggio di alzarmi: ho paura. C'è qualcuno in casa o comunque c'è stato e questa musica non è incoraggiante. Mi alzo di botto e faccio per avvicinarmi alle scale: stringo la ringhiera così tanto che le nocche diventano bianche e un pezzetto di smalto viola mi salta dall'unghia del pollice. La nenia continua a suonare e inizio ad infastidirmi, salgo il primo scalino che scricchiola sotto i miei piedi e la melodia cessa così come è iniziata. Salgo altri due scalini, ma una voce di bambino si propaga per tutta la casa.

<<Vieni a prendermi?>>

Indietreggio e inciampo sulle scale, per fortuna riesco ad aggrapparmi al pomello della ringhiera e riesco a rimettermi dritta: non ho intenzione di salire là sopra, ma devo chiamare la polizia. Corro in soggiorno e faccio il numero della detective Miller, ma parte subito la segreteria. Così chiamo Valerio, ma nemmeno lui risponde. Provo con Laura che risponde subito.

<<Dana, perchè non hai detto a Samuel che..>>

La interrompo:<<Ti prego,ti prego vieni qui. C'è qualcuno in casa..>> La nenia ricomincia da capo.

<<Dana ma cos'è questo suono?>>

Allora la sente anche lei,questo è un buon segno.

<<Non lo so. Laura per favore.>>

<<Arriviamo. Tu esci di lì.>>

Attacco senza replicare e mentre cerco il trasportino per uscire fuori con i gatti, mi rendo conto chela melodia è cessata di nuovo. Infilo Black e Mirror dentro al grande trasportino giallo e mentre sto per uscire la casa viene invasa di nuovo da quella voce di bambino che però non smette più di ripetere: <<Vieni a prendermi? Vieni a prendermi? Vieni a prendermi? Vieni a prendermi?>>

Corro fuori di casa e solo quando sono nel cortile mi rendo conto di aver dimenticato le chiavi.

Per fortuna avevo dato a Laura una copia delle chiavi, così quando arriva si precipita sulle piccole scalinate e apre la porta. La voce di bambino non c'è più,ma la nenia continua imperterrita. Samuel corre al piano di sopra,mentre io e Laura liberiamo i gatti che corrono miagolando sulla mensola della cucina.

Saliamo noi anche su e mentre apriamo la porta dello studio la melodia cessa per l'ennesima volta.Samuel ha in mano un carrillon molto vecchio e un registratore nero con dentro una cassetta.

<<Cosa sarebbe?>>chiedo stupita.

<<Ho spento il registratore. C'è un'etichetta sulla cassetta con scritto "voce bambino" il carrillon l'ho scaraventato per terra. Mi dispiace, ma non finiva più di suonare.>>

Glielo prendo dalle mani e lo guardo:<<Non devi dispiacerti. Non è mio.>>


<<Devi dirci la verità.>>Laura stringe la mano di Samuel che sembra abbastanza avvilito. Forse ho turbato il suo ego avvocatesco.

<<Non riesco a ricordare dove ho visto questo carrillon..eppure la melodia.. mi ricorda qualcosa..>>

<<E la voce di bambino?>>chiede Laura.

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