Chapter Thirty-three

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Allison's point of view

Un rivolo di sangue mi cola al lato della bocca e subito mi pulisco con la manica della maglia.
Non c'è che dire, è molto più forte rispetto all'ultima volta e batterla non sarà una cosa che farò con due minuti a quanto pare.

"Che c'è? Sei sorpresa perché sono più brava di te?" Dice sorridendo in segno di sfida preparandosi ad attaccare.

"Oh questo mai, solo nei tuoi sogni" affermo ridendo lievemente, non si smentisce mai. Si distrae per qualche istante a causa di quello che le ho detto e ne approfitto per ferirla con uno dei miei pugnali sul petto vicino al cuore.
"Sam sarò sincera, io non voglio ucciderti e sappi che allearti con mio nonno è l'errore più grande che potessi fare" inizio schivando un suo colpo "A lui non interessa di te, sei solo una sua pedina, come me del resto, e a prescindere che tu porti a termine o meno il tuo compito lui ti ucciderà" cerco di spiegarle mentre incasso un calcio nello stomaco, a cui rispondo prontamente con un destro in pieno volto.

A quelle mie parole si ferma e si allontana di parecchio "Lo dici solo perché vuoi che ti lasci andare e non vuoi morire" afferma con poca sicurezza rimanendo immobile e a debita distanza.

"No ti sbagli" rispondo subito scuotendo la testa "A me non interessa se muoio o vivo, sono un Hunter e so che prima o poi potrei restarci secca, il mio lavoro consiste in quello, e dal momento che io la mia missione l'ho svolta non mi importa più. Te lo dico perché a causa di quel bastardo sono rimasta invischiata in qualcosa più grande di me, e per quanto possiamo essere rivali, non voglio che tu faccia la mia stessa fine" le dico sinceramente, aspettando una sua risposta che non arriva.
Rimane qualche istante a fissarmi senza dire una parola, mi sta studiando per accertarsi che io non faccia passi falsi.

"Sul serio? E se non volessi darti ascolto? E se decidessi di riportarti da lui?" Chiede atona, vorrà vedere quanto può fidarsi.

"Nel caso in cui non volessi darmi retta morirai, che sia per mano mia o di mio nonno. Io non ho intenzione di tornare prigioniera di quell'essere ripugnante, e ti conviene pensarci bene prima di prendere una decisione. Ricorda solo che a lui di te non importa nulla" asserisco con tono fermo e serio, e lei continua a guardarmi.

"Se mi alleo con te mi proteggerai?" Chiede d'un tratto e io non me lo aspettavo, ma annuisco. I vampiri non mi sono mai piaciuti, ma il suo aiuto potrebbe essere prezioso in questa battaglia senza esercito.
"Quindi cosa facciamo ora?" domanda ancora, ma stavolta più tranquilla.

Io rimango in silenzio a riflettere.
Quindi cosa facciamo ora? Non ne ho idea.

Sospiro e mi passo una mano tra i capelli scuotendo la testa "Mi farò venire qualche idea, ma nel frattempo ci servirà un posto sicuro dove stare" affermo guardandola, pensando a dove andare.

"La casa dei miei genitori si trova poco lontano da qui, è rimasta deserta dopo che si sono trasferiti nei Caraibi. Potremmo andare li, io infondo non ci metto piede da quando avevo diciassette anni quindi non verrebbero a cercarci in quel posto" mi spiega e io annuisco.

Allora lei mi fa strada e raggiungiamo la casa dei suoi passando per stradine secondarie in cui passiamo inosservate.
Appena entrate mi porta al piano di sopra e mi mostra la stanza degli ospiti dove alloggerò per il momento, butto il mio borsone a terra e lo spingo sotto al letto con un calcio, ciò che c'è in quel borsone deve rimanere segreto, non si tratta solo di vestiti.

Scendo al piano terra e trovo Samantha chinata verso il frigo che tira fuori una sacca di sangue, quella visione mi fa storcere il naso ma per quanto possa darmi la nausea quell'odore non dico nulla.

Tiro fuori il telefono dalla mia tasca e compongo il numero di Alec, forse avrei potuto farlo prima ma con tutto quello che è successo non mi era proprio passato per la mente.
Squilla un paio di volte e poi scatta la segreteria telefonica, allora decido di lasciargli un messaggio.

The Ruthless HunterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora