Chaper Forty five

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Breve premessa: conclusa la storia effettuerò dei ritocchi perché il mio modo di scrivere è cambiato molto rispetto al 2018 e così le idee riguardo la storia, quindi se doveste notare discordanze è dovuto al fatto che nella mia testa ci sono una miriade di idee su cui sto lavorando per farle amalgamare quanto più possibile, sopratutto rispetto a ciò che ho scritto finora. Chiedo pietà, finiti gli esami cercherò di iniziare ad aggiustarla per quanto possibile. Buona lettura! <3

Due settimane più tardi...

Due settimane e ancora non si era svegliato. I valori vitali erano buoni, stabili, ma da alcuni esami tossicologici risultava che il napello non fosse ancora sparito del tutto dalla circolazione: motivo per la quale ancora non si era svegliato.

Quella notte mi perseguitava, un incubo ricorrente che mi aveva indotto a soffrire di insonnia.
Stava così a causa mia.
Era solo colpa mia.

Ma qualcosa non mi tornava, era da un po' che non combattevo e quindi non avevo più fatto uso di armi avvelenate ed ero certa, quel giorno, di aver preso armi pulite, non intrise di strozzalupo.

Eppure...

Tirai l'ennesimo destro al sacco da box che stavo colpendo, e ruppi anche quello. Non facevo altro che allenarmi, mi aiutava a tenermi in forma ma anche impegnata, pensare troppo mi stava uccidendo.

In seguito all'accaduto avevo chiamato di corsa Alec, era l'unico in grado di aiutarmi. Aveva portato con se Christine e insieme lo avevamo scortato in un ospedale in cui Andrew aveva delle conoscenze, dei medici lupi in grado di aiutare Matthew. Avevamo fatto sosta quanto bastasse per operarlo e renderlo stabile, in seguito avevamo richiesto un trasferimento presso il Nashville General Hospital, in Tennessee.
Nashville era la città per eccellenza dei cacciatori, era difficile trovarvi lupi e soprattutto lupi ostili, coloro che vi vivevano erano in uno stato di tregua con il clan degli Hunter.

Come Hunter la mia fama mi precedeva, e avevo buoni contatti in città per cui non fu difficile trovare una sistemazione. La parte forse un po' più complicata fu di scendere a patti con il capo per eccellenza degli hunter, benché avessi il mio posto nel consiglio dovevo comunque rispondere agli ordini dall'alto.
Purtroppo incontrarlo richiedeva tempo, era un uomo molto impegnato, ma saputo del mio arrivo in città non aveva esitato a farmi trovare un invito per una delle sue feste esclusive.

Era una figura importante, ma aveva pur sempre ventisei anni quindi sapeva benissimo come divertirsi.

Buttai l'ennesimo sacco rotto, in quella settimana ero arrivata a romperne una ventina e Alec non ne poteva più, era un continuo comprarne.
Avevo un'ora per prepararmi, poi mi sarei recata al quartier generale.

Jonathan Wilson era un uomo potente, giovane per il ruolo che occupava, ma ci conoscevamo bene in quanto ci eravamo arruolati come cacciatori nel medesimo periodo. Ci passavamo circa quattro anni, era stato un amico e un mentore per me, ma era diverso tempo che ci eravamo persi di vista. Le voci che giravano intorno alla sua persona ne raccontavano di cose e lo descrivevano come un uomo impassibile e spietato, ma lo conoscevo fin troppo bene e sapevo come aggirare la sua corazza.

Mi feci una doccia e mi preparai a dovere: sapevo che per convincere Jonathan avrei dovuto sedurlo. Lo conoscevo come i miei palmi e aveva un debole per me, tempo addietro avevamo anche avuto una storia ma come amici di letto, nulla di più ma perché io non volevo.
Asciugai e piastrai i capelli, misi un filo di trucco e indossai un vestito che sapevo lo avrebbe fatto impazzire.

Asciugai e piastrai i capelli, misi un filo di trucco e indossai un vestito che sapevo lo avrebbe fatto impazzire

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