Chapter seventeen

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Lui avanzò con me al seguito e, dopo aver percorso un lungo corridoio, giungemmo in una stanza priva di arredamento se non per la presenza di una sedia e una corda spezzata immersa in una pozza di sangue. Posta di fronte alla sedia c'era una sorta di scatola improvvisata a mo' di comodino dove vi era posizionata sopra un vecchio televisore, ma non gli demmo attenzione più di tanto.

Con il lavoro che facevo il sangue non mi faceva alcun tipo di impressione o paura, piuttosto la cosa che maggiormente mi preoccupava era a chi sarebbe potuto appartenere quel sangue. In cuor mio speravo che non fosse di Christine, perché ciò sarebbe significato che la situazione era nettamente peggiore a come lei aveva detto nella lettera. E a proposito della lettera, a questo punto avrei dovuto parlarne con Matt?

Non sapevo che fare, anche perché quello molto probabilmente non era ne il momento ne il luogo adatto per parlargliene.

Mi ripresi mettendo da parte la preoccupazione e l'esitazione, ora come ora mi sarebbero servite a ben poco. Iniziai a ispezionare la stanza senza trovare niente, se non un sacco di polvere.

''Allison, forse dovresti venire qui'' disse Matt con tono flebile. Lui stava ispezionando la parte di stanza opposta a quella che controllavo io, e si trovava proprio di fronte alla televisione.
Subito mi avvicinai a lui, curiosa di sapere cosa avesse scoperto ma ben presto me ne pentii.

Sullo schermo della piccola televisione di susseguivano una serie di immagini e ringraziai mentalmente qualunque divinità che l'audio non ci fosse. Ero letteralmente spaventata e inorridita dallo spettacolo che mi si presentava davanti: un vampiro stava torturando mia cugina, e ci misi ben poco a capire che sulla sedia in quella stanza c'era stata seduta lei e che il sangue a terra era il suo.

Per la prima volta in vita mia ebbi paura, avevo paura di come potesse stare. Avevo paura perché per quanto ne sapevo poteva essere morta.

Portai le mani alla bocca, sconvolta, e i miei occhi si facevano lucidi mano a mano che il video continuava. Il tutto era iniziato con il vampiro che la feriva, però le lesioni guarivano in fretta; ma andando avanti le lacerazioni non si rimarginavano e intuii che le armi utilizzate dal nemico fossero intrise nello strozzalupo.

La vista mi si appannava sempre di più per l'orrore, ma non piansi. Non piangevo mai, il duro allenamento che avevo affrontato mi aveva negato di mostrarmi debole in qualsiasi situazione e a reprimere qualunque forma di dolore.

Presi un profondo respiro e smisi di guardare, una visione del genere era troppo anche per me che avevo inferto io stessa torture ai nemici per farli parlare.

"Quante possibilità abbiamo di riuscire a rintracciarla?" chiesi con un tono di voce incolore, senza emozione.

"Le possibilità sono infinitesimali, dipende tutto dalle nostre risorse e capacità di ricerca" mi spiega Matt distogliendo anche lui lo sguardo dallo schermo.

"E le nostre risorse e capacità di ricerca a che livelli sono?" chiesi incrociando le braccia e studiandolo con lo sguardo: i capelli arruffati, l'espressione stanca e gli occhi lucidi quasi come se stesse per piangere.
Lo osservai e non potei fare a meno di notare che, per quanto gli dispiacesse per Christine, era come se fosse a conoscenza di qualcosa, qualcosa che io non sapevo. Quel suo sguardo non mi piacque, rivelava e nascondeva al tempo stesso troppe cose, cose di cui io non conoscevo la natura o il motivo. Scacciai via quel pensiero, probabilmente mi sbagliavo. Se lui avesse saputo qualcosa in più di me riguardo a Christine me l'avrebbe detto, no?

Tu non gli ha detto della lettera però.

Ma questo lui non lo sa, e pensandoci non dovrebbe saperlo fin quando io e Alex non la decifreremo del tutto.

Scrollò le spalle "Ho ottimi individui nel mio branco che sarebbero in grado di aiutarci" mi spiega "Ovviamente non sarà una cosa da poco, ci vorrà del tempo ma riusciremo senz'altro a trovarla" dice con tono pacato.

"Ci vorrà del tempo? Quanto tempo? Noi non abbiamo tempo, te ne rendi anche solo lontanamente conto?" urlai in modo isterico sciogliendo le braccia e indicandolo "Hai visto anche tu quello che ho visto io, no? Ecco. Parti da quello e pensa a come possa essere ridotta a quest'ora: ferita, stanca, sanguinante e avvelenata. Non è in grado di guarire e questo non è decisamente un punto né a nostro favore né a suo" dico iniziando a calmarmi, abbassando gradualmente il tono di voce "Vuoi che tuo fratello rimanga senza compagna? Vuoi che soffra? Quando uno dei due compagni muore sai che succede, eh? Come uno muore, anche l'altro muore un po' a sua volta. Ci si sente incompleti e soli" ho ormai ripreso pieno controllo delle mie emozioni "Sai cosa si prova ad essere soli, Matt? Lo sai?" è evidentemente sconcertato dal mio repentino cambio di umore e da ciò che gli sto dicendo, ma nonostante ciò scuote lievemente la testa.

"Come sospettavo" affermo "Non mi metterò a spiegarti per filo e per segno cosa possa anche solo lontanamente significare, ma non è bello. Non lo è per niente, e se tieni anche solo un minimo a tuo fratello e al suo stato d'animo ti consiglio di riflettere su ciò che ti ho detto e di far procedere le ricerche il più velocemente possibile" ora il silenzio regna tra di noi con me che non so cos'altro aggiungere e con lui che riflette.

"Hai ragione" la sua voce mi riscuote dai miei pensieri e alzo lo sguardo verso di lui.

"Come, scusa?" chiesi, certa di aver sentito male.

"Ho detto che hai ragione, non abbiamo tempo ma non dipende da me. Gli individui che condurranno le ricerche sono i migliori nel loro campo, solo che alle volte non dipende nemmeno da loro il tempo che si va ad utilizzare perché tutto sta in quanto è furbo il nemico" mi spiega "se è alle prime armi commetterà un errore lasciando delle tracce e allora verrà scoperto subito"

"Ma..?" so che c'è un 'ma' in tutto ciò, lo si capisce da come si è interrotto.

"Ma se si tratta di un nemico più esperto, come tuo nonno in questo caso, allora sa come condurre questo 'gioco' " dice facendo le virgolette con le dita sull'ultima parola "ed è assai più probabilmente che sia lui a condurre il tutto piuttosto che noi, data la sua grande esperienza" finisce di illustrarmi ciò a cui stava pensando prima.

"Quindi non abbiamo alternativa, il tutto non potrà svolgersi più velocemente" rifletto ad alta voce.

"Non saprei dirtelo Allison, i fattori da prendere in considerazione sono molti e..."

"E contano molto anche le tracce lasciate, giusto?" dico precedendolo.

"Giusto" annuisce "quindi ci vorrà il tempo che ci vuole, né più né meno"

Sbuffo frustrata e mi passo una mano fra i capelli.

"Quindi non ci resta che tornare indietro" asserisco.

"Già, non credo ci sia altro che noi possiamo fare" dice e si incammina verso l'uscita e io lo seguo, riflettendo.

Perché non me l'ha detto prima che nel suo branco ci sono degli individui in grado di far procedere le ricerche più velocemente?

Perché il fatto che suo fratello potrebbe soffrire sapendo che Christine possa morire da un momento all'altro, non lo preoccupa più di tanto?

E perché mentre guardavamo quel video orribile il suo sguardo era triste, come se fosse stato rammaricato di ciò che le stesse accadendo, come se in qualche modo lui fosse a conoscenza di cose a me oscure?

Troppe domande senza risposta aleggiavano nella mia mente, e furono l'unica cosa su cui mi concentrai durante il viaggio di ritorno. Nemmeno i litigi tra Matthew e Michael potevano distrarmi.

Scusate l'enorme ritardo ma tra le vacanze e i compiti non ho avuto molto tempo per scrivere.
Cosa ne pensate? 🌸
Spero che il capitolo vi piaccia, a presto!

-Ele

The Ruthless HunterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora