Chapter Thirty-six

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Non mancava molto a Natale e quella notte, stretta tra le braccia di Matt con solo un lenzuolo a coprirci, mi resi conto che tutto stava effettivamente cambiando.
Non avrei passato le festività con i miei cari, che fosse in casa o combattendo con loro contro un nemico comune, non ci saremmo scambiati i regali e io e Chris non avremmo passato la serata a bere e cantare, improvvisando balli e cercando di non cadere nonostante la nostra poca sobrietà.

In pochi mesi mi ero ritrovata con un compagno, lontana dai miei genitori, a mettere in salvo mia cugina e a combattere contro una serie di esseri sovrannaturali poiché ormai vigeva una taglia sulla mia testa.
Ero praticamente una ricercata, dovevo costantemente guardarmi le spalle e non potevo stare assieme a chi amavo per paura di metterlo in pericolo.

A quei pensieri mi venne automatico sospirare, non sapevo veramente quale fosse la cosa giusta da fare. Il mio lavoro non era mai stato facile più di tanto, ma mai fino a questo punto.

"A cosa pensi?" Mormorò appena Matthew, stringendomi ancora di più. Aveva gli occhi chiusi e la voce impastata dal sonno.

"A nulla in particolare, torna a dormire" gli sussurrai lasciandogli un bacio sulla spalla, e ben presto il suo respiro si fece più pesante.

E poi c'era lui.

L'uomo che mi aveva cambiata, che mi aveva resa più fragile, protettiva, colui che non aveva mai rinunciato a me e lo stesso che aveva lasciato il branco nelle mani di suo fratello senza pensarci un secondo di più per raggiungermi.
Lo stesso che prima di incontrarmi aveva avuto e perso un figlio.
Lo stesso a cui stavo nascondendo una dolorosa e improbabile verità.

Ma quale sarebbe stato il modo migliore per dirglielo?
C'era veramente un modo giusto per farlo?
E se non fosse stato veramente suo figlio, ma un altro? Perché dargli una speranza che si sarebbe potuta rivelare falsa?

Troppe domande, troppe poche risposte.

Avevo bisogno di un po' d'acqua, o forse di un po' di vodka.
Feci per alzarmi ma subito la sua presa si fece più forte attorno ai miei fianchi.

E io che credevo che dormisse...

"Dove stai andando?" Chiese in tono autoritario, questa volta guardandomi negli occhi.

"In cucina, non sto mica fuggendo" risposi, mettendomi la sua maglietta che mi copriva fino a poco sopra del ginocchio.

Lui non disse nulla e continuò a fissarmi, poi annuì e io mi girai uscendo dalla stanza.

Stava diventando fin troppo difficile nascondere la verità, ma lui non doveva sapere. Probabilmente sospettava qualcosa, ma niente che si avvicinasse anche solo lontanamente a ciò che stavo omettendo.

Scesi le scale e arrivai in cucina, accesi la luce e quasi mi spaventai quando vidi Michael.

"Come mai eri qui al buio? Guarda che Samantha la bolletta la paga" dissi cercando tra i ripiani la vodka, non trovandola, notando che non mi aveva risposto. Mi girai per chiedere a lui e vidi che era sul tavolo, affianco a quest'ultimo.

Presi la bottiglia e mi resi conto che era quasi finita, e io non ci avevo ancora messo mano.

La posai lontano dalle grinfie di Mike, aveva decisamente bevuto abbastanza.

"Cosa ti sta succedendo Mike?" chiesi, portando una mia mano sul suo braccio. Non volevo fare passi falsi, e poi non ero una tipa da abbracci e cose simili.

Lui scosse la testa, scrollò le spalle e portò la sua mano sulla mia stringendola. Aveva chiaramente bisogno di conforto, ma come potevo darglielo se non sapevo il motivo per cui stava così male?

The Ruthless HunterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora