Cap. 23 ("Without you")

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"I can’t win, I can’t reign
I will never win this game
without you, without you"

Lascio il mio appartamento diretto alla centrale di polizia con il piede sempre schiacciato sull'acceleratore, seguendo la macchina degli agenti con la testa ancora confusa.
Non riesco a mettere a fuoco la strada e nemmeno le immagini, i palazzi, le persone che mi sfilano accanto.
Mentre guido una mano porta alle labbra la sigaretta che consumo velocemente, l'altra è ferma sul volante, ma non posso fare a meno di pensare ad Ermal e a ciò che non mi ha detto.
Avrebbe dovuto dirmelo, va bene forse non l'avrei presa bene all'inizio, ma poi avremmo trovato insieme una soluzione.
Cristo, gli avevo detto di essere ancora irrimediabilmente innamorato di lui,
ma che cos'è l'amore senza fiducia?
So per certo che non voleva ferirmi, non mentiva su questo, però non si era fidato di me, perché non me lo aveva detto?
Non si fida di me?

I pensieri affollati mi distraggono, freno la macchina giusto in tempo prima del semaforo rosso, evitando un tamponamento brusco, tra l'altro con la macchina della polizia e non mi sembra il caso, visto che mi sono mostrato già particolarmente instabile ai suoi occhi.
Quel pensiero mi porta a guardare di nuovo le mie nocche arrossate, sbuffo dando un colpo al volante, tirando il freno a mano, impantanato nel maledettissimo traffico.
Solo questo ci mancava.

-Tu pensi che se Ermal t'avesse avvisato prima, nun sarebbe successo nulla?-

Guardo verso la strada e le altre macchine che sfrecciano veloci, libere dall'ingombro dove mi trovo io invece, libero un profondo sospiro a quelle parole.
Ormai non credo più di essere pazzo, succede qualcosa di speciale quando una persona a cui siamo particolarmente legati ci lascia, per qualche assurdo motivo percepiamo ancora la sua presenza, anche se il corpo non c'è, l'anima ci è vicini e ci guarda, ci protegge, ci ascolta, ci aiuta.
Non credo in Dio, non credo nel paradiso o in qualcosa dopo la morte, ho imparato a credere nell'amore e se sta bastando a mantenermi in vita, allora continuerò a farlo.

-Non lo so.-

Aspiro profondamente con il capo abbandonato al poggiatesta del sediolino, rispondendo a quella domanda mentre il rumore dei clacson riempie le mie orecchie, insieme alla sua voce.
Menomale che l'agente di sicurezza non è dietro di me, risulterei proprio pazzo a parlare con la mia macchina.

-Certo che lo credi! Altrimenti nun penseresti sempre a' sta' storia, Fabrì!-

-Il punto è che mi ha mentito, Mike!-

Sbotto, lasciando un nuovo colpo al volante facendo scappare per sbaglio un colpo di clacson, guadagnandomi le occhiate torve degli altri conducenti affianco a me.
Sbuffo, distogliendo lo sguardo.

Per un attimo non sento più quella voce, poi ritorna.

-Nun è vero. Non te l'ha detto e basta.-

-È lo stesso.-

-Aridaje, nun è lo stesso é diverso. Nun penso tu ce dica tutto a Ermal, soprattutto le cose insignificanti.-

Mi rivolgo con lo sguardo al sediolino affianco al mio, naturalmente vuoto, ma con uno sguardo di rimprovero come se davvero ci fosse seduto qualcuno lì.

-Questo era importante, Mike.-

-Nun per lui, Fabrì! Lo conosci meglio di chiunque, pure di me!-

Io mi ricorderò di te. |MetaMoro|🥀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora