Capitolo 11 (parte prima)

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Premessa:
A questo capitolo non sarà allegata una canzone, perché sarà presente direttamente nella seconda parte.

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Anita è bellissima.
A volte la guardo incantato anche mentre dorme o semplicemente mangia cioccolata.
Capelli ricci, scuri, adoro accarezzarli e farla addormentare così, stupendi occhi marroni che ti guardano fin dentro, finché non gli hai detto tutto, veramente tutto.
Anita ha sei anni e la conosco da quando ne aveva solo tre e un orsacchiotto spelacchiato in braccio,sono passati tre lunghi anni da quando ci siamo incontrati per la prima volta.
Sta crescendo, ma a parte il suo aspetto fisico, continua a non cambiare nulla in lei.

Anita si esprime con le emozioni, un po' come me.
Se è triste si nasconde in un angolo e non usa la voce. Se è felice ti saltella intorno sorridendo, se è arrabbiata sbatte i piedi a terra e ti manda via. E io, dopo tutto questo tempo ho imparato ad interpretare ogni suo gesto, amandola giorno dopo giorno sempre di più, innamorandomi di mia figlia sempre di più.

Ora è qui davanti a quelli che per tre anni ha imparato a vedere e sentire come i suoi genitori, solo che uno dei due è andato via per un po' e Anita non è riuscita a dimenticare.
Lo guarda intensamente, con i piedi scalzi sul pavimento freddo e gli occhi pieni di gioia, lascia cadere il peluche che ha in mano, in un istante raggiunge Ermal, ancora in piedi accanto al divano, stringendosi forte alla sua gamba.
Ed è proprio questo che intendo con 'esprimersi con le emozioni'.

-Ciao Anita.-
Ermal si abbassa, staccandola dalla sua gamba e carezzandole i capelli le sorride.
E lei, felice, le carezza il viso sorridendogli, attorcigliando un suo riccio attorno al dito, prima di buttarsi tra le sue braccia abbracciandolo.
Distolgo lo sguardo da quella scena verso la finestra, per cercare di mandar a fanculo le lacrime dai miei occhi e il groppo alla gola.
Una famiglia, ecco cosa vedo di nuovo in questo momento.

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Hanno parlato per un po', io ho sentito poco perché ho preferito allontanarmi non volendo essere di troppo.
Sono ancora in cucina quando vedo Ermal alzarsi dal divano accanto a lei per avvicinarsi alla finestra e rispondere al telefono, abbassando la voce ad ogni parola.
Mi avvicino arrivando in salotto, Anita sta guardando la televisione e lui sta già infilando la giacca quando attiro la sua attenzione con un colpo di tosse.
Si volta, incontrando il mio sguardo.

-Te ne vai?-

-Già, devo tornare a casa mia, ho da fare alcune cose e poi stasera ho un appuntamento. Steve sta venendo a prendermi. -

Quel nome mi infastidisce, anche se effettivamente non ho mai parlato con il diretto interessato. Porto le braccia al petto conserte, guardandolo con un sopracciglio alzato mentre si sistema la sciarpa leggera, coprendo beni i segni rossi ancora evidenti sul suo collo, che nel vederli mi fanno sorridere compiaciuto.

-Hai un appuntamento?-
-Si, perché mi guardi così, ti importa?-
-Stasera piove-
Taglio corto semplicemente facendo spallucce e continuando a fissarlo,
con finta aria divertita.

-Tanto saremo al coperto, ripeto ti importa?-
-Ti ho solo informato sul meteo. -

Non sarei riuscito a dirgli che 'si, mi importa eccome.'
Cosi ho preferito la parte dello stronzo menefreghista, ma lui non apprezza per niente anzi ci resta un po' male rivolgendomi un'occhiata indecifrabile, avviandosi alla porta.

-Perfetto grazie per l'informazione, ora devo andare.-

Provo a dire qualcosa, ma quello che esce dalla mia bocca sono solo tanti sospiri.
Sono un coglione.
Prima di uscire Ermal si avvicina ad Anita e le carezza i capelli prima di lasciarci un bacio.

Io mi ricorderò di te. |MetaMoro|🥀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora