JiminMentre i miei occhi fissano il cappuccino fumante sotto al mio naso, le mie dita tamburellano sul piano freddo del tavolo posto al centro del salone di casa mia. Sono solo, di nuovo. Non che sia una novità per me, sono abituato all'aria gelida che fa invidia alle temperature basse di Seoul che gira per le stanze del mio appartamento bianco, semplice, vuoto, come me. Non penso di potermi definire un ragazzo stravagante, sono sempre stato un po' diverso. Forse fin da piccolo ho capito troppo in fretta che non si sopravvive assecondando le aspettative degli altri, di conseguenza mi sono sempre chiuso nel mio mondo fatto di colori semplici, cappuccini bollenti, maglioni esageratamente grandi e scarpette da ballo.
Mi volto leggermente per dare un'occhiata a camera mia, troppo disordinata per i miei gusti: il letto è ancora sfatto, le lenzuola sporche toccano il pavimento dove sono sparsi i miei vestiti.
Senza distogliere lo sguardo da quelle quattro mura che hanno assistito ai peccati più lussuriosi a cui sarò eternamente condannato, porto la tazza di cappuccino bollente alle mie labbra. Faccio vagare i miei occhi dal letto alla mia scrivania, ma inaspettatamente quasi non mi strozzo ritrovandomi ad osservare una scena terribile quanto onesta.
Mi avvicino alla sedia posta di fianco al mio letto e come ricordo della notte indecente che ho trascorso, con un fazzoletto tra le mani e il desiderio di scomparire all'istante, raccolgo un preservativo usato affiancato da un bigliettino che stritolo tra le mani.
"Fosse stato per me ne avremmo usati molti di più.
Richiamami 4 98 54 09 09 ;)"Mi avvicino al bagno e getto tutto dentro al cestino -Ew.- commento, mentre osservo alcune cifre del numero telefonico già bagnate da liquido seminale.
Mi lascio sfuggire un altro verso disgustato mentre torno in sala. Nemmeno ricordo il nome della persona che ho trascinato tra le mie lenzuola, ma non è comunque rilevante. Oggi è un altro giorno, e ciò che è successo prima di aver chiuso gli occhi non ha più importanza; ho imparato a convivere con i miei desideri e le mie aspettative senza aver nessun rimorso. Quando ho bisogno di sfogarmi, di liberare la testa e di sotterrare l'ansia, assecondo le mie richieste incoraggiato dallo stesso pensiero che sembra essersi tatuato sulle pareti del mio cervello da parecchio tempo: un ragazzo vale l'altro.
I miei pensieri vengono bruscamente interrotti dal suono acuto del campanello. Lancio un'occhiata veloce all'orologio constatando che sono le 8:17 del mattino e solo un pazzo verrebbe a rompere a quest'ora.
Un pazzo, o il mio migliore amico.
-Stavo giusto pensando che solo uno svitato poteva venire a bussare alla mia porta alle otto del mattino, accomodati pure Tae.-
La sua espressione serena viene velocemente sostituita da una smorfia di disprezzo. Mi supera entrando in casa mia senza farsi troppi problemi, -Fammi indovinare, hai scopato e lui ti ha chiesto di sposarlo perché gli hai regalato l'orgasmo migliore della sua vita?-
Taehyung non aveva bisogno di sentirselo dire, ormai lo sapeva: è un fratello per me. E' l'unica persona che mi ha accettato per quello che sono sempre stato, mi ha visto crescere, mi ha visto cambiare e mi è stato accanto quando nessuno aveva il coraggio di farlo.
Ci conosciamo dai tempi della scuola elementare, ci siamo ritrovati ad essere compagni di banco all'età di 7 anni, ricordo come se fosse ieri la prima cosa che mi disse: "Hai delle guance strane." Io gli risposi a tono che anche lui aveva un naso strano, caratterizzato da un neo che notai subito. Lui rise, io con lui. Da quel momento il nostro legame non fece altro che rafforzarsi, fino ad arrivare al liceo, quando capii che senza di lui sarei stato perso. Se oggi mi soffermassi un attimo e fotografassi questo momento, mi verrebbe quasi da ridere osservando l'immagine di due ventenni che non hanno avuto il coraggio di dirsi addio ritrovandosi a bere caffè e latte alle otto di mattina, insoddisfatti della vita, ma con la certezza di bastarsi a vicenda per affrontare un altro giorno.
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the good side - Jikook
Fanfiction-Ti odio.- mormoro con un filo di voce. Lui abbassa il volto sconfitto, ma avanza lentamente verso di me. Stringo i denti ed inspiro in silenzio il suo profumo permettendogli di rendermi piccolo come una briciola e leggero come una foglia, così d'i...