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I giorni passano, le temperature si abbassano, il freddo aumenta. Tutto intorno a me sembra muoversi lentamente, eppure io sono spaventosamente statico.

Mi sto muovendo? Sto facendo progressi? Sono felice?

La mattina mi alzo, bevo il mio solito cappuccino, mi infilo un paio di scarpe e con una sciarpa enorme al collo affronto il gelo di Seoul, arrivo in accademia e ballo, finite le lezioni evito ogni tipo di sguardo e con le gambe ancora doloranti corro in caffetteria per il turno, arrivata sera torno a casa e sono così stanco che non riesco neanche a prendere in mano il telefono.

Perché il mio cuore batte ancora? Jungkook.

Per quanto possa farmi male ammetterlo, l'unico momento della giornata in cui mi sento libero ancora una volta è quando il mio corpo viene stretto dalle sue braccia. La preoccupazione di fare qualcosa di immorale e completamente sbagliato non fa altro che aumentare l'adrenalina che gira freneticamente nel mio corpo, e così mi lascio andare sfinito. Lui mi prende così come sono, senza trucco, senza forza, senza fare domande, senza più dire nient'altro, come piace a me.

-Questa sera sei a casa?- La sua voce mi fa sobbalzare, mi volto di scatto guardandolo negli occhi. -Hey, che hai?- mi chiede piegando leggermente la testa per cercare di studiare il mio sguardo.

-Niente,- comincio, mi stiracchio guardandomi intorno. L'aula di danza è occupata solo dallo staff e da noi due, quindi mi allontano per non dare all'occhio. -sono stanco.-

Mi volto dandogli le spalle e con la consapevolezza che mi seguirà, mi avvio verso lo spogliatoio. Una volta arrivato alla mia panchina mi sfilo la tuta, ma non appena allungo un braccio verso la mia borsa per prendere il cambio, la porta si apre. Non mi giro, immaginando già il volto del ragazzino; quello sguardo curioso e indagatore che non lascia mai il suo viso. Ad un tratto la sua figura appare davanti ai miei occhi, si siede sulla panchina affianco ai vestiti e comincia a guardarmi rimanendo in silenzio.

Inizialmente faccio finta di niente, decido di ignorare il calore che mi sta assalendo da quando i suoi occhi si sono fermati sul mio corpo, poi però comincio a non sentire più aria nei polmoni così dopo aver abbassato con violenza la mia felpa fino a metà gamba, mi blocco.

-Che hai da guardare?- chiedo.

Lui ghigna, i suoi occhi si piegano formando due mezze lune troppo dolci ed innocenti per essere abbinate al sorrisetto furbo che si è stampato sul suo volto.

-Togliti quell'espressione da ragazzino, ragazzino.- commento cominciando a sentire le guance riscaldarsi.

Il mio tono di voce lieve non fa altro che peggiorare le cose, infatti poco dopo si alza e mi ritrovo sovrastato dalle sue grandi spalle. Indietreggio.

-Non voglio disturbarti- mormora appena la mia schiena tocca il muro. -Vuoi che me ne vada?- chiede, con tono sicuro.

E con quale forza potrei mandarlo via?

-No.-

Un suo dito comincia a sfiorare il mio mento mentre i suoi occhi si abbassano sulle mie labbra. -Allora rispondimi, questa sera sei libero?-

Solo il suo tono basso e graffiato e la sicurezza con cui si sta muovendo mi manda la testa in tilt, così sopraffatto dalle emozioni e troppo debole per oppormi annuisco. -Sì, sono libero.- rispondo flebilmente.

Sono libero per te. Sono libero con te. Sono libero e basta.

All'improvviso e con fin troppa prepotenza unisce le nostre labbra facendo scontrare la mia testa contro il muro e nello stesso istante in cui gemo per il dolore, le mie braccia lo stringono maggiormente al mio corpo. I nostri fiati diventano tutt'uno, respiro la sua aria e mi nutro delle sue labbra non riuscendo a farne a meno. Le nostre lingue si toccano e si spingono a vicenda mentre le sue mani scorrono su tutto il mio corpo, senza esitazioni. Mi lascio toccare da lui, mi lascio prendere come vuole, mi rilasso inebriandomi del suo profumo.

the good side - JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora