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Osservo il mio riflesso allo specchio senza riuscire a fare qualcosa per cambiare quello che vedo. Ho sempre amato curare il mio aspetto, ma questa volta è diverso; non vedo solo un ragazzo che ha degli obbiettivi e che lotta tutti i giorni per raggiungerli, vedo anche un ragazzo con il cuore spezzato, le occhiaie e gli stessi vestiti sporchi, vedo un ragazzo che finge di essere grande per non far cedere anche chi si preoccupa di lui, vedo un ragazzo che soffre ogni volta che varca la soglia di casa, vedo un ragazzo rotto.

Faccio scorrere un dito sulla pelle del mio viso cercando di coprire con il correttore ciò che non deve essere visto, poi mi aggiusto i capelli e indosso il cappotto.

Mi avvio verso la porta mentre prendo il telefono per chiamare Taehyung, ma quando inizio a cercare il suo numero nella rubrica, il citofono comincia a suonare ripetutamente.

Esco di casa ancora insicuro dei piani di questa sera, anche se è l'ultimo giorno dell'anno, per me è come se fosse un giorno qualsiasi. Non percepisco nessun cambiamento, nessuna gioia, nessun avvenire. È come se fosse una serata come le altre, noiosa e fredda.

Eppure mi incammino verso la macchina del mio migliore amico, sistemandomi ancora i capelli non riuscendo comunque a smettere di toccarli.

-Jimin-ah!- urla Hoseok abbassando il finestrino.

Apro la portiera ed entro in macchina, -Ciao Hyonsu.- seduto sui sedili posteriori, il mio compagno di danza mi sorride facendomi spazio.

-Hey.- mi saluta senza interrompere il nostro contatto visivo.

Sentendomi osservato mi giro verso Taehyung affiancato da Hoseok, il quale non ha smesso di guardarmi da quando sono uscito dal mio palazzo.

-Ciao Hobi hyung, Tae- sforzo un sorriso prima di sistemarmi nel mio posto -dove si va?- chiedo fingendomi entusiasta.

Noto il piccolo sorriso del mio migliore amico che senza ombra di dubbio, sa perfettamente qual è il mio vero stato d'animo e ha puntualmente colto la falsità del mio tono. Osserva la strada prima di ghignare, e mette in moto.

-Namjoonie e gli altri hanno organizzato una festa ad Hongdae, dista più o meno dieci minuti da qui.- mi risponde tranquillamente Hobi.

-Hongdae?- chiedo confuso.

-È simile ad un quartiere, è dell'università di Hongik, quindi troveremo facilmente studenti di ogni età.- Hyonsu prende ancora parola, richiamando la mia attenzione.

Mentre Tae rallenta ad un semaforo, mi soffermo velocemente sul suo aspetto illuminato dalle luci notturne; i suoi capelli neri sono tirati indietro in modo ordinato, lasciando risaltare le sue sopracciglia folte e nere, le ciglia lunghe nascondono due gocce nere come il carbone, ma ciò che contrasta il suo viso pallido sono le sue labbra rosse e carnose. Un lungo cappotto nero nasconde il suo fisico slanciato e dalle lunghe maniche  risalta un grosso anello d'argento, insieme alle curve imperfette delle vene sulle sue mani.

-Oh Hyonsu-ssi, Jimin sa benissimo cos'è Hongdae.- Taehyung mi punzecchia con il suo solito tono, guardandomi di sfuggita dallo specchietto retrovisore.

Distolgo lo sguardo dal mio compagno e torno ad osservare la strada, la stessa che percorrevo solo qualche anno fa. La strada della disperazione, dell'illusione e del tradimento, la strada falsa e bugiarda, la strada traditrice; ho iniziato a frequentare il quartiere di Hongik quando Jungkook se ne andò, dopo aver impiegato troppo tempo a piangere e a ripensare a tutto ciò che non andava in me, decisi di lasciarmi andare scivolando in un tunnel senza luce e forse senza uscita. Non ero più nessuno, e di conseguenza non avevo più niente da perdere.

Ero vuoto, ma quando mettevo piede in quel quartiere, le notti iniziavano ad essere meno buie ed io mi sentivo meno solo. Cominciai a frequentate Hongik con l'intento di uscire di casa per divertirmi un po', e invece mi feci prendere dall'aria frizzante e dalla musica alta, dai cocktail colorati ai superalcolici che mi fecero uscire di testa. Mi svegliavo a malapena la mattina, e la prima cosa a cui pensavo era la lunga giornata che mi avrebbe fatto perdere tempo; volevo la notte, desideravo il buio ed il caos. Così in un battere di ciglia mi ritrovai ad essere un miserabile, un corpo, un'ombra.

the good side - JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora