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Mi guardo allo specchio più attentamente per controllare un'ultima volta la mia figura. Sistemo più accuratamente la maglia bianca di velluto dentro i jeans neri che mi avvolgono le gambe, il mio sguardo ricade sulla scollatura a V che lascia scoperta la mia pelle chiara, sarà troppo per una serata al bar? Sbuffo sonoramente non appena le mie pupille si soffermano sulle due terribili occhiaie che si sono formate sotto ai miei occhi, così mi dirigo verso il bagno per prendere il correttore.

Questo venerdì è stato straziante e il fatto che non dormo più regolarmente non fa che aggravare la situazione; oggi dopo aver lavorato tutta la mattina tra sorrisi falsi e caffè fumanti, mi sono diretto in accademia anche se non avevo lezione, l'ho fatto solo per distrarmi. Ho trovato un'aula e ho cominciato a danzare come se non ci fosse stato un domani, concentrandomi solo sul mio corpo che seguiva la musica.

Mi passo così un po' di correttore sotto gli occhi, ma all'improvviso sobbalzo appena sento il campanello di casa. Mi avvicino alla porta immaginando già la faccia del mio migliore amico che ho deciso di ignorare da quando sono uscito infuriato dal suo bar, e con il correttore ancora in mano, spalanco la porta di casa, ma non appena metto a fuoco il ragazzo che mi sta guardando, il mio cuore cessa di battere per un secondo.

Jungkook, con il solito cappotto nero che copre tutto il suo corpo lasciando scoperte le gambe strette in un paio di jeans chiari, mi guarda con il solito ghigno sarcastico stampato in faccia, consapevole di provocarmi delle crisi interiori ogni volta che i nostri sguardi si incrociano.

-Hey.-

-Cosa- cosa ci fai qui? Taehyung non ti ha- -

-Jimin-hyung, sono solo passato a prenderti per non fare la figura del coglione presentandomi da solo, lo sai che non mi piace.- commenta con un tono scocciato, poi un piccolo sorriso si fa spazio sulle sue labbra -Non ti mordo, prometto.- conclude, con tono fastidiosamente innocente.

Lo guardo combattuto prima di spostarmi per farlo entrare. Si guarda attorno esattamente come l'ultima volta che è stato qui, con gli stessi occhi grandi e il sorriso di una persona che si sente al sicuro, così lo lascio fare mentre raggiungo il bagno per finire il mio lavoro.

Mentre tampono con un dito la mia pelle marchiata, un ombra mi distrae inevitabilmente. Mi volto infastidito dal solito pizzichio allo stomaco provocato dalla sua presenza, lui invece è a due passi da me con il corpo poggiato sullo stipite della porta e il labbro incastonato tra i denti.

Lo guardo accigliato. -Che c'è?-

Si avvicina percorrendo quella piccola distanza che ci separava un secondo fa. La sua figura mi sovrasta costringendomi ad alzare di poco il viso per guardarlo negli occhi, le sue mani afferrano il correttore che stringo tra le mie e lo posano sul lavandino.

-Non ne hai bisogno.- mormora senza distogliere il suo sguardo dal mio viso.

D'istinto faccio un passo indietro percependo il pericolo della situazione, la pesantezza delle sue parole, l'amarezza del suo sguardo vuoto.

-Non farlo.- comincio, abbassando lo sguardo -Non parlarmi in questo modo.-

I miei occhi registrano il movimento nervoso delle sue dita che si sfiorano a vicenda prima di posarsi sul mio mento, costringendomi a guardarlo negli occhi. Non trovo il tempo di interpretare il suo sguardo che il suo pollice ripercorre i lineamenti delle mie labbra, distraendomi di nuovo. Solo questo semplice gesto mi porta ad inclinare la testa di lato concedendomi di ricevere solo un po' più di contatto, e aiutandosi con l'indice, inizia ad accarezzare ogni dettaglio del mio viso. Dalle sopracciglia, alle palpebre, al naso, alle guance, alle labbra e al mento, mi accarezza come si accarezzano i fiori.

the good side - JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora