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È qui.

L'unica voce che sento nella mia testa continua a bisbigliare la stessa cosa. Lui è qui.

Non ho avuto il tempo di metabolizzare la sua presenza, forse è per questo che sono fin troppo calmo, come se all'improvviso avessi alzato una barriera che nemmeno il suo sguardo può distruggere; i miei occhi lo evitano, il mio corpo segue la musica e i miei movimenti sono lenti, rilassati, delicati.

Ma io percepisco inevitabilmente il suo sguardo su di me, percepisco che nei momenti morti i suoi occhi cercano i miei come se stesse urlando disperatamente "Guardami.".

E per un momento i miei occhi hanno incontrato i suoi, io ho quasi sorriso notando quanto sia cresciuto, quanto sia diventato grande e sorprendentemente sensuale. Mentre scatta osserva ogni persona che gli si presenta davanti con lo stesso ghigno provocatore, ha la capacità di rendere sua ogni cosa e gli basta un semplice sguardo. E' sempre stato così.

-Jimin, adesso.- la voce del professor Hui mi riporta bruscamente alla realtà e in meno di un secondo sono al centro della sala.

Mentre mi muovo sento il suo sguardo bruciarmi addosso, ogni passo, ogni ruota e ogni movimento di fianchi sembra rivolto a lui che dietro a quella macchina fotografica studia ogni cambiamento del mio corpo che può godersi attraverso la sottile tuta color pelle che sto indossando, consapevole di assistere ad uno spettacolo tutto suo.

-Fermi, ehm, scusate.- mi blocco all'improvviso al suono della sua voce. -Potrei chiedere al ballerino Park di riprodurre l'atto precedente? Credo siano venti secondi fa, potreste gentilmente portare indietro il brano? Grazie.-

Lo fisso mentre si rivolge allo staff in modo delicato e allo stesso tempo diretto. Ho smesso di contare le volte in cui i miei polmoni hanno trattenuto una quantità eccessiva di ossigeno, ma il suo sguardo scotta sul mio corpo.

Il brano viene re-impostato a venti secondi prima come chiesto da lui ed io rimetto in posizione, poi riparto con i passi.

Si avvicina pericolosamente al mio corpo. -Più lentamente.- la sua voce bassa mi provoca un leggero brivido che per poco non mi fa perdere l'equilibrio.

Incrocio i suoi occhi e mi stampo nella mente il modo in cui mi sta guardando ora, decisamente diverso da come mi studiava innocentemente in passato, poi cercando di sembrare più leggero di una piuma, mi allungo in una mezza spaccata e piego la schiena all'indietro ruotando leggermente. Il dolore fisico che sto provando non è niente in confronto all'espressione con la quale mi sta spogliando in questo momento.

Dopo aver scattato qualche foto si ferma e mi guarda negli occhi, consapevole di aver appena scatenato l'inferno dentro di me.
-Meraviglioso.- sussurra.

Quasi non crollo sul posto; per un piccolo istante, posso giurare che in questa stanza di muri a specchio, ho visto solo lui.

All'improvviso si volta verso lo staff, -A me può bastare.-

Jung Hui batte la mani entusiasta e si avvicina al fotografo.
-Molto bene, come gli sono sembrati i ballerini?

Pietrificato, cerco di mantenere un atteggiamento professionale osservandoli da lontano. Come può chiedere ad un fotografo come gli erano sembrati dei ballerini? Che ne sa Jungkook di danza?

Il suo sguardo studia velocemente ogni nostra espressione con un piccolo sorriso dipinto in volto, poi mi osserva.
-Beh, per quel che ho visto, a dir poco lussuriosi.-

Istintivamente mi mordo l'interno guancia. La tensione è così palpabile che per poco non mi taglio la pelle con la stessa aria che sto cercando di respirare da quando ho rivisto il ragazzino.

the good side - JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora