Chapter 8

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*Julia's point of view*
La mattina seguente parlai con Charlotte degli ultimi avvenimenti di questi mesi passati senza esserci viste.
"Ah, mi sono persa parecchio quindi!"
"Eh già. A proposito, tu non dovresti essere a Londra?"
"Ho finito gli esami quindi ho deciso di prendermi una vacanza da quell'ambiente. Inoltre tra due settimane è il tuo compleanno quindi ho pensato che sarebbe stato carino festeggiarlo insieme!"
"Aigooo! Grazie Lottie... anche se come puoi aver notato, non è il mio periodo migliore."
"Lo so Jules —da quanto tempo non le sentivo pronunciare quel mio vecchio soprannome. Dovresti chiarire con Mae, comunque. Il prima possibile."
"Hai ragione, adesso forse è meglio che vada. Anzi, vuoi venire con me? Così poi ti porto a fare un giro, è da un po' che non vieni a Seul."
"Volentieri!"
Io e mia sorella ci dirigemmo verso il mio appartamento e non appena entrammo, vedemmo tre valigie enormi poste davanti a noi.
Tutt'un tratto la figura di Mae si mostrò in salotto.
"Ah Julia, menomale che sei qui."
È felice di vedermi? Mi ha perdonata?
Meglio, magari con questo spirito sarà più facile fare pace.
"Tieni le chiavi."
Cosa? Mi stava dando le sue chiavi del nostro appartamento?
"Mae? Cos-"
"Vado a vivere con Jiho. L'appartamento è tuo. Puoi tornare a vivere qui."
Prese le valigie, chiuse la porta dietro di sé e se ne andò definitivamente.
"Ma che comportamento è?" Chiesi sbigottita a Charlotte.
"Lasciala perdere. È un comportamento talmente infantile che non ne vale la pena farsi troppi problemi."
"Forse hai ragione...Beh ora posso tornare a vivere qui almeno. Alloggi da me finché rimarrai qua?"
"Proprio così."
Dopo qualche ora impiegata a riposizionare tutti i mobili e rimettere le mie cose al proprio posto io e Charlotte ci sedemmo a parlare al tavolo della cucina.
"Allora... il ragazzo con te ieri sera era Lucas suppongo."
"Yukhei- si chiama Yukhei."
"Uh, sì certo, scusami." Ridacchiò alzando le mani in segno di resa.
"Era lui."
"E... come sta andando?" Chiese aggiungendo un tono di malizia.
"Va esattamente come deve andare." -feci una piccola pausa tramite un sospiro- "Secondo il copione."
"Ma smettila di fare la drama queen per una volta."
"Eonnie, è un dato di fatto."
"Controllerò personalmente."
"Fai come vuoi, Lottie."
Sospirò scuotendo leggermente la testa.
"E i suoi amici ti stanno simpatici?"
"Si tantissimo. Sono degli amori! Sai sono 18 nel gruppo e la fascia d'età è molto ampia! In più sono davvero tutti dei ragazzi dal cuore d'oro e pieni di talento. Secondo me potrebbero starti simpatici."
"Molto probabile, insomma mi conosci~"
"Ti va di incontrarli?"
"Si, sarebbe stupendo."
"Chiamo Yukhei e glielo chiedo."
Lottie mi rivolse uno sguardo incomprensibile accompagnato da un sorrisetto inquietante.
Scossi la testa e lo chiamai.
"Pronto?"
"Ciao Xuxi."
"Hey Jagi."
"Stavi provando? Hai il fiato corto, se vuoi ti richiamo più tardi."
"Hey tranquilla, dimmi pure."
"Ti va se stasera ci vediamo tutti insieme nel vostro dormitorio? Così potrei farvi conoscere mia sorella."
"Va benissimo, a dopo."
"A dopo."
Chiusi la telefonata e rivolsi la mia attenzione a Charlotte.
"Mhhh... Xuxi eh?"
"È il suo nome, cretina."
"Mica si chiamava Yukhei?"
"È una storia complicata."
Ridacchiammo leggermente.
Successivamente ci preparammo per uscire a fare un giro tra le strade della bellissima Seul, amavo quella città.
Charlotte sfortunatamente l'aveva visitata davvero poco, poiché i suoi studi non le permettevano di avere il tempo necessario per stare più di qualche giorno.
Ma ora che aveva concluso gli esami sarebbe rimasta più a lungo e onestamente ne ero molto lieta.
Durante la tappa caffè da Starbucks Charlotte sviò la chiacchierata dirigendola verso un brutto proseguimento: iniziò a parlare dell'argomento più delicato del momento, il mio debutto.
Ero davvero euforica di riuscire finalmente a realizzare il mio sogno, nonostante tutti gli sforzi e crolli, tuttavia c'era qualcosa che mi frenava.
La paura.
Se il pubblico non mi avesse amato?
Se fosse stata troppo dura?
Se non fosse stata la strada giusta per me?
Scossi la testa e presi un respiro profondo scacciando quegli incubi gironzolanti dalla mia psiche.
"La data è già stata fissata, giusto?"
"Si, il 21 di Novembre."
"Ma è esattamente a una settimana dal tuo compleanno! È fantastico, non trovi?"
"Si... fantastico." Risposi con un filo di voce.
"Hey... che succede?" Si avvicinò poggiandomi una mano sul braccio.
"Sono un po' agitata."
"È normale che tu lo sia, sarebbe inquietante altrimenti. Magari parlane con Minho, lui ci è già passato, potrebbe darti qualche consiglio."
"Lottie, so che non te lo dico spesso ma... hai proprio ragione! Grazie! Ascolta, che ne dici di andare a sistemare i tuoi bagagli da me? Io devo correre da Minho. Ecco le chiavi."
"Vai pure, scema." Ridacchiò per poi incamminarsi nella direzione opposta alla mia.
Proseguii il mio percorso fino all'agenzia, sicura di trovare il mio migliore amico nella sala canto.
"Minho, ho bisogno di te."
"Julia! Sono proprio contento di vederti!"
Mi abbracciò affettuosamente il ragazzo.
Aveva capito esattamente di cosa avevo bisogno in quel momento.
"Scommetto che sei venuta da me per il panico pre-debutto... Non ho forse ragione?"
"Hey!" -lo colpii leggermente sul braccio- "Come lo sai?"
"A tre settimane dal grande evento anche io ebbi i tuoi stessi pensieri."
"E poi come hai superato le tue ansie e paure?"
"Non l'ho fatto. Ho debuttato perché era una cosa che dovevo fare, ma ciò non significa che io non fossi spaventato. Non fare il mio stesso errore, voglio che tu ti goda il tuo momento." -mi accarezzò la guancia dolcemente- "Ti ringrazio Minho. Non so davvero cosa farei senza di te."
"Di niente Julia. Comunque il consiglio che ti suggerisco di seguire è di prendertela secondo tutti i tuoi criteri. Ormai sei arrivata al traguardo. Ignora le pressioni di quei vecchi agenti, evita di entrare sul web. Goditela. Festeggia il tuo momento e sii serena."
Intravidi nei suoi occhi un'emozione forte, probabilmente dovuta a tutti i suoi ricordi creatosi durante gli anni della sua carriera.
Il tono della sua voce mi rilassò completamente, era come se il mio fratello maggiore mi stesse tranquillizzando dopo aver confessato i miei peccati ai nostri genitori.
Ero così grata di avere una persona come Minho accanto a me.
Mi supportava quando ne avevo il bisogno e mi faceva riflettere sui miei errori quando necessario.
Non appena il ragazzo concluse le sue ore di training, passammo una mezz'ora in totale relax al bar vicino all'agenzia.
Mi chiese di Lucas e nonostante io cercassi ininterrottamente di rinnegare i miei veri sentimenti verso di lui, non potei fare a meno che dirgli la verità.
Non è che mi piacesse, è solo che mi faceva stare bene.
"Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto." Ammise Minho con un'espressione di chi la sapeva lunga stampata sul volto.
Lo colpii scherzosamente sulla spalla e ridacchiammo leggermente.
"Ma anche lui prova qualcosa?"
"Non lo so, tu lo conosci, sai com'è fatto. Non si capisce mai a cosa pensi realmente, sembra prendere tutto come uno scherzo. So che non è così, è solo il suo modo di fare, ma sinceramente non riesco a capirlo."
"Buffo, lui ha detto che lo capisci a menadito."
Quella frase mi colpì inaspettatamente.
Stetti per chiedergli spiegazioni ma lui mi batté sul tempo.
"Come hai detto tu, sai che è la sua maniera per affrontare il mondo. Non tutti l'hanno capito ancora."
E se Minho avesse ragione?
Dopotutto Lucas non era tutto questo grande punto di domanda come lo dipingeva la mia mente.
D'un tratto il mio flusso di pensieri fu interrotto dalla suoneria di un messaggio del mio cellulare.

Xuxi
Yah Jagi! Io e i ragazzi abbiamo finito di provare per oggi. Ora ci stiamo rilassando al dormitorio. Tu e tua sorella volete passare a fare un saluto?~

"Scusa Minho, ora devo proprio andare. Ci vediamo in agenzia nei prossimi giorni?"
"Certo, divertitevi." Mi strizzò l'occhiolino.
Sorrisi scuotendo lievemente la testa e lo salutai con un abbraccio per poi avvisare mia sorella di farsi trovare pronta.
"Emozionata?" Le domandai una volta entrate nell'edificio dove vi erano situati i dormitori.
"Un pochino." Arrossì.
Bussai all'entrata che portava nel loro dormitorio e in un batter d'occhio la figura di Lucas si presentò davanti a noi.
"Ciao Xuxi." Mi abbracciò.
"Ciao Yobo."
"Yukhei, lei è mia sorella Charlotte. Charlotte lui è Yukhei."
Si inchinarono rispettivamente l'un l'altro e successivamente passando per il corridoio andammo a cercare gli altri membri.
Dopo aver fatto tutte le dovute presentazioni a Ten venne la grandiosa idea di giocare ad obbligo o verità.
Ci sedemmo uno affianco all'altro in cerchio sul pavimento del salotto per poi iniziare il gioco.
"Premessa: chi non dice la verità o chi non completa l'obbligo dovrà subire una dura penitenza, tutto chiaro?" Domandò il thailandese alzando la voce.
Dopo aver ottenuto il consenso di tutti il castano parlò.
"Mhhh, Johnny. Obbligo o verità?" Chiese Jaehyun.
"Obbligo." Rispose sicuro il ragazzo dai capelli corvini.
"Ti obbligo a tenere in braccio Chenle per tutto il prossimo giro."
Scoppiò una risata fragorosa dovuta alla richiesta inaspettata del ragazzo.
Dopodiché alla dolce vista di quella scena, partì un coretto di "Aigoooo."
"Yuta, obbligo o verità?" Domandò Jeno al giapponese che sembrava essersi perso in un'altra dimensione.
"Ehm, verità." Rispose poco convinto, drizzando la schiena.
"C'è qualcuno qui presente, a parte WinWin, a cui vorresti dare un bacio?"
"Woaaaah." Fu la risposta collettiva degli hyungs.
Yuta, palesemente in difficoltà, con tono insicuro fece il nome di mia sorella.
Entrambi arrossirono violentemente.
Successivamente il canadese prese parola.
"Taeyong, obbligo o verità?"
"Obbligo." Rispose sicuro il leader.
Mark si guardò intorno per poi posare gli occhi su di me e improvvisamente un sorrisetto nacque sulle sue labbra rosee.
"Il tuo obbligo è quello di fare 7 minuti in paradiso con Julia."
Il resto del gruppo strabuzzò gli occhi mentre qualcuno batteva leggermente le mani ridacchiando, conoscendo le note intenzioni di quella richiesta.
Taeyong sembrò fucilare il canadese con lo sguardo, il quale gli mimò con le labbra uno "Scusa Hyung".
Io e il ragazzo ci alzammo e ci dirigemmo verso lo sgabuzzino sotto l'occhio attento dei membri.
Una volta entrati, dopo aver sentito le voci degli altri che avevano ripreso a giocare, ci guardammo imbarazzati.
Lo sgabuzzino era poco spazioso, la distanza tra i nostri corpi era minima e essendo più bassa di lui, dovetti alzare il capo per guardarlo in viso.
La lucina rossa dello stanzino risaltava il colore rosso acceso dei capelli del leader, i quali rivolti all'insù gli donavano un tocco di eleganza.
Da quell'angolazione potei far caso alla struttura definita del volto del ragazzo, e in quel momento mi resi conto di quanto profondi fossero i suoi occhi.
Ad un certo punto, Taeyong si decise a parlare.
"Ti stai divertendo?"
Inizialmente pensai a quanto fosse stata sputata a caso quella sentenza, ma poi riflettendo, capii che Ty stava solo cercando di mettermi a mio agio.
Lo ringraziai mentalmente per quel suo gesto generoso.
"Si, con voi mi diverto sempre." Ammisi.
"E tu?"
"Anche io. Ci fa molto piacere quando ci vieni a trovare. Sai, in genere passiamo del tempo sempre tra di noi e penso che ci faccia bene avere la compagnia di una persona esterna."
"Esterna?" Domandai confusa.
"Ehm- no cioè, non intendev- insomma, nel senso che tu... Aish... Siccome non ci vediamo sempre, le volte che trascorri il tempo con noi...ehm-" Entrò nel panico.
"Hey, tranquillo ho capito." Gli risposi dolcemente e gli sorrisi cercando di tranquillizzarlo.
"Sai, tu e tua sorella siete molto diverse, senza offesa naturalmente."
"Lo so. Fisicamente e caratterialmente siamo l'opposto. Ma sono contenta che lei non abbia il mio brutto carattere."
"Yah! Non sminuirti. Qui tutti pensano che tu sia fantastica."
Dopo quella frase ci guardammo intensamente negli occhi l'uno dell'altra.
Mi ero persa in quel suo sguardo penetrante e lui sembrò aver fatto lo stesso mio errore.
Molto lentamente vidi il suo capo abbassarsi per poi accorgermi che il mio si innalzava poco a poco.
Ci avvicinammo senza distogliere lo sguardo dai rispettivi occhi.
Posò delicatamente la sua mano sulla mia guancia e io mi alzai sulle punte dei piedi.
Improvvisamente successe.
Le sue labbra morbide si unirono alle mie in un bacio casto, dolce.
Non appena realizzai che sue labbra avevano il gusto di ciliegia -probabilmente dovuto al suo burro cacao- sentimmo i ragazzi urlare al di fuori dello sgabuzzino.
"Ragazzi i 7 minuti sono appena finiti. Potete uscire adesso."
Ci staccammo in men che non si dica e ci guardammo nuovamente.
"Omo..." Sussurrai.

Faking It || Wong YukheiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora