Chapter 20

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*Julia's point of view*
Quella mattina mi svegliai molto prima del dovuto, probabilmente a causa dello stress.
Erano circa le cinque del mattino, il cielo era ancora buio e i miei occhi erano concentrati ad osservare un punto non definito del soffitto della mia stanza.
Il giorno del debutto era alle porte.
Dovevo solamente prendere un bel respiro e raccattare tutto il coraggio possibile per poter finalmente mettervi fuori un piede; poi sarebbe fatta.
Decisi quindi di alzarmi e strisciando i piedi a terra lentamente mi spostai verso il bagno per fare una doccia che fosse in grado di farmi riprendere.
Entrai dentro alla cabina e una volta aperto il getto d'acqua calda mi focalizzai sulla sensazione rilassante che le goccioline donavano a contatto con il mio corpo.
Iniziai ad intonare la melodia della canzone Monster di Henry Lau, un'artista che ammiravo parecchio.

And if you let it go
When I'm holding you close
Inside my arms in the moment with you
Right now the time is wrong
I've been writing these songs about
How I can't be with you
But, I don't wanna be a monster
But I've been here for days
Drinking too much now I want you
Can't get you off my brain.
I won't be the one to tell you things and lie to you
If you won't listen, no
I'm not a monster, monster, no.

Alcune piccole lacrime cominciarono a confondersi tra l'acqua proveniente dalla doccia, mentre nella mia mente continuavo a ripetermi I'm not a monster, no...
Lo ammetto, forse cercavo una maniera per auto-convincermi, ma al momento era l'unica cosa che potevo fare per sollevare il mio animo colpevole.
Uscii dalla doccia e mi coprii con l'accappatoio mentre con un asciugamano più piccolo tamponai i capelli umidi.
Guardai il mio riflesso allo specchio e respirai profondamente, calmandomi.
Insomma, quella giornata sarebbe dovuta essere la più gioiosa e vittoriosa della mia vita, stavo finalmente realizzando il mio sogno.
Presi una maschera al carbone per purificare la pelle del mio volto, d'altronde sarei dovuta apparire più che perfetta quella sera.
Nel frattempo che aspettassi che la maschera si asciugasse controllai le mail e ne trovai una non ancora letta da Junseo.
Buongiorno Julia,
immagino che tu sia molto agitata per la tua prima esibizione davanti a tutte quelle persone.
Non ti disperare, sono ormai tre anni che ti prepari a questo evento.
Non mollare, io credo in te.
Con questa mail volevo solamente ricordarti di passare in agenzia nel pomeriggio per fare il check finale prima del debutto ufficiale.
Inoltre volevo lasciarti un ultimo consiglio: hai preferito seguire il tuo sogno pur sapendo che questa fosse la strada più difficile quindi confermami che darai sempre e comunque il massimo, aldilà di tutti gli ostacoli che incontreremo.
Non sei da sola, hai me e tutto lo staff dalla tua parte.
Per concludere, non dimenticarti dell'intervista seguente alla performance, è la parte fondamentale.
Detto questo ti auguro buona fortuna.
A dopo,
Manager Junseo.
La mail del mio manager mi tranquillizzò in parte ma d'altro canto non mi sentivo pronta.
Scacciai questo pensiero negativo dalla mia mente e dopo aver risposto, sciacquai via dal viso la maschera ormai seccata.
Indossai l'intimo per poi mettere dei leggings a vita alta e un top sportivo coperto dalla giacca invernale color mare.
Avendo ricevuto tutte le raccomandazioni possibili ed immaginabili da mia sorella mi sentii più sicura di me stessa e camminai decisa verso la SM, distratta dalla musica delle mie Air Pods.
Davanti all'entrata dell'edificio notai Minho guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa o forse qualcuno.
Non appena mi vide mi corse incontro con il suo solito dolce sorriso stampato sul viso.
Mi abbracciò e poggiandomi la mano sulla schiena mi condusse all'interno del nostro luogo di lavoro.
"Allora, come ti senti?" Mi domandò, quasi certo della mia risposta.
"Esattamente come credi, nervosa." Risposi, emozionata.
"È normale. Devi solo stare tranquilla ed essere te stessa, ti adoreranno." Mi scompigliò i capelli amichevolmente.
"Ti ringrazio, Minho." Lo spintonai scherzosamente.
Mi accompagnò nella sala prove da Junseo prenotata e lo vidi chiudere la porta dietro di noi.
"Ehm... Minho?" Chiesi, confusa.
"Ti aiuto a provare, stare da sola prima di un'esibizione così importante non fa mai bene agli artisti." Confessò.
Lo ringraziai inchinandomi davanti a lui, mostrando tutto il mio rispetto e gratitudine che nutrivo nei suoi confronti.
"Dai alzati trainee, ora fammi vedere di che pasta sei fatta!" Mi sfidò.
Sorrisi competitiva e partita la canzone iniziai a ballare con passione, scorgendo l'espressione di approvazione da parte del ragazzo.
"Trainee a chi, scusa?" Ammiccai con il fiatone, concludendo la coreografia.
"Non vedo Idols qui dentro, a parte questo talentuosissimo e bellissimo ragazzo." Disse indicandosi allo specchio che ricopriva l'intera parete destra della sala.
Cercava di motivarmi per dare il meglio di me, tattica che stranamente funzionò.
Ripresi a ballare quando Minho fece ripartire la canzone e con più impegno e sforzo riproposi i passi precedentemente esibiti.
Dopo altre prove di ballo che sembrarono infinite e una piccola pausa di cinque minuti, il moro azionò nuovamente lo stereo con la base della canzone che avrei dovuto cantare quella sera, intimandomi di cantare il testo.
Mentre lui teneva i quarti con un leggero battito di mani, io mi schiarii la voce per poi intonare le parole.
"Julia, in questa parte è meglio prendere prima il respiro e poi quando arriva l'acuto buttare fuori tutta l'aria. Vuoi provare?" Consigliò il maggiore.
Feci come aveva detto e l'espressione sul suo volto segnava il successo del suo consiglio.
"Si, decisamente molto meglio." Approvò.
Contrariamente alle molteplici prove della coreografia, mi fece cantare poco per "essere prudenti" a detta sua.
Quindi verso l'ora di cena mi fece fare una doccia veloce e successivamente mi portò nel camerino per farmi preparare dalle truccatrici e dagli stilisti.
Il trucco sarebbe stato focalizzato sui miei occhi, con alcune sfumature grigiastre dell'ombretto, una leggerissima linea di eye-liner e molto mascara.
L'acconciatura diversamente dall'outfit era molto semplice: capelli piastrati sciolti con un ciuffo perfettamente laccato verso destra, che lasciavano in mostra i miei orecchini a cerchio.
Il vestito che mi era stato proposto era davvero da urlo, nero luccicante, molto corto, con il décolleté semitrasparente con una collana argento.

Faking It || Wong YukheiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora