*Julia's point of view*
Lucas era ancora arrabbiato con me e siccome il mio ego era smisurato, non mi sbilanciai nel chiedere spiegazioni, per cui la ragione mi restò del tutto ignota.
Nonostante il gioco del silenzio avesse preso il sopravvento tra noi due, era un nostro dovere rispettare gli impegni di lavoro, perciò quel giovedì ci recammo entrambi in agenzia.
Nell'ufficio di Junseo, i nostri manager ci informarono che in un famoso programma televisivo avevano richiesto insistentemente la nostra presenza.
Ero davvero contenta, sarei finita in tv per la prima volta ed era un'emozione indescrivibile.
Sebbene la mia felicità fosse di gran lunga maggiore di quanto si potesse percepire all'esterno, dentro di me si potevano udire fuochi d'artificio.
Azzardai uno sguardo verso Lucas e notai la sua posizione stante e severa accanto a me.
"Di quale programma si tratta?" Domandò solamente, con tono monotono.
"Lo vedrete voi stessi tra poco."
Odiavo quando le persone facevano così.
Capisco che comunque lo avrei scoperto da un momento all'altro e che nel giro di qualche minuto non sarebbe cambiato nulla ma visto che ormai la domanda è stata fatta, non si potrebbe avere una risposta?
Poi d'un tratto le parole di Junseo mi tornarono alla mente a distanza di anni.
"Chiedere è lecito, rispondere è cortesia."
Sentii questa frase per la prima volta durante la mia prima prova di ballo.
Che tempi.
Quante cose che mi aveva insegnato quell'uomo.
Gli dovevo tutto.
Durante il periodo da trainee mi stette sempre vicino sostenendomi moralmente con le sue parole confortanti e i suoi consigli accurati.
Ma la cosa per cui ero più grata era il fatto che lui credesse in me.
Lui credeva in me e in quel periodo era l'unica cosa di cui io avessi realmente bisogno.
Quando anche il tuo corpo ti ostacola, i tuoi pensieri creano drammi nella tua testa e tutto ciò ti porta ad odiare la tua persona.
Quella ero io, un accumulo di odio nei miei confronti.
E in quel momento tutto ciò che è necessario è avere una persona al tuo fianco che creda in te anche quando tu sei la prima a non farlo.
Credetemi quando vi dico che questo è un rapporto contagioso, perché lo è per davvero.
Lucas sbuffò rumorosamente per poi guadagnarsi una bella botta sulla testa dal suo manager.
In silenzio uscimmo dall'edificio e una volta saliti in macchina trovammo la troupe con le telecamere.
Salutammo educatamente e aspettammo l'arrivo a destinazione.
Una volta arrivati, aspettammo di trovare difronte a noi uno studio, mentre davanti ai nostri occhi c'era una casa.
Guardai stranita e allo stesso tempo confusa Junseo il quale mi rivolse un segnale d'attesa.
Avanzammo verso l'entrata con la crew alle calcagna, mentre i nostri manager ci abbandonarono al nostro destino.
Lucas suonò il campanello e dopo qualche istante una signora di mezza età venne ad aprirci la porta e ci accolse in casa sua.
"Benvenuti ragazzi."
"Permesso, grazie."
"Sono davvero contenta che siate arrivati, avevo estremamente bisogno di una mano."
Io e il ragazzo ci guardammo sempre più con aria smarrita mentre con sguardo indagatore analizzammo l'ambiente.
Dietro la figura della signora scorgemmo dei giocattoli a terra.
Oh, no.
I nostri occhi si incrociarono nuovamente, con una risposta ormai del tutto evidente dietro alle nostre domande.
"The Return Of Superman." Sospirammo.
"Si esatto! Oggi dovrete guardare i miei bambini, spero non sia un problema. Io tra poco dovrei andare, torno domani mattina. Se avete qualche perplessità non esitate a chiamarmi!"
Prima che la dolce signora Kim partisse, ci presentò ai suoi bambini.
Un bambino di 7 anni fece un passo avanti e disse il suo nome: JungSu.
Subito dopo una bambina di 6 anni annunciò timidamente il suo: HaNeul.
"Ciao belli, io sono Julia, lui invece è Xuxi."
Notai Jungsu avvicinarsi a Lucas, così io mi incamminai verso la bimba.
"Sai che sei proprio una bella bambina?"
Lei arrossì e si spostò una ciocca di capelli corvini dietro l'orecchio.
"Tu come eri da piccola?" Chiese con una vocina così innocente, capace di sciogliermi il cuore.
"Non ero carina come te. Avrai tanti amici, vero?" Mi sedetti sul pavimento davanti a lei.
"Si, giochiamo sempre tanto."
"Adesso a cosa vorresti giocare?"
"Alle principesse!"
"Giochiamo allora!"
La bambina andò a sedersi su una sedia di plastica rosa, la quale presumo fosse il cosiddetto trono, e iniziò a comportarsi in modo regale.
"Tesoro, ti va se prima di giocare ci prepariamo? Insomma le principesse prima di farsi vedere dai principi devono scegliere il vestito e l'acconciatura, non è così?"
"Si! Andiamo in camera mia. Voi aspettateci qua!" Disse riferendosi ai due ragazzi in salotto.
Presi in braccio la bambina che mi condusse fino alla sua cameretta e iniziammo a scegliere un vestitino da poter farle indossare.
Una volta entrate nella sua stanza fui abbagliata dall'immensità del colore rosa presente in quei pochi metri quadri.
Lei aprii il suo piccolo armadio e sfilò una miriade di vestitini da principessa.
"Wow che belli!"
"Qual è il tuo preferito?" Mi domandò alzando lo sguardo verso la mia posizione.
"Quello viola con i brillantini." Indicai.
"Allora metto quello!" Esclamò al settimo cielo.
Quella bambina era un'amore.
Dopo averla aiutata a vestirsi, andammo in bagno e cercai di farle un'acconciatura che potesse ricordare qualcosa di nobile.
Dopodiché presi alcuni dei trucchi che portavo sempre con me nella borsa e le misi un po' di burro cacao rosso e un leggerissimo tocco di mascara, giusto perché mi aveva supplicata.
Nonostante Haneul non fosse ancora del tutto pronta per interpretare il ruolo al meglio, mi prese per mano e mi trascinò in sala, impaziente di farsi vedere da quei due.
"Le principesse arrivano!" Urlò dall'altro capo della camera la bimba.
Lucas e Jungsu si alzarono in piedi e dopo poco si inchinarono.
Ridacchiai.
Haneul mi rivolse un'occhiata per poi sussurrare un "Le principesse devono fare un'entrata seria, dopo puoi ridere." sgridandomi.
Le mimai uno "Scusa" con le labbra e poi facemmo la nostra sfilata sotto lo sguardo attento dei due.
I ragazzi iniziarono ad applaudire e fare complimenti sul vestito e acconciatura della bambina.
"Ciao principi, le vostre principesse sono arrivate." Annunciò Haneul.
Ah, quindi dovevamo proprio interpretare un vero e proprio gioco di ruolo.
Lei e suo fratello si presero a braccetto mentre io e Lucas li guardammo addolciti.
"Anche voi." Spronò Jungsu.
Lucas senza neanche guardarmi mi porse il braccio e io abbassando lo sguardo amareggiata lo accettai.
I due bambini ci guardarono come se avessero capito che qualcosa non andasse e venne loro un'idea.
"Ora è il momento del ballo reale!" Esclamarono all'unisono.
Siccome io e Lucas ancora non ci parlavamo, tantomeno erano diminuiti i momenti di contatto fisico, non avevamo nessun'intenzione di ballare insieme.
I due piccoletti ci presero le mani e ce le unirono per poi azionare lo stereo e far partire la musica.
"Ora vi insegniamo i passi."
"Ripetete dopo di noi." Continuò l'altra.
I due fratelli iniziarono a ballare ed erano una visione totalmente adorabile.
Si poteva notare ad un miglio di distanza che andavano d'amore e d'accordo, inoltre si poteva intuire che avessero giocato alle principesse fino allo sfinimento visto che persino il fratello sapeva a memoria la struttura del gioco e la coreografia del balletto.
Senza nemmeno guardarci in faccia io e il ragazzo copiammo senza problemi i passi appena eseguiti dai due piccoletti.
"No!" Sentenziò Haneul.
Ci fece abbassare alla sua altezza e si avvicinò a noi e prendendoci i volti ce li posizionò uno difronte all'altro facendo in modo che i nostri occhi si incatenassero insieme.
"Dovete rimanere così." Rispose convinta arricciando le labbra.
Io non riuscivo a guardare dentro a quei due occhioni color castano scuro senza sentirmi morire dentro.
Mi mancava parlare con lui.
Mi mancava il modo in cui si comportava con me.
Mi mancava come mi parlava.
Mi mancava la sua voce.
Mi mancavano i suoi occhi su di me.
Mi mancava lui.
Non ce la facevo a reggere quella pagliacciata.
"Devo andare in bagno, torno subito."
Non appena chiusi la porta dietro di me, tempo di guardarmi allo specchio, la porta si riaprì e si richiuse subito dopo.
"Perché sei andata via?"
Lucas.
"Ah, adesso mi parli?"
Ignorò la mia domanda e rispose con un'altra.
"Tutto okay?"
Eh no che non è tutto okay.
Ma come faceva a capirlo sempre?
In qualche strano modo e per qualche strano motivo Lucas riusciva sempre a recepire il mio stato d'animo.
"Tutto benissimo."
"Non mi mentire."
Riprese le parole che gli dissi quella sera in terrazza dopo il nostro primo photo shoot.
"Semplicemente mi chiedevo perché mi degnassi della tua attenzione visto che l'altro giorno hai espresso tutto il tuo disprezzo e disappunto nei confronti della mia compagnia."
"Smettila Jagi."
"Non mi chiamare così."
"Perché no? Dopotutto l'ho sempre fatto."
"Non stiamo insieme. Non lo siamo mai stati."
Lui esitò.
"Quello non è un aspetto rilevante."
"Quello è l'unico aspetto che conta, Yukhei."
"L'unico aspetto che conta è un altro."
"Sarebbe a dire?"
"L'importante è quello che c'è tra due persone, indipendentemente dal loro stato di relazione."
"E illuminami, cosa ci sarebbe tra noi due?"
"Amore."
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Faking It || Wong Yukhei
Fiksi PenggemarJulia, dalle origini inglesi, è stata accettata in una delle agenzie più famose di Seul, la SM Entertainment e attende ansiosa il suo debutto. E se nel frattempo l'agenzia escogitasse una trovata commerciale per creare un rumor con Yukhei? Cosa succ...