Chapter 15

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*Julia's point of view*
Lucas era venuto a prendermi al mio appartamento per la nostra solita uscita programmata.
Non appena arrivò mia sorella lo fece accomodare concedendomi qualche minuto aggiuntivo per prepararmi.
Li sentii conversare senza riuscire a comprendere l'argomento della chiacchierata, ma al momento non era quella la cosa importante: avevo perso il mio profumo preferito.
Era una sorta di porta fortuna per me e per ogni uscita importante (in questo caso lavorativa) mi aveva sempre portato ottimi risultati.
"Julia!" Sentii chiamare il mio nome in lontananza.
"Juliaaa!" Riprese la mia Eonnie, ma non le diedi molto conto.
"Jagi!" La voce di Lucas catturò la mia completa attenzione, fui come rapita.
La sua voce era qualcosa di unico, indescrivibile... era musica per le mie orecchie nel vero senso della sentenza.
"Mhh?" Risposi.
Sentii mia sorella sbuffare poiché degnai di risposta solo il mio fidanzato.
"Sei pronta?" Domandò poi lui.
"Non riesco a trov-" Scorsi il profumo con la coda dell'occhio dietro alla pila di libri malamente incolonnati sul piccolo comodino.
Quando fui completamente preparata e in procinto di avvicinarmi alla porta della mia stanza Lucas entrò.
Era bellissimo, essere perfetto era una cosa del tutto quotidiana per lui d'altronde.
Aveva tagliato i capelli e li aveva scuriti un po' rendendo la sua immagine leggermente più dark senza dare l'impressione di essere eccessivo.
Rimasi letteralmente a bocca aperta e lui sghignazzò per poi avvicinarsi e poggiare delicatamente le sue mani sui miei fianchi stringendomi a lui.
La vicinanza mi permetteva di avere una visuale completamente dettagliata del suo viso baciato dal cielo e maledetto dall'inferno.
La pelle era liscia e generalmente senza una minima imperfezione cosa che smentii non appena notai un piccolo brufolo farsi spazio sulla sua fronte, sorrisi.
Le sue sopracciglia scure e ben formate delineavano in maniera accogliente la grande intensità dei suoi grandi occhi brillanti, lucenti, vivi e gioiosi.
Il naso aveva una certa lucentezza che sembrò tale quale ad uno scivolo esposto al sole, alla fine del quale si arrivava alla bocca.
Le sue labbra erano rosee e morbide persino alla vista, insomma era come se ti invitassero ad indovinare che gusto avessero.
"Yobo?" Richiamò i miei spiriti vitali all'appello.
"Mh? Buongiorno Xuxi." Sorrisi, intersecando il mio sguardo con il suo.
"Buongiorno piccola." Si posizionò ad un palmo dal mio viso.
Gli appoggiai dolcemente la mia mano sul suo petto, bloccandolo dall'avanzare.
Mi guardò confuso.
Mi ero imposta di non baciare nessuno dei due fanciulli prima di essere riuscita a prendere la decisione definitiva.
"Voglio guardarti un altro po'." Ammiccai imbarazzata.
Era vero.
Sono sempre stata una persona estremamente concentrata sui dettagli, studiavo le persone e spesso mi ritrovai anche in spiacevoli fraintendimenti per via di questa mia tendenza.
Mi succedeva davvero spesso di rimanere ad osservare le persone a me circostanti senza davvero provare un velo di interesse nei loro confronti, infatti il mio gesto era dovuto solo all'ammirarne i dettagli, le particolarità, e ricordare tutte queste piccole cose mi caratterizzava, era diventata un'abitudine.
Aver detto quelle parole pronunciate con tale dolcezza provocò la nascita di un tenero sorriso da parte dello spilungone che mi fece arrossire.
Il suo sorriso era un'opera d'arte, la forma più pura della genuinità e sincerità nei sentimenti e della felicità.
Mi svegliai dal mio stato di trance solo nell'istante in cui il suo sorriso si deformò quando Lucas cominciò a prendere parola.
"Stai bene?" Mi chiese abbassandosi lievemente.
"Si." Annuii.
"Sai, sei proprio stupenda oggi." Si complimentò.
"Grazie mille, anche tu." Gli sorrisi.
"E per l'occasione ti ho comprato un regalino." Buttò la sua mano nella tasca dei jeans alla ricerca di qualcosa.
"Xuxi? Non dovevi lo sai vero?" Lo guardai con un influsso di rimprovero.
"Non è niente! Ora chiudi gli occhi." Propose.
"Non approfittarti di me se li chiudo." Lo sfidai, scherzando.
Appena chiusi le palpebre avvertii una leggera pressione sulla parte sinistra della testa e quando la sua mano si allontanò, sentii comunque una minima forza essere esercitata su una ciocca di capelli.
"Ora puoi aprirli." Ammiccò agitato.
Mi toccai la parte sinistra interessata e al tatto riconobbi un materiale di tessuto, come se fosse stoffa.
Me lo tolsi e trovai nella mia mano un piccolo fiocchetto rosa di stoffa, molto delicato e femminile, proprio adatto a me.
Inoltre era anche abbinato al mio outfit composto da una gonna bianca a vita alta, un maglioncino grigio e la giacca rosa.
"Hey! Che fai?! Non toglierlo!" Lucas riprese il regalino dalle mie mani e lo riposizionò sui miei capelli, fermando una ciocca ribelle.
"Ma almeno ti piace?" Domandò insicuro.
"Mhh...sì che mi piace! Lo adoro!" Lo abbracciai dopo avergli trasmesso un po' di suspense.
"Ti ringrazio Xuxi." Gli accarezzai affettuosamente la guancia.
"Amore.." Iniziò.
"Mh?" Lo guardai.
Avvertii la vicinanza ridursi e purtroppo in quel momento non potei dare retta al mio buonsenso poiché non ne sentivo l'esistenza, siccome la mia era appena stata rinchiusa nelle mani del ragazzo a me difronte, sigillando il nostro 'buongiorno' con un bacio amorevole.
Sorrisi durante il contatto, mi era davvero mancato e capii che il sentimento era ricambiato nel momento in cui sentii le mie labbra baciare anche il suo sorriso.
Charlotte piombò nella camera proprio in quella frazione di secondo e dopo averci interrotti, con una faccia dall'espressione tra imbarazzo e malizia, ci ricordò del nostro puntuale ritardo.
La salutammo e finalmente uscimmo dalla mia abitazione, vagabondando per le strade di Seul in piena mattinata.
Ci ritrovammo a Myeongdong, residenza della più grande via dello shopping frenetico della capitale.
Una via apparentemente carica di negozi molto simili tra loro, i quali avevano davanti alle vetrine molte ragazze intente ad urlare le promozioni offerte dalla propria attività commerciale con poca passione e modalità meccanica.
Una strada affollatissima di turisti e cittadini, tutti con lo stesso scopo e desiderio: fare shopping smisurato.
Io e Lucas non eravamo troppo emozionati nel fare compere anche se di tanto in tanto entravamo in qualche negozio interessante o particolare, l'importante era farsi un po' vedere così da non intralciare il proseguimento del rumor.
Nonostante ciò riscontrammo qualche altro problema che prima neanche ci sfiorò la mente per errore: essendo iniziata tutta come una bufala, l'obiettivo precedente fu quello di sembrare una vera coppia, ma ora che la nostra relazione era diventata reale non doveva sembrare tale ma neanche smentire la bugia creatosi all'origine.
Insomma, non stare insieme per fingere di stare insieme e poi stare insieme per davvero senza rappresentare l'ovvietà di tale relazione per fingere di stare insieme, tutto chiaro, no?
Perché la vita da Idol era così, strana, complicata e imprevedibile.
Dopo esserci allontanati da Myeongdong, tornammo in direzione del mio appartamento, avendo ricevuto l'ok da Junseo.
Quando fummo sull'uscio di casa i nostri cellulari impazzirono di notifiche e dei trilli perenni insistevano ad illuminare gli schermi dei nostri telefoni, segno che la notizia del nostro appuntamento era stata approvata e già inserita in articoli sul web.
Ridacchiammo ormai quasi abituati a tutta questa follia e prima di salutarci definitivamente flirtammo un po' coccolandoci all'entrata.
"Mi sei mancato." Commentai tuffandomi nel suo petto per cercare di ingoiare l'imbarazzo ormai evidente sul mio viso.
"Mi fai felice, amore mio."
Ci baciammo intensamente ma senza essere volgari e poi lo guardai mentre si dirigeva verso l'agenzia.
Woah, quello è il mio ragazzo, pensava la mia coscienza.
Entrai in casa e sospirai contenta.
Ma c'era una cosa che non quadrava.
Per tutta la durata del tempo trascorso in compagnia di Lucas la mia mente non aveva digitato il nome "Taeyong" nemmeno una volta come codice di pensiero.
"Strano." Borbottai tra me e me.

Faking It || Wong YukheiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora