Capitolo 1

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Mi chiamo Elisabeth Huston, abito a Londra e ho 18 anni appena compiuti. Sono bionda, magra e un po' bassa, ma la cosa non mi infastidice. Questa sera, sono uscita con Sophie, la mia migliore amica, per festeggiare il mio compleanno. Siamo andate in discoteca e come sempre lei si è fatta rimorchiare dal figo di turno, sarà sicuramente un'altra delusione in amore e le conseguenze le pagherò anche io visto che sono la sua migliore amica, dovrò consolarla quando quest'ultimo le spezzerà il cuore. Io la avviso sempre dicendole di non fidarsi dei ragazzi che incontra in discoteca, ma lei non mi crede mai, si innamora sempre e poi ne rimane delusa perchè volevano solo farsi una scopata.
Sto aspettando Sophie nella piazzetta del parco che c'é vicino (ma non troppo perchè sennò potrei anche vomitare nel sentirli ansimare) alla casa del ragazzo. Sono le 3 di notte e io sono davvero stufa di aspettare Sophie. Mi sono seduta su una panchina per togliermi i tacchi che mi fanno un gran male ai piedi. Sono vestita con un vestito aderente che mi copre appena, volevo fare una follia per festeggiare il mio 18esimo compleanno, però ora mi pento amaramente di quella decisione.

"Uff ma quanto ci mette Sophie!?" Dico ad alta voce senza accorgermene.

Stavo osservando il parco finchè non vidi una macchina nera fermarsi non tanto lontana da me. La portiera si aprì e da quell'auto scese un bellissimo ragazzo, aveva un fisico palestrato, indossava una maglietta aderente, quasi sembrava che non la avesse addosso, indossava anche dei jeans neri aderenti, pure quelli lasciavano immaginare cosa ci fosse dentro, aveva i capelli neri con il ciuffo laterale e degli occhi color ghiaccio. Mi ero talmente persa in lui che non mi stavo accorgendo che quella massa muscolare mi stava venendo incontro camminando a passo veloce e guardandomi con aria maliziosa, intuii subito quello che voleva fare così mi misi i tacchi e cominciai a correre. Pessima idea quella di mettermi i tacchi, il pavimento era fatto a cubetti e il mio tacco rimase incastrato in uno di quelli, e io cercando di disincastrarlo lo ruppi.

"MERDA!" Urlai.

non mi importava, cominciai a correre di nuovo, anche senza tacco, ma poco dopo mi ritrovai atterrita con sopra il ragazzo misterioso.

"Ehi che diavolo stai facendo?!" Gli urlai contro.

"Niente perchè?" Mi disse mentre mi prendeva sulle spalle a modi sacco di patate.

"Mettimi giù!" Gli dissi mentre gli tiravo pugni sulla schiena.

Ma niente, non mi mise giù a pagarlo oro, sembrava che i miei pugni fossero solo delle carezze. Arrivati in macchina lui prese una corda e mi legò le mani alla portiera.

"Chi sei?!" Chiesi io ad un certo punto.

"Impareremo a conoscerci più avanti." Disse lui tagliando corto.

Passarono non so quante ore prima che lui si fermò. Mi ero addormentata. Erano le 3 di notte prima ed ora chissà che ore si erano fatte. Mi svegliai solo quando sentii la macchina frenare. Aprii gli occhi e vidi quel misterioso ragazzo aprirmi la portiera e slegarmi.

"Benvenuta nella mia candida dimora!" Disse sorridendomi.

Io gli tirai solo un'occhiataccia. Alzai gli occhi da lui e davanti a me vidi una grande casa fatta in marmo, era alta tre piani ed era una villa immensa. Mi girai dall'altra parte per cercare di capire da dove eravamo arrivati, ma nulla, vidi solo la macchina e una rotonda che portava dritto alla villa e che ti faceva tornare indietro, oltre alla rotonda alzai gli occhi e vidi degli alberi, tanti alberi. Eravamo in mezzo a un bosco, ma chissà quale bosco.

"Beh allora principessina ti vuoi accomodare in casa o hai intenzione di guardarti intorno per tutta la notte?" Disse lui con tono ironico.

"Non verrò con te, non ti conosco neanche!" Dissi io con tono convinto.

"Ti ho detto che impareremo a conoscerci, ora entra." Disse lui in tono serio.

Feci un passo all'indietro ma lui capì le mie intenzioni, e ancor prima che potessi iniziare a correre lui mi si fiondò addosso e finimmo per terra uno sopra l'altro.

"Levati!" Gli dissi io.

"Okok ho capito, vuoi fare la cattiva." Disse guardandomi e facendo un leggero sorrisetto.

Mi prese e mi rimise sulle sue spalle a modi sacco di patate e mi portò in casa.

La casa dentro era ancora più bella, appena entravi notavi un salone gigantesco e davanti alla porta d'entrata vi erano delle gigantesche scale che portavano al piano di sopra.

"Salve Anna" disse ad un certo punto il ragazzo misterioso.

"Buongiorno Wrath" disse la (molto probabilmente) cameriera.

E così il ragazzo misterioso si chiama Wrath eh.

"Anna gentilmente puoi preparare un letto pulito per la nuova ospite? Ah e fa che stia nella stanza vicino alla mia." Disse lui portandomi in cucina.

"Vuoi qualcosa da mangiare principessina?" Disse lui con tono ironico.

Oh... ma sta facendo sul serio?!
Come risposta alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
Lui di rimando si mise a ridacchiare.
"È pronta la stanza signor Wrath!" Disse la cameriera.

Wrath mi prese per il braccio e mi trascinò su per le scale. Mi faceva molto male la sua stretta, cercai di liberarmi ma non ci riuscii.

"Senti piccola sta sera ti concedo di dormire solo perchè è tardi ma sappi che nei prossimi giorni non dormirai per niente. Vedi di non svegliarti troppo tardi che devo farti fare il giro della casa e devo farti conoscere mio fratello. Benvenuta all'inferno." Disse lui buttandomi sul letto e chiudendomi a chiave dentro la stanza.
Questo è pazzo. Pensai.

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