Chapter 12

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La giornata passa velocemente e l'immagine di mio fratello e Kira si ripete all'infinito nella mia mente quasi a volermi irritare ulteriormente. Ho evitato di incrociare Austin nei corridoi o avrei soltanto dato sfogo alla mia rabbia sul suo viso. Ho provato a mentire a me stessa sul fatto che mio padre si sbagliasse, io non nutro una rabbia incondizionata verso il mondo, la mia è solo una strana tristezza, una tristezza che mi provoca un vuoto dentro e fa in modo che qualsiasi cosa mi innervosisca.

Una volta tornata a casa, salgo velocemente le scale e senza neanche bussare entro nella stanza di Harry, chiudendo con un tonfo la porta alle mie spalle. "Hai delle manine che sei pregata di usare anche per bussare" afferma visibilmente irritato dal mio gesto, anche se tutto quello che riguarda me lo irrita, quindi non è una novità. Mi dà le spalle concentrato a guardare lo schermo della tv mentre gioca con il joystick nero. "Che cosa vuoi?" chiede scontroso, guardandomi con la coda dell'occhio.
"Da quanto va avanti?" chiedo senza troppi giri di parole, so per certo che ora farà finta di niente, lo fa sempre quando non vuole far sapere qualcosa di personale, ma io non mi fermerò, devo sapere tutto quello che riguarda la loro pseudo relazione. Gelosia fraterna? Non lo so per certo.
"Di cosa parli? E di qualsiasi cosa si tratti non possiamo parlarne dopo?" borbotta annoiato. Ecco, appunto, cerca di chiudere subito l'argomento come suo solito, ma io non ho alcuna intenzione di mollare la presa.

"No, ne parliamo ora. Tra te e Kira cosa c'è?" chiedo ancora, mettendo le mani sui fianchi in attesa di una risposta mentre lui posa lentamente il joystick sulla scrivania e si volta verso di me ancora seduto sulla sedia girevole.
"Niente e, comunque, non sono affari tuoi" mormora infastidito. Io, invece, credo che siano affari miei se lui va proprio a sbaciucchiare la persona che odio di più al mondo, oltre a Gimmy e i suoi amici.
"Vi ho visti in biblioteca. Proprio con lei? Tra tutte le ragazze della scuola?" mormoro, scuotendo la testa.
"Sentimi bene, Alex. Smettila di intrometterti nella mia vita sentimentale, e, inoltre, Kira non significa niente per me. Ora sparisci!" ribatte in tono sprezzante, alzandosi dalla sedia per avvicinarsi minacciosamente a me.
"Voglio solo delle spiegazioni su quello che ho visto. Tranquillo la tua vita sentimentale è l'ultimo dei miei problemi" dico infine, per poi uscire dalla sua camera, chiudere la porta alle mie spalle e tirare un sospiro di sollievo. Non so se sono sollevata per la sua risposta sulla questione 'Kira' o perché sono uscita da quella stanza colma di tensione.

Scendo di sotto e, non avendo voglia di mangiare, esco di casa. Non ho una meta precisa, ma non mi sorprendo quando inizio a camminare verso casa di Cameron, sento che lui mi capisce in fondo. Non so nemmeno il perché, ho solo voglia di vederlo e di sbollire un po' la rabbia nei confronti di Harry. Voglio bene a mio fratello, ma da quando sono nata non fa altro che incolparmi di tutto. Arrivo davanti alla porta di casa sua e, senza pensarci due volte, busso al campanello.

Cameron mi apre la porta e quando il suo sguardo si scontra con la mia figura assume un'espressione sorpresa. "Ciao! Non sapevo avessimo ripetizioni oggi" afferma, aggrottando le sopracciglia. Mi prendo del tempo per analizzare la sua figura; indossa una tuta nera e, devo ammettere che, è estremamente attraente, non mi piace ammetterlo, ma ha il suo fascino anche con una semplice tuta, il ciuffo castano che ricade disordinato sulla fronte, gli occhi verdi che brillano mentre le labbra incorniciano un sorriso dolce.
"Infatti, non abbiamo ripetizioni. Volevo sapere com'è andato il test e se ti andava di fare un giro" gli sorrido, sperando in una sua risposta positiva.

Guarda i vestiti che indossa, poi si sposta leggermente per permettermi di entrare nel salotto ordinato di casa sua.
"Vado a cambiarmi, tu accomodati pure. Comunque il test è andato alla grande, credo che non ci sarà più bisogno delle ripetizioni" dichiara, per poi salire le scale velocemente. La cosa non mi rende molto felice, in fondo sento che grazie a queste ripetizioni, che sono durate più o meno due mesi, ho avuto modo di lasciarmi conoscere, almeno in parte, da lui. Mi siedo sul divano e mi guardo intorno, ci sono poche foto, ma raffigurano quasi tutte un piccolo Cameron, sua madre e sua sorella neonata. Di suo padre nemmeno l'ombra, forse, è lui che scatta le foto, forse, la sua famiglia è la cosa più bella da fotografare.

Mezz'ora dopo, stiamo passeggiando in riva al mare di quel magnifico posto, dove mi ha portata l'ultima volta, il sole batte sopra di noi e il mare è limpido e calmo, la spiaggia è deserta se non fosse per qualche coppia.

"Mi piace questo posto" mormoro, alzando la testa per osservare il cielo privo di nuvole.
"Ti piace solo perché c'è questo bel ragazzo al tuo fianco" dice, ammiccando alla sua figura mentre sfoggia un fantastico sorriso. Non ha tutti i torti, questo posto è fantastico, ma è anche la sua presenza a renderlo tale. Continuiamo a camminare tenendo le scarpe tra le mani, quando ci siamo allontanati dal locale, che affaccia sull'oceano. Mi guardo intorno e noto, alla fine della spiaggia, passare un uomo che traina un carretto di zucchero filato rosa e bianco, il mio sorriso si espande ancora di più. Da piccola adoravo lo zucchero filato, quando vedevo un carretto del genere con chiunque fossi li obbligavo a comprarmelo. Erano anni che non ne vedevo uno.

Strattono il braccio di Cameron e inizio a correre verso la stradina non molto affollata.
"Zucchero filato!" inizio a gridare mentre lui corre dietro di me.
"Oh dio! Ma quanti anni hai?!" ride di gusto, seguito da me.
"Oh, andiamo! Adoro lo zucchero filato" continuo a correre e, una volta raggiunta la stradina, fermo gentilmente il signore, che alza lo sguardo su me e Cameron, rivolgendoci un sorriso affettuoso.
"Due, per piacere" Il tempo di prendere il portafoglio che Cameron mi anticipa e lo osservo pagare per me. È un gesto carino ed estremamente gentile da parte sua.
"Grazie Cam!" lo ringrazio, sorridendo sorniona quando mi porge lo zucchero filato.

"Non mangio dello zucchero filato da una vita" mormora, sorridendo divertito.
"Da piccola adoravo lo zucchero filato" confesso, continuando a pensare che questo gesto mi fa tornare un po' bambina. "Sinceramente non l'ho mai amato particolarmente, ma mi piace. Sembri una bambina che scarta i regali di Natale. - mi schernisce- Quasi, quasi ti porto dello zucchero filato tutti i giorni per levarti quel broncio" dice, indicando il mio viso, che adesso spruzza gioia da tutti i pori.
"Già, non sembra una cattiva idea" sorrido. E, in fondo, non mi dispiacerebbe se mi portasse dello zucchero filato tutti i giorni, magari accompagnato da quel fantastico sorriso.









Take me away with you! | In revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora