Chapter 23

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Sento il vento fra i capelli e ciò mi spinge a continuare a correre. È una sensazione fantastica lasciarsi tutto alle spalle e sentirsi liberi. Non ho una meta, ma quando intravedo il parco, quel parco, quella strada, capisco di aver corso abbastanza, quindi decido di entrare. Mi siedo sotto l'ombra di un albero e cerco di tornare a respirare in modo regolare. Nel parco non c'è quasi nessuno, eccetto un gruppo di ragazzi nel campo di basket e delle ragazze sedute sui piccoli spalti. Non sembrano molto grandi, vorrei tanto avere la loro età, ora al mio fianco ci sarebbe Maya, lei odiava i compleanni e io odiavo il mio, così trascorrevamo sia il mio compleanno che il suo come un giorno normale. Mi viene da ridere quando ricordo che la madre di Gimmy è la nuova fidanzata di mio padre, Maya avrebbe dato un pugno sul braccio del mio vecchio e gli avrebbe rifilato un discorsetto sull'amore. Nonostante avesse solo diciotto anni, è sempre stata molto matura per la sua età.

I miei pensieri volano alla litigata che pochi minuti fa ho avuto con Harry. Lui non sa quanto il pensiero della mamma mi faccia male, non sa quanto vorrei essere io al suo posto, non perché voglio morire o altri pensieri così macabri, ma perché la mia famiglia con lei sarebbe felice. Decido di continuare a camminare nonostante il dolore alle gambe, non sono abituata a correre, in realtà, neanche camminare mi piace. Noto una ragazza che mi passa accanto, sembra arrabbiata e quello sguardo mi ricorda qualcuno, ma non riesco a capire chi. Ha i capelli castani legati in una coda alta, la mascella, non molto pronunciata, contratta e stringe le mani a pugno lungo il suo esile corpo. Quando nota che la sto fissando si gira verso di me, così riesco a vedere i suoi occhi verdi tanto simili a quelli di Cam. Adesso capisco chi è, è la sorella di Cameron.

Mi alzo in fretta e la raggiungo.
"Ciao", le sorrido cordialmente, camminando più veloce per affiancarla.
"Ciao, ti serve qualcosa?" dice, fermandosi di scatto e noto che ha gli occhi colmi di lacrime.
"Cassidy, giusto? Io sono un'amica di tuo fratello." Mi fa strano dire che sono sua amica, non ho mai avuto amici, oltre Maya e Austin, quindi non so come dovrei comportarmi con Cameron.
"Ah! Tu sei Alex, vero?" domanda, spostandosi la coda sulla spalla e riprendendo a camminare. Decido di seguirla, è evidente che entrambe abbiamo bisogno di compagnia.
"Si, sono io. Stavo per andare da tuo fratello. Ti va di andarci insieme?" Ho voglia di vedere Cam e devo ancora ringraziarlo per la collana, quindi ne approfitto. Cassidy annuisce e le sorrido rassicurante.
"Per quale assurdo motivo mi piacciono sempre i ragazzi, a cui non interessa nulla di me?" chiede ad un tratto, più a sé stessa che a me. Non posso capirla perché non ho mai provato nulla per nessuno, almeno non alla sua età. La prima persona che mi piacque veramente fu Gimmy e ciò che ho ottenuto è quello che devo sopportare adesso tutti i giorni a scuola.
"Non è colpa tua sono loro che non sanno apprezzarti per ciò che sei" dico, cercando di rassicurarla. Mi è capitato spesso di non sentirmi apprezzata e ho sempre cercato di dimostrare agli altri chi sono veramente, ma non ci sono mai riuscita, a causa della mia timidezza e dei loro pregiudizi.
"Il problema è che mi apprezza solo quando siamo da soli, mi fa complimenti, mi sorride, mi abbraccia e mi ha addirittura baciata. Ma, poi, quando siamo in compagnia degli altri trova sempre un motivo per schernirmi e mettermi in ridicolo" sussurra tristemente mentre alcune lacrime le rigano le guance. " I miei vestiti, i miei capelli, il mio viso. 'Oh! Ma che cosa ti sei messa oggi?'" grida arrabbiata, scimmiottando una voce maschile. Devo dire che è un po' buffa.

Riesco a capire come ci si sente ad essere trattati così, è anche per questo che la mia timidezza mi ha creato dei muri attorno, per paura di essere giudicata o ferita ancora, soprattutto, da una persona per cui provavo qualcosa.

"Come si chiama?" le chiedo e i suoi occhi si illuminano solo nominando il suo nome. "Ashton è un vero idiota se si comporta così. Ma, forse, è solo confuso su ciò che prova per te o ha paura di essere giudicato dai vostri amici se confessa quello che prova veramente." Si asciuga gli occhi con la manica della felpa e tira su col naso, la vedo sorridere, quando dico che è un idiota, evidentemente ho ragione io.
"Prova a chiedergli cosa prova veramente e se ti nega una risposta, so che è difficile, ma prova a dimenticarlo o almeno a non dare troppo peso a ciò che dice. Forse non lo dice con l'intento di ferirti, piuttosto con l'intento di fare colpo" le consiglio. Spero di essere stata utile a questa ragazza, anche io alla sua età avevo bisogno di queste parole e, per fortuna, trovavo sempre Maya pronta a consolarmi o a prendermi in giro perché anche un piccolo bacio sulla guancia per me contava tanto ed è per questo che non è ho mai dato uno.

Ci incamminiamo verso il vialetto di casa sua e lei mi ringrazia con un bellissimo sorriso che mi ricorda molto quello di suo fratello.
"Tu provi qualcosa per mio fratello?" domanda con finta innocenza, spiazzandomi.
"No, Cassidy. Ma credo di volergli bene in fondo" borbotto imbarazzata. Suona il campanello e proprio il diretto interessato ci apre la porta. La sorella lo supera subito, probabilmente, per non far notare gli occhi lucidi, mentre io gli sorrido e mi avvicino per abbracciarlo.
"Oh! Ciao" mi sussurra all'orecchio, sorpreso dal mio gesto. Dopo qualche minuto, ci stacchiamo ed entriamo in casa.

"Sono passata per ringraziarti della collana, mi è piaciuta tantissimo" dico con un sorriso, toccandola. Ho deciso di metterla stamattina appena mi sono svegliata.
"Mi fa piacere che ti sia piaciuta" sorride e, proprio quando noto il suo sorriso, capisco di aver bisogno di parlare con qualcuno anche io. Perciò, gli racconto tutto: del mio compleanno, di mia madre e della litigata con Harry. Lui mi ascolta senza dire nulla, senza interrompermi, e per questo lo ringrazio.
"Che ne dici di rallegrare un po' questa giornata?" mi chiede, sorridendo e posso già vedere gli ingranaggi del suo cervello muoversi troppo velocemente. Faccio una smorfia pensando che non è una buon'idea, ma lui non sembra avere intenzione di accettare un no come risposta. Mi prende per mano, afferra le chiavi della macchina, una scatolina nera e mi trascina fuori casa, dopo aver informato Cassidy della nostra uscita improvvisa.

Non ho la minima idea di cosa mi aspetta, ma so che con Cameron non ho nulla di cui preoccuparmi. Con lui sono al sicuro, posso fidarmi.

Take me away with you! | In revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora