E' già da un po' che camminiamo e parliamo di tutto senza rivolgerci domande scomode. Ci siamo fermati a bere un milk-shake e ci siamo seduti al bar all'angolo della strada. Abbiamo continuato a parlare delle cose più stupide e mi ha raccontato della sua scuola a Londra, di come era diventato capitano della squadra di basket e di tutto quello che si aspettava dalla nuova scuola. Insomma, l'aria che ci avvolge è così serena e spensierata che mi aiuta a distrarmi per un po' dalla realtà, che riaffiora i soliti pensieri angoscianti.
"Prima. . . Ehm, niente lascia stare" dice imbarazzato, accarezzando il ciuffo castano. Vuole farmi una domanda, so che vuole farmi notare qualcosa, la tentazione è più forte di lui. Non insisto nel farlo continuare, non mi piace dare delle spiegazioni sui miei comportamenti, se li capisci bene altrimenti sono affari tuoi, io non ti devo nulla.
"Quando ti ho domandato della tua famiglia hai sviato l'argomento" dice tutto d'un fiato, sono sicura di essere arrossita per la sua osservazione, forse, non mi aspettavo che se ne fosse accorto, sapevo che non dovevo permettergli di intromettersi e di percepire questo mio comportamento, ma ho fallito, quindi adesso devo rimediare."Sei rossa" afferma, guardando le mie guance rosse.
"Non è vero!" dico velocemente per difendermi dal suo sguardo indagatore, ma fallisco anche in questo.
"invece si" mi accarezza la guancia delicatamente e il suo tocco mi fa rabbrividire ancora una volta. Non so il perché, ma il suo contatto mi rende vulnerabile e questa sensazione mi è nuova.
"Mi dispiace." Non so per cosa si sta scusando anche perché non ha fatto niente, che mi abbia ferita, e devo dire che nonostante il mio essere introversa, riservata e, forse, una frana nei rapporti con le persone, lui mi ha fatta sentire subito a mio agio.
"Per cosa?" domando confusa dal suo comportamento."Ho notato che la mia presenza ti infastidisce mentre io ho solo bisogno di ambientarmi in questo posto, dove non volevo neanche venire" dice, camminando così velocemente da lasciarmi qualche passo dietro. Cerco di raggiungerlo e, una volta raggiunto, ricominciamo a camminare l'uno affianco all'altra. Mi rivolge un sorriso imbarazzato, non so come faccia a cambiare umore in così poco tempo, ma i suoi modi di fare mi piacciono e mi incuriosiscono sempre di più. Ad un tratto, sento un tocco leggero sfiorare la mia mano, dopo qualche secondo intreccia le nostre dita, che combaciano perfettamente. Sento il cuore esplodere e lo stomaco stringersi in una morsa. La mia reazione è involontaria, scappo dalla sua presa, lo guardo con stupore e scoppio a ridere. Non immaginavo minimamente un gesto del genere, dopo così poco tempo che ci conosciamo, se così si può dire. Ridacchia anche lui, mi incita con la testa a seguirlo e in silenzio, a passo svelto, vado nella sua direzione. Si siede su una panchina, rivolta verso la strada e mi siedo accanto a lui, sfiorandogli un ginocchio mentre mi perdo ad osservare le macchine, che scorrono veloci sotto i nostri occhi.
"Perché siete venuti qui? Londra è una bellissima città" domando curiosa. Ho sempre adorato Londra è il mio sogno nel cassetto, infatti, sogno di andarci e poter vedere i posti dove mia madre ha vissuto da piccola.
"La nostra vita era diventata difficile" risponde assorto nei suoi pensieri, e subito capisco che non ne vuole parlare, osservo il suo viso incupirsi e decido di alzarmi per attirare la sua attenzione.
"Chi è Maya?" chiede cauto, alzandosi a sua volta. Sento il cuore frantumarsi in mille pezzi appuntiti, che se provi a ricomporre ti tagliano le dita.
"Nessuno" dico flebilmente. "Si è fatto tardi. Devo andare" lo guardo di sottecchi e annuisce. Mi incammino senza neanche salutarlo e credo che abbia capito il motivo del mio continuo fuggire. Odio sapere che sia riuscito in così poco tempo a capire così tanto. Sembra che per lui, io sia un libro aperto.***
Il rientro a casa è stato tranquillo, nessuno pronto ad infastidirmi. I miei fratelli sicuramente saranno usciti; Harry con qualche sua nuova fiamma e Mike sarà andato a concludere qualche affare. Mio padre sempre super impegnato con la sua azienda e la donna di casa si sarà rifugiata in cucina con una nuova ricetta da provare. Sorrido pensando a mia nonna che da piccola mi preparava sempre i biscotti, circondava la casa con il suo buon profumo di vaniglia e cioccolato. Mi riscuoto dai miei pensieri ancora ferma all'ingresso con un sorriso stampato sul volto mentre mi godo il silenzio noto una figura correre per le scale, mi sporgo notando una chioma castana e subito dopo mi porto una mano al petto realizzando che è tutto frutto della mia immaginazione. Mi prendo a schiaffi mentalmente per essere così stupida, sto impazzendo, la mia mente non ha ancora realizzato che lei non c'è più.
Salgo velocemente in camera mia, mi siedo ancora sconvolta sul letto e clicco sul suo contatto.
"Risponde la segreteria telefonica di Maya. Cioè io, ovviamente. Parlate a vanvera, dopo il lungo beep" la sua voce dolce risuona nella stanza. Ancora questa segreteria, sorrido e inizio il mio lungo, e ormai abituale, discorso.
"Ciao Maya, spero che tu possa ascoltarmi. Sono circa tre anni, ormai, che ci sentiamo tramite una segreteria, o almeno sono io quella che parla a vanvera dopo il tuo lungo beep. Ho davvero bisogno di te, ogni giorno osservo qualsiasi porta aspettando che tu faccia il tuo solito ingresso. Maya, torna a casa e perdonami per averti lasciata sola" riaggancio e lancio il telefono da qualche parte sul pavimento. Ora sei tu che mi hai lasciata sola per ben tre anni.Mi dirigo in bagno lasciandomi cadere alle spalle i vestiti, che sembrano portare il peso di questa lunga giornata, e mi lascio avvolgere dal getto caldo della doccia.
Dopo una doccia rigenerante, entro in cucina, prendo qualcosa da mettere sotto i denti e mi sdraio comoda sul divano, cercando un film interessante da guardare.
Un messaggio che, mi distrae dalla mia ricerca, appartiene ad un numero sconosciuto.
Il testo dice: Grazie per la lezione, anche se ci ho capito poco. Ci vediamo domani.Capisco che il messaggio è di Cameron e segno il suo numero in rubrica. Solo qualche minuto dopo, mi rendo conto di star sorridendo, ma quel sorriso sparisce, subito dopo, sotto la solita maschera di freddezza e indifferenza che ormai mi caratterizza.
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Take me away with you! | In revisione
ChickLitDue persone completamante diverse, nessuna caratteristica simile, ma un' attrazione che non sanno gestire, non un' attrazione normale. Due ragazzi con nulla in comune se non la voglia di dimenticare il passato. Alexandra Harper timida, scontrosa, s...