Chapter 48

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 Ciao a tutti!
Volevo dirvi che questo capitolo per me è molto importante e
 che mi farebbe piacere se lo leggeste ascoltando la canzone che vi ho lasciato qui sopra. 
Un bacio e buona lettura!

Sorrido a Maya che sta scendendo le scale del suo portico. Ha ancora gli occhi tristi di quando l'ho vista per la prima volta dopo tre anni in quella centrale di polizia, gli stessi che aveva una settimana fa quando ci siamo dovute rientrare per guardare in faccia quei criminali che non si fanno scrupoli a rovinare la vita di un adolescente. Il sorriso, però, è sempre quello di una volta, è quel sorriso che io amo tanto, ma lo vedo il modo in cui si perde ad osservare il vuoto e il volto che si contrae in un espressione di terrore. Io so meglio di tutti che ha paura perché presto si dovrà trovare nell'aula del tribunale a raccontare nuovamente tutto ciò che è successo di fronte a quegli uomini, l'ultima udienza per porre la parola fine a questa storia. Ha paura, la capisco chi non avrebbe paura in una situazione del genere, ma lei è la persona più forte che io conosca, la ammiro e anche se adesso le sembra che il mondo le stia cadendo addosso, presto alzerà la testa e con il suo solito sarcasmo, sua unica arma di difesa, imboccherà il sentiero verso un futuro migliore del presente che sta vivendo. Spero vivamente di esserci nel suo futuro come spero che lei ci sia ad illuminare il mio.

"Abbiamo una scorta a qualche metro di distanza" mi comunica sbuffando mentre ci incamminiamo verso il centro. Vogliamo fare shopping come ai vecchi tempi, vogliamo fingere che siamo le migliori amiche spensierate come una volta, anche se non possiamo dimenticare che da allora sono cambiate parecchie cose. 
"Ho una gran voglia di gelato" sorrido per la sua richiesta e senza pensarci due volte la prendo per mano e la guido nella gelateria dall'altro lato della strada. 
"Vuoi farci uccidere per caso?" mi chiede fintamente spaventata. Ha ragione, menomale che nessuna macchina è passata mentre attraversavamo di corsa, mi sono fatta prendere da un moto di pazzia improvvisa. Entriamo nella gelateria e osserviamo tutti i gusti, dai più tradizionali ai più strani, decidiamo di ordinare dei gusti diversi per provare qualcosa di nuovo poi ci andiamo a sedere all'esterno, dove dei tavolini rosa sono posizionati sul marciapiede coperti da un gazebo bianco.

 Mangiamo  il nostro gelato fra le risate e le smorfie di disgusto. "Oh mio dio! Sei sporca di quel gusto dal nome impronunciabile" osservo la mia maglietta e scoppio a ridere per il suo sforzo di ricordare quel nome strano. "Anche la tua faccia è sporca di gelato" dico, indicandola per poi lanciarle un tovagliolo che afferra al volo. "Forse è meglio se andiamo" rido ancora e annuendo, completamente d'accordo con lei. Ci incamminiamo verso alcuni negozi e Maya lascia libero sfogo alla sua curiosità mentre continua a farmi domande su domande.

"Allora come va con Cameron?" mi punzecchia un fianco, ammiccando. E' davvero buffa con quell'espressione sul volto. 
"Bene" mormoro, guardando la vetrina di un negozio con occhi sognanti, non per la moltitudine di vestiti che ci sono in mostra, ma perché la mia mente è volata a quella sera sul tetto a lui che mi deposita un dolcissimo bacio fra i capelli. Spero di ritornare presto su quel tetto e aprirgli il mio cuore sotto un cielo stellato. 
"Immagino quanto bene. La settimana scorsa voleva mangiarti la faccia davanti a me. Bleah, che schifo!" finge un conato di vomito e io la spingo scherzosamente, arrossendo. 
"Si chiama baciare Maya, non mangiare" la rimprovero, sbuffando un sorriso.
"E' lo stesso piccola Lex" mormora scocciata, poi mi strizza le guance come fa di solito mia nonna e scoppio a ridere. 

Questa giornata si riempie sempre di più di risate e sorrisi nascosti, di fossette e occhi che brillano. Ogni tanto noto il suo sguardo posarsi su bambine che tengono strette le mani delle loro mamme o dei loro papà e subito capisco che sta pensando ai suoi genitori. Suo padre si è sistemato da qualche amico per un po', in attesa che tutto questo finisca e di chiedere il divorzio definitivamente. Lei lo sente sempre meno ultimamente, mentre con sua madre quelle poche volte che si parlano, le sue sono solo qualche monosillabo. 

Take me away with you! | In revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora