Chapter 52

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"Mi piace come ti sta questo taglio di capelli, Alex" mi sorride amichevolmente Michelle, le sorrido anch'io, provando, finalmente, a instaurare un rapporto con lei. Sicuramente non sarà mai un rapporto madre-figlia, ma posso provare a darle una possibilità come amica o, che so, come una zia, dato che quelle poche che ho non le vedo quasi mai.

Sono passate due settimane dal funerale di Maya e dopo tanto tempo stiamo facendo colazione tutti insieme come una vera famiglia, prima di recarci in tribunale per l'ultima udienza. Mi sento carica e positiva oggi, sono pronta a rendere giustizia alla mia migliore amica, anche se ho capito che nonostante il verdetto sia a nostro favore non la riavrò indietro, quindi mio padre mi ha convinta a non fare nessun passo falso e a non avere un' eccessiva reazione. Voglio dargli ascolto per questo sono così serena e spensierata finalmente, non mi importa del verdetto, di quegli uomini viscidi e di tutto il resto perché io sto benissimo con me stessa e presto andrò al college, diventerò più matura e responsabile e ciò lo devo anche a tutte le difficoltà che la vita finora mi ha mostrato, ma che con le giuste persone al mio fianco e, soprattutto credendo in me stessa, sono riuscita a superare. 

"Che ne dite di una bella vacanza tutti insieme quest'estate?" propone sorridendo mio padre, la nonna spalanca gli occhi entusiasta e anche Mike sembra emozionato all'idea. 
"A patto che io e Gimmy scegliamo dove" afferma Harry battendo il cinque a Gimmy, che inizia a sparare nomi di località improbabili. Quei due hanno instaurato un rapporto fin troppo affiatato.
"Che ne dite dell'Italia?" chiedo, prendendo un sorso di succo d'arancia. 
Ho sempre adorato l'Italia e so, grazie alla nonna, che anche mia madre ne era follemente innamorata, tanto quanto era innamorata del suo paese natale, l'Inghilterra. Adoro viaggiare e conoscere altri luoghi al di fuori del piccolo mondo che mi sono creata in questa città, per questo mi piacerebbe partire e visitare l'Italia perché trovo che sia un luogo incantevole e interessante. 
"Si, l'Italia potrebbe andare bene" mormora mio padre. Ha capito il motivo per cui ho scelto questa meta e penso che farà piacere anche a lui ripercorrere quelle strade che ha percorso con la mamma durante la loro luna di miele. 

Dopo qualche minuto passato a fantasticare sul viaggio e ha scegliere, grazie all'aiuto di Michelle, tutti i luoghi e monumenti da visitare, usciamo di casa diretti al tribunale. Nonostante mi sforzi di restare positiva sento uno strano presentimento crescere dentro di me, credo sia anche dovuto al fatto che Cameron, a causa di un problema, arriverà più tardi del previsto e non averlo accanto mi fa sentire un po' sola. 

Entriamo in aula e il mio sguardo incontra subito quello dei genitori di Maya, sembrano stare sempre peggio e questa cosa mi fa capire che non tutti superiamo il dolore allo stesso modo. Non posso capire cosa si prova a perdere un figlio, ma posso capire il dolore che si prova quando si perde una persona importante. Loro si sentono esattamente come mi sono sentita io quando non avevo ancora capito che nonostante tutto la vita va avanti e i momenti difficili vanno superati e ricordati. Accenno un sorriso che solo Andrew ricambia, per poi andare a sedermi accanto a mio padre. Incrocio il suo sguardo, così simile al mio, e mi stringe la mano facendomi capire che lui è accanto a me e io non ho nulla da temere. 

Il giudice e la corte entrano in aula e io porto il mio sguardo sugli uomini con la divisa arancione che entrano e, ammanettati e scortati dagli agenti, si posizionano accanto ai loro legali. 
Possiamo farcela, questa è la fine di una battaglia che non sarà solo la vittoria o la sconfitta della famiglia di Maya, ma quella di tutti noi. 

Scott sotto richiesta del giudice inizia a parlare e confessare i suoi crimini. 
"Non volevo farle del male lo giuro, o solo eseguito gli ordini, sono solo un complice. Lui è l'artefice di tutto" dice, al termine del suo discorso, in tono di supplica. Indica l'uomo davanti a lui e ottiene in risposta un ghigno beffardo. L'avvocato di Steve si alza in piedi e inizia a fare decine di domande che aggravano solo la posizione di quel ragazzo, colpevole tanto quanto il suo cliente. 
"Scott Rain la corte ha deciso di condannarla a tredici anni di reclusione" sentenzia serio il giudice, tiro un sospiro e capisco che questo è solo l'inizio. Scott, come Austin, era solo una pedina del gioco malato di quell'uomo. 

L'udienza viene rimandata di tre ore prima di ascoltare Steve. Esco fuori dall'aula e approfitto della pausa per chiamare Cameron, che mi rassicura dicendo che in pochi minuti sarà in tribunale. Mi siedo su una sedia nel corridoio e mio padre mi si siede accanto, notando forse quanto sono diventata pensierosa. 

"Va tutto bene?" mi chiede preoccupato, gli sorrido dolcemente e lo abbraccio. 
"Si, va tutto bene. Sto aspettando Cameron" lo informo, staccandomi da quel contatto affettuoso. Credo che devo iniziare a passare più tempo con lui prima di andare al college perché mi mancherà da morire. 
"E' meglio che quel ragazzo sta attento a ciò che fa, altrimenti dovrò avvertirlo" alzo gli occhi al cielo per questo suo atteggiamento e gli sorrido rassicurante. 
"Tranquillo papà, Cameron mi ama e io amo lui" si passa una mano tra i capelli e annuisce. 
"Lo so che ti ama davvero, ho solo paura che ti faccia soffrire" poggia una mano sulla mia spalla e mi stringe a sé. Voglio davvero bene a mio padre e sono davvero fortunata ad averlo al mio fianco, anche se spesso a causa del suo carattere riservato e schivo non me lo dimostra, so che anche lui mi vuole bene. 
"Non preoccuparti vecchio, non mi farà soffrire" lo schernisco e lui in tutta risposta mette su un finto broncio. 
"Ma come ti permetti ragazzina!" dice teatrale mentre ci alziamo e ci incamminiamo, ancora abbracciati. 

Dopo qualche minuto, l'udienza riprende e finalmente sento la confessione di quel viscido di Steve, che per nulla pentito afferma beffardo quanto Maya fosse colpevole e quanto Kate sia una traditrice e una bugiarda. L'avvocato dei Lowson non si lascia intimorire e porta la situazione a suo favore, posso tirare un sospiro di sollievo quando finalmente sembra avere in pugno la vittoria. 

Inaspettatamente la porta si apre, mostrando Cameron che, imbarazzato, mi raggiunge. Sono sempre più confusa e scioccata quando gli occhi di Steve incontrano quelli, altrettanto verdi, del mio ragazzo, che rimane immobile incapace di muovere un altro passo. 
"Bastardo" impreca a denti stretti, raggiungendo a grandi passi l'uomo e afferrando il colletto della sua divisa arancione. Steve ghigna divertito da questa reazione nonostante lui sia incapace di difendersi dalla furia del mio ragazzo, che stento a riconoscere. Ha la mascella serrata e gli occhi verdi quasi rossi dalla rabbia, non l'ho mai visto così e mentre mi avvicino, cercando di evitare una catastrofe, gli appoggio una mano sulla spalla preoccupata dalla sua reazione. 

"figliolo che piacere vederti. Come sta quella stronza di tua madre?" il tono di voce è divertito e quel maledetto ghigno non fa che aumentare la sua rabbia. 
"Hai ancora il coraggio di chiamarmi figlio? Non cambierai mai, sei solo un bastardo capace di rovinare la vita alle persone senza farsi scrupoli" sputa con rabbia Cameron, senza mollare la presa su suo padre. Io me ne sto in disparte sentendo in lontananza le urla del giudice e degli agenti che incitano Cameron a lasciarlo andare e abbandonare l'aula. 
"Questa è l'ultima volta che mi vedrai prima di marcire in una cella per il resto della tua vita" un pugno colpisce la sua mascella e lui lo lascia cadere ai suoi piedi soddisfatto.  
"Questo è perché hai distrutto la mia famiglia" urla, tirandogli un ultimo pugno, prima di uscire dall'aula scortato da due agenti e seguito da me, che ancora stordita dalla scena a cui ho assistito, corro verso di lui.

"Cameron!" lo richiamo, andandogli incontro, ma lui si scrolla di dosso gli agenti e entra in macchina. Vuole stare da solo e lo capisco, ma ho paura, che arrabbiato com'è, possa commettere qualche follia e poi anche se io gli chiedo sempre di lasciarmi sola, lui resta. Anche io adesso voglio esserci per lui. 
Prendo coraggio e finalmente mi decido a chiamare un taxi, sapendo già dov'è diretto.

Take me away with you! | In revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora