Capitolo tre

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Sono andata via a casa di Anna un'oro dopo e adesso sono in stazione e la nebbia è fittissima e faccio fatica a vedere il tabellone degli orari, < credo che il suo treno sia sul binario due > dico a una signora che è di fianco a me e indossa un'enorme pelliccia, < sei sicura? > mi chiede lei strizzando gli occhi e cercando leggere anche lei il tabellone, < più o meno > rispondo io, < forse sarebbe meglio per lei se andasse in biglietteria e chiedesse là >, < forse > mi risponde la signora e poi si gira verso di me e solo ora noto che è molto più giovane di quanto pensassi all'inizio, perchè nonostante i suoi capelli radi e striati di bianco, la sua pelle è liscissima e i suoi occhi sono pieni di vita, < sarà una brutta giornata > mi dice mentre con una mano inizia a frugare nella sua borsetta di camoscio, < una brutta giornata per te > ripete e la mia schiena inizia ad essere percorsa da dei brividi e mi chiedo da quando sono così suscettibile alle cazzate degli sconosciuti, < cosa vuole dire? > chiedo cercando di non far tremare la voce, < quello che ho detto > risponde lei porgendomi un bigliettino, lo prendo meccanicamente e me lo infilo in tasca, < Ho un negozietto qui. Credo di poterti aiutare >, < aiutarmi a fare cosa? >, lei risposta lo sguardo verso il tabellone, < sei sicura che il binario sia il tre? > chiede ignorando la mia domanda, < le avevo detto il due > rispondo io, < ah già > fa lei e poi il suo corpo inizia a scuotersi tutto e un rumore strano esce dalla sua bocca che adesso è completamente spalancata, ci metto qualche secondo a capire che quel suono è solo la sua risata, < adesso devo andare > le dico indietreggiando e lei si girà di nuovo verso di me e mi sorride e poi alza una mano e me la scuote a pochi centimetri dal viso, < vieni a trovarmi nel pomeriggio, prima di fare qualsiasi altra cosa >.

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