< Non credo di essermi spiegato bene > dice Daniele mentre guarda dritto davanti a sè, le mani sono strette sul volante, prediamo un dosso troppo velocemente e il paraurti della macchina gratta sull'asfalto. Daniele borbotta qualcosa sottovoce e io mi giro verso Anna, che sta dormendo e ha la testa appoggiata contro un finestrino e la sua bocca è socchiusa e nonostante la radio sia accesa e Daniele abbia qualche problema nel mantenere il tono di voce sotto un certo livello, credo di sentirla russare. < Io voglio studiare > continua Daniele dopo un po' < davvero >, stacca una mano dal volante e inizia a passarsela tra i capelli che sono ricci e disordinati, < solo che devo capire cosa > sbuffa < è da un po' che ci sto pensando, forse Brera andrebbe bene, o non lo so, qualcosa di creativo comunque >, mi viene da ridere, ma mi trattengo, < per fare cosa? > gli chiedo, mi accorgo di essere ubriaca perché sento la mia lingua spessa e secca, come se fosse una spugna. < Credo che sia importante > mi risponde lui senza staccare gli occhi dalla strada, < cosa? > chiedo io cercando di biascicare il meno possibile, < scegliere cosa studiare > mi fa lui, < ti vincola > aggiunge alzando il tono della voce e io mi porto un indice alle labbra e con gli occhi indico Anna che sta ancora dormendo e adesso e completamente sdraiata sui sedili posteriori, Daniele mi guarda e annuisce, < ho solo paura di fare una cazzata > mi dice, < cosa succede se studio legge e poi scopro che fare l'avvocato mi fa schifo? > io gli rispondo che spesso succede così e che la gente non ne fa un dramma, < e cosa fa quando lo capisce? > mi chiede e io faccio spallucce e gli dico che di solito continuano comunque a fare gli avvocati, < ma è triste > protesta lui, < c'est la vie> faccio io. < Tu come hai scelto? > mi fa dopo un po' e mentre lo chiede si gira verso di me e mi guarda con una tale intensità e per così tanto tempo che alla fine sono costretta a ricordargli che sta guidando e che è la strada che deve guardare, lui sembra offendersi, ma non dice niente. Rimaniamo in silenzio e io ne approfitto per socchiudere gli occhi, la testa ha iniziato a girarmi e l'odore sintetico di lavanda che c'è in macchina è nauseante. Daniele intanto ha iniziato di nuovo a parlare e mi sta dicendo qualcosa del tipo che non gli ho risposto e io credo di avere perso il filo del discorso e quindi gli chiedo riguardo a cosa avrei dovuto rispondergli e Daniele inizia a lamentarsi del fatto che nessuno lo ascolta mai e marca la parola mai dando un piccolo colpetto al volante e continua dicendo che è convinto che gli altri lo vedano come un completo idiota che non riesce mai a portare a termine niente e io gli rispondo di calmarsi e che sta esagerando, ma lui non sembra sentirmi, mi dice che non è un giullare e che di solito le prese in giro non gli fanno neanche effetto, mi giura che non gliene frega un cazzo che lo si prenda in giro per i chili di troppo o per il fatto che sia goffo o per le espressioni ridicole che fa quando mangia, ma che quando lo trattano come un idiota, allora sì che gli da fastidio < lo capisco quello che fate > mi dice, < voi non mi vedete come una persona, sono solo una commedia tragicomica per voi > e io vorrei tanto rassicurarlo e dirgli che non è che lo vediamo come uno scemo ( anche se non sono del tutto sicura sia la verità ), Daniele è un mio amico e sono contenta che abbia deciso di sfogarsi con me e sicuramente cercherò di cambiare atteggiamento nei suoi confronti, ma adesso, in questo preciso istante, l'unica cosa a cui riesco a pensare è che da qui a cinque minuti io starò vomitando, perché l'odore di lavanda si è fatto davvero insopportabile ed è come se mi fosse entrato nella testa. Chiedo Daniele di fermarsi e lui mi fa notare che siamo appena entrati in superstrada e che fermarsi è pericoloso, io gli rispondo che non avrei problemi a vomitare nella sua macchina, ma che poi l'odore rimarrebbe per un bel po' di tempo e allora lui mi lancia uno sguardo schifato e poi accosta sulla corsia di emergenza. < Che succede? > chiede Anna con voce impastata, < Marina deve vomitare > esclama Daniele in tono allegro, come se poco prima non avesse parlato d'altro che di video di gattini, < brava! > esclama Anna battendo le mani, Daniele si mette a ridere e io mormoro uno "stronzi" prima di fiondarmi fuori dalla macchina. L'aria è umida e gelata, < ti serve una mano? > mi urla Anna dal finestrino chiuso e scuoto la testa, < solo un minuto > sussurro mentre mi rannicchio sull'erba, < solo un minuto > ripeto anche se nessuno può sentirmi. Vomito sull'asfalto gelato e faccio in tempo a vedere delle sottili strisce di fumo uscire da quello che ho rigettato prima di entrare in macchina. < Uscito tutto? > mi chiede Daniele, io annuisco mentre mi allaccio la cintura di sicurezza, < vuoi un fazzoletto? > mi fa Anna mentre già me ne porge uno e io lo prendo e mi pulisco le labbra che sono ancora incrostate di rossetto e lasciano sul fazzoletto una macchia rosso scuro. < Almeno te ne sei accorta > dice lei dopo un po' , < ti ricordi di Daniele? > quanto pronuncia il suo nome allunga la mano per dargli un leggero buffetto sulla spalla e Daniele sorride radioso, ma adesso mi chiedo se quel sorriso sia veramente sincero, mi chiedo anche perché continui a frequentarci se gli da fastidio il modo in cui lo trattiamo, < a casa dei genitori di Sabrina? Quando ha vomitato sul letto e ha continuato a dormire come se nulla fosse, il giorno dopo il vomito si era solidificato! > continua Anna, poi rivolgendosi a Daniele < chi è che aveva piloto tutto? La nonna? >, Daniele annuisce, < mi sono sentito terribilmente in colpa > dice mesto, < avrà avuto ottant'anni e passa quella donna >, < poi ci guardava tutti come se fossimo dei drogati > aggiungo io, < e per colpa tua > fa Anna rivolta a Daniele, < Sabrina non ha potuto più fare feste >, < non che sia stato poi un peccato > mi intrometto, < nell'ultimo periodo erano diventate terribilmente noiose >, < colpa di Gabriele e dei suoi film del cazzo > conferma Daniele, < cristo santo > mugola Anna, < Shining ce lo avrà fatto vedere almeno sei volte >. Il viaggio continua in silenzio e io mi allungo verso la radio per alzare il volume, suona "Hallelujah" la versione di Jeff Buckley, subito dopo la voce piena di energie dello speaker inizia un discorso sul fatto che sia tradimento o no masturbarsi sui film porno. Daniel sbuffa e cambia stazione, < odio quando parlano alla radio > si giustifica, le casse della macchina adesso pompano una canzone che è tutta bassi ed è con questo pezzo che arriviamo a casa di Anna. < Sicura di non voler essere accompagnata anche tu a casa? > mi chiede Daniele e io gli dico di no, che tanto ho già portato tutto l'occorrente per passare la notte da Anna e che comunque lo ringrazio molto per l'offerta. Guardo Anna che è già davanti al cancello e sta armeggiando con la borsa per trovare la chiavi di casa, < riguardo a quello che mi hai detto prima > dico a Daniele in tono serio, < non ero proprio lucida e non credo di averti ascoltato fino in fondo, ma... > lui mi interrompe sollevando una mano, < non ti preoccupare > mi dice sorridendo, < è stato solo un momento di debolezza, fai come se non avessi mai parlato >, io gli rispondo che non posso fare finta di niente e che ha ragione, che lo abbiamo trattato di merda e che se ne vuole parlarne ancora io ci sono e prometto di non essere ubriaca la prossima volta e allora lui annuisce e mi ripete che non mi devo preoccupare e io mi chiedo perché sia così restio a parlarne e mi dispiace che abbia talmente tanta paura di essere ridicolizzato da non riuscirmi a dire neanche se qualcosa gli da fastidio e mi chiedo che razza di persona sono se con il mio comportamento rendo infelice un mio amico. < Grazie per averci accompagnato > dico chiudendo la portiera.
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Nascita dell'Anticristo #wattys2019
TerrorUn ragazzo con un segreto, una spada da trovare e poteri terribili contro cui combattere. Chi sarà il vincitore?