Capitolo venticinque

2 1 0
                                    

Siamo dentro l'appartamento di Filippo che puzza di muffa e di polvere e mentre Luigi si mette a sollevare tutte le tapparelle, io inizio a guardarmi in giro e il salottino, che adesso è illuminato dal freddo sole invernale, è strapieno di oggetti, ci sono scatole ovunque e sacchetti e buste e ogni scatola/sacchetto/busta è ricolmo di quella che ad un primo sguardo sembrerebbe solo spazzatura. Mi metto ad analizzare il contenuto di una scatola e tiro fuori una vecchia radio che non ha più il pulsante di accensione e quando la scuoto sento tutte le schede dentro che sono staccate e tintinnano quando sbattono l'una contro l'altra e penso che sarebbe divertente provare ad aggiustarla e sto per chiedere a Luigi se me la posso tenere quando lo sento iniziare a lamentarsi e allora capisco che non è più dell'umore giusto e rimetto la radio a posto. < Non lo troveremo mai con tutta questa roba in giro > lo sento sbraitare mentre inizia a percorrere il perimetro del salottino a passo svelto, scavalcando e tirando calci a tutto quello che si trova tra i piedi, < l'hai vista la camera da letto? > mi chiede con gli occhi che sono spalancati, < non c'è neanche più un letto >, continua alzando le mani, < c'è solo il telaio ricoperto tutto da vecchi vestiti >, < magari era comodo così > dico sperando di sdrammatizzare, ma lui inizia a guardarmi storto e allora smetto di sorridere come un ebete, < descrivimi il libro che stiamo cercando > gli dico sedendomi per terra, < è rosso > fa lui, < la copertina? >, < è tutto rosso >, < ah > gli rispondo io, < drammatico > aggiungo con un sussurro, e poi mi allungo e afferro lo scatolone più vicino, che è lo stesso che conteneva la radio, e inizio a setacciare gli oggetti che ci sono dentro, < faremo bene a dividerci le stanze > mormoro poi mentre poggio sul pavimento uno stura lavandini dal manico rotto; Luigi sospira e mi risponde che sembra una buona idea e poi si guarda in giro sconsolato e si gira e va verso la camera da letto. È passata almeno un'ora e Luigi non ha smesso per in istante di borbottare e insultare Filippo e, anche se in realtà mi diverte rovistare tra gli oggetti di persone che non conosco, devo ammettere di essere stanca. Le cose che fino ad adesso ho trovato e che ho reputato interessanti sono: un vecchio gonfiabile per il mare a forma di orca che credo sia ancora utilizzabile perchè la plastica è spessa e non ho visto buchi, una collana molto carina con una catenella dorata e con un ciondolo a forma di goccia e un coltellino svizzero minuscolo, che non è più neanche affilato, ma decido comunque di nascondermi nella tasca interna della giacca perché non si sa mai. Mi guardo intorno e vedo che c'è un ultima busta da svuotare e quando vado là e la inizio a tastare sento che dentro ci sono solo capi morbidi e poi la apro e controllo il contenuto che come previsto si rivela essere solo un mucchio di vecchi vestiti maschili e un boa dalle piume viola. Poggio il sacchetto vuoto sul pavimento e inizio a camminare per la stanza controllando che nessuna scatola/busta mi sia sfuggita. Luigi è da qualche minuto che ha smesso di borbottare, così decido di andare a vedere come è la situazione nella camera da letto, lui neanche mi sente quando entro, adesso la stanza ha lo stesso aspetto del salottino, ci sono scatole dappertutto e quadri e cornici di quadri e vestiti: camicie bianche soprattutto. Luigi è seduto in mezzo alla stanza, la luce che entra dalle finestre colpisce i suoi capelli facendoli d'argento vivo, tra le mani ha un libro rosso, non è aperto, ce l'ha poggiato sulle ginocchia e con le dita bianche sta accarezzando la costa, in maniera così lieve, così dolce, che stento a credere che quello che vedo lì, con capo chino e con quelle mani delicate sia lo stesso che la sera prima rideva mentre mi spezzava le braccia. < Hai trovato qualcosa? > dico con un sussurro. L'atmosfera che c'è nella stanza ha un che di sacro, i raggi di luce illuminano il pulviscolo che si muove intorno a Luigi ed ho come l'impressione che quello che sta succedendo sia sbagliato, la luce colpisce il libro in modo strano, la copertina rossa sembra fluida, come se fosse sangue fresco, mi viene l'assurda idea che quel libro non sarebbe mai dovuto esistere, che se davvero io abbia un compito in tutta questa faccenda, sia quello di distruggere questo libro. < Non ci credo > bisbiglia Luigi senza staccare gli occhi dal libro, continua ad accarezzarlo, ma adesso la sua mano si è spostata, ora è un po' più vicina al lato esterno, sta toccando le pagine. < Non ci credo > ripete. Mi sento il fiato mancare quando vedo che le sue dita tremano mentre apre il libro e poi chiudo gli occhi, aspettandomi quasi che il soffitto ci cada in testa, o che un fulmine ci colpisca e invece non succede niente, se non che Luigi inizia ad emettere un suono gutturale e il suo corpo inizia a fremere e poi il suono gutturale diventa più acuto e mi ci vogliono parecchi secondi prima di rendermi conto che sta solo ridendo. < L'abbiamo trovato > dice e questa volta si gira verso di me e il suo sorriso è tutto denti e sembra quasi infantile, poi si alza e si pulisce le mani sui pantaloni e il libro se lo infila con cautela in una tasca interna della giacca e mi dice che ce ne possiamo andare, che adesso abbiamo molto da fare.

Nascita dell'Anticristo #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora