Capitolo quarantadue

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Siamo di nuovo davanti alla farmacia ed è di nuovo mezzanotte e Luigi sta preparando la tavola ouija per invocare Jean Pier e intanto io sto sgranocchiando un panino al prosciutto senza troppa voglia. Luigi inizia la sua cantilena e facendolo per la seconda volta tutta questa storia dell'invocazione mi sembra meno magica e anche l'assenza totale di vento adesso non mi fa più un grande effetto, mi metto a togliere un filo di grasso dal prosciutto mentre la nuvola di fumo inizia a condensarsi davanti a noi. < Salve > dice Jean Pier, sembra trafelato, il fumo non fa in tempo a condensarsi in una posizione che subito si disperde di nuovo andando a formare la sagoma in un altro punto, Luigi gli chiede divertito a Jean Pier, se per caso lo abbiamo interrotto, se aveva qualcosa di meglio da fare e la figura si mette a scuotere vigorosamente la testa, < no, certo che no> ci dice in tono lagnoso, < è solo che è stancante >, < che cosa? > gli faccio io, lui sospira < dover apparire davanti a voi, farmi vedere, essere solido >, < allora vediamo di farla breve > si intromette Luigi, < abbiamo ucciso Antonin > dice poi, < morto? > gli fa eco lui, < morto > risponde Luigi, < strano > dice poi la figura, Luigi alza le sopracciglia, < non ho sentito niente >, Luigi sbuffa, si porta una mano dietro la nuca e inizia a grattarsi la testa, < non so cosa credevi di dover sentire > inizia e devo congratularmi con lui perché se non fosse per quella rughetta sulla fronte si direbbe che sia veramente sereno e che lo stato d'animo di Jean Pier gli stia davvero a cuore e tutto quello che vorrebbe fare adesso e convincerlo a sentirsi in pace con se stesso, < è tutto finito per Antonin, non devi più preoccuparti per lui >, la figura scuote la testa, ma più lentamente questa volta, < vorrei tanto crederti > inizia a mugolare, Luigi si gira verso di me e mi fa cenno di aiutarlo, ma io non voglio aiutarlo e quindi rimango zitta e continuo a magiare il panino, < ma non ci riesco >, Luigi gli dice che non deve avere paura, che è tutto sistemato, la figura inizia una serie di versettini che somigliano in maniera inquietante al pianto di un bambino, < calmati > dice Luigi, < calmati > ripete a denti stretti, la sua voce è come un sibilo, poi tutto si fa rosso, intorno a noi non c'è più niente, non vedo l'insegna della farmacia né il distributore dei preservativi, ci siamo solo io e Luigi e la figura che adesso si sta contorcendo con urla strazianti, mi porto le mani alle orecchie, c'è un caldo malsano adesso, umido. La figura continua ad agitarsi, la sua voce suona distorta, credo stia chiedendo a Luigi di smetterla di fare qualcosa, Luigi, che è ancora seduto di fianco a me, sghignazza tutto contento, si gira verso di me, < alla fine mi diverto sempre a fare queste cose > mi dice con uno di quei sorrisi tutto denti, l'odore che sento è familiare, me lo ricordo, l'ho già sentito, quella sera, nel negozio. La figura emette urla straziate, si contorce, Luigi ride, gli chiede se adesso non sente ancora niente, gli chiede cosa penserebbe se gli dicesse che anche ad Antonin abbia fatto le stesse cose. La figura è troppo impegnata ad urlare per prestare attenzione a Luigi, il caldo si è fatto più intenso, la puzza adesso mi entra nelle narici ed è così forte, così forte che sono costretta a bloccare un conato di vomito e adesso si fa fatica anche a respirare e ho come l'impressione che nascosto dietro tutto questo rosso ci sia una animale gigantesco che ci sta alitando in faccia, con voce strozzata chiedo a Luigi di smetterla, lui scuote la testa e i suoi occhi brillano divertiti, < ormai lasciamelo godere > mi dice cercando di sovrastare le urla di Jean Pier. Luigi parla lentamente quando gli chiede dove è la spada, la figura strilla, ma non risponde e allora Luigi mi guarda e sbuffa e dice che siamo tutti così deboli e poi muove una mano e tutto si ferma e anche il caldo sembra alleviarsi e io mi metto di nuovo a respirare e la figura smette di muoversi convulsamente e la sua testa ciondola mollemente sul collo e la consistenza del suo fumo si è così sottile che le riesco a vedere attraverso. < Dove è la spada? > chiede Luigi con fare amichevole, < non lo so > mugugna la figura, io suggerisco a Luigi che forse Jean Pier non sa davvero dove sia la spada, < stai zitta > mi risponde lui, < non lo conosci >, poi però si mette a cercare qualcosa dentro lo zaino e tira fuori il libricino rosso e si mette a sfogliarlo fino a che non arriva alla pagina che già aveva fatto vedere a me, < cosa vuol dire questo? > chiede puntando il dito sulla pagina ingiallita, la figura piagiucola, poi si avvicina a Luigi, < che cos'è? >, < il libro che avete scritto > gli risponde lui, < non lo riconosci? > chiede con fare sarcastico, la figura annuisce lentamente, come se volesse farci vedere che è stremata e che non ha intenzione di porre ulteriore resistenza, < non ho mai visto quel libro in vita mia > risponde con un soffio di voce, io sussurro a Luigi che forse è vero che non l'ha mai visto, dato che reputo molto probabile il fatto che sia stato scritto dopo la sua morte, < bene > dice Luigi, < adesso ho bisogno che ti metti a pensare e che mi dici cosa volevate dire con: tra le mani dell'unico che la può brandire >, la figura ripete che non l'ha scritto lui il libro, Luigi sventola una mano, < eravate tutti uguali > dice, < credevate nelle stesse cose, pensavate allo stesso modo >, con un tocco di delusione la figura risponde a Luigi che anche lui faceva parte del gruppo, Luigi si mette a ridere e gli dice di non iniziare a sparare cazzate adesso, < ma anche tu facevi parte del gruppo > ripete la figura a voce bassissima, < sì vabbè > sminuisce Luigi agitando una mano, < adesso pensa > dice alla figura, < cosa vuol dire? >, la figura inizia a vorticare e il fumo è così sottile che quasi si confonde nell'aria rossa, dice a Luigi che crede di sapere a chi si riferivano, gli chiede a cosa gli serve la spada, Luigi gli risponde che non sono problemi suoi, < ma io non posso aiutarti > inizia allora a piagnucolare lei, < non posso aiutarti se non mi dici a che cosa ti serve >, < perché? > risponde lui, < perchè voglio sapere se posso dirtelo >, < pensavo di essere stato chiaro > dice Luigi con quel suo sorriso osceno e tutto denti, muove una mano, l'aria si fa di nuovo calda e la figura inizia a contorcersi e scomparire e riapparire a intermittenza e i gridi che lancia mi fanno venire i brividi, < pensavo avessi capito > urla Luigi, < che il destino della spada adesso è il tuo ultimo problema >, la figura urla così forte e il caldo è diventato insopportabile e Luigi ha lo sguardo fisso sulla figura, è serio adesso, i suoi occhi sono concentrati sulla sagoma di Jean Pier, le sue labbra si muovono appena, sta sussurrando qualcosa, ma non riesco a sentire cosa. < Ti prego smettila > frigna la figura con una vocina distorta, < smettila >, Luigi alza una mano, un suono, come un taburellare ossessivo si fa spazio tra le urla di Jean Pier, poi succede qualcosa, il fumo che compone la figura si allarga, ci avvolge, le sue urla sono ovunque, credo che stia piangendo, si lamenta, dice che non c'è la fa più, che sta impazzendo, ci prega di fermarci, Luigi sta ridendo, le sue spalle si muovono convulsamente, i suoi occhi sono arrossati, < la calligrafia > sento dire poi, il tamburellare smette, < cosa? > chiede Luigi con uno sguardo tutto soddisfatto, < la calligrafia > ripete la figura che adesso si è di nuovo condensata davanti a noi, < la riconosco, è di Adrien >, < Adrien > ripete Luigi, < quindi ha scritto lui il libro >, < sì > fa la figura, < quindi la spada è lui che l'ha nascosta? > chiede Luigi grattandosi la testa, < potrebbe > fa la figura, < o potrebbe solo aver saputo dove era nascosta > mi intrometto io, < vero > fa Luigi, < però è già qualcosa >, poi di gira di nuovo verso la figura, < torniamo a il solo che la può brandire. Dimmi chi pensi potrebbe essere >. La figura sospira, si mette a guardare in giro con i suoi occhi di fumo, ci dice che la scoperta di quello che veramente la spada faceva doveva essere stato un colpo terribile per la setta, dice che non ha idea di come abbiano reagito, ma che è sicuro che questo avrebbe messo in questione tutto quello per cui avevano combattuto, ci dice che secondo lui molti di loro avrebbero iniziato a dubitare delle loro credenze, qualcuno avrebbe potuto pensare che non avevano capito niente, che la vita vera non esisteva, o se esisteva non era quello che loro si immaginavano, <credo che alla fine avrebbero deciso di dare la spada al creatore del gioco >, Luigi alza un sopracciglio < mi sembra un po' azzardata come ipotesi > , < non mi hai dato molto su cui lavorare > si giustifica lui, < e il creatore del gioco chi sarebbe? > chiedo io, < Dio? >, sia la figura che Luigi si girano a guardarmi, < esatto > mi risponde la figura, gli chiedo in che modo avrebbero potuto consegnare la spada a Dio, < non lo so > dice la figura sospirando, < non lo so >. Luigi adesso ha entrambe le mani sui capelli, sussurra qualcosa del tipo: perché è tutto così difficile, < quante probabilità ci sono che sia stato Adrien a nascondere la spada secondo te? > chiede alla figura, < se ha scritto il libro credo abbia partecipato attivamente alla riconsegna della spada >, < credi ma non ne sei sicuro > borbotta Luigi, < come faccio ad esserne sicuro? >. 

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