Sono a lezione e sono seduta in quinta fila, di fianco a me c'è Matteo che è un ragazzo dai capelli neri e dalle labbra sottilissime, i suoi occhi, che sono color nocciola, sono puntati sul quaderno aperto davanti a lui, nella mano sinistra stringe una Bic quattro colori che scorre sulla carta ad una velocità che mi sembra incredibile, mi chiedo che cazzo abbia Matteo da scrivere adesso visto che il professore non sta facendo altro che elencare i motivi per i quali si è presentato a lezione in ritardo oggi, glielo chiedo e lui alza un dito come per dire di fare silenzio e io sbuffo e gli rispondo che è un rompipalle. Matteo non è un mio amico, credo che la definizione giusta sia conoscente, mi ha avvicinato nel luglio dell'anno scorso, perché ad una festa di qualche settimana fa aveva visto una ragazza che gli piaceva e che poi ha scoperto per caso essere mia amica, ha iniziato a parlarmi fingendo davvero di voler fare la mia conoscenza, mi invitava a passare la pausa pranzo insieme, a studiare insieme, a prendere il caffè insieme, il discorso di una mia amica che gli piaceva l'ha tirato fuori mentre addentavo un sandwich al tonno che avevo preso alle macchinette, < senti, non è che mi puoi dire qualcosa in più su Claudia? > mi aveva chiesto e io prima di rispondergli mi ricordo che mi ero presa un bel po' di tempo per masticare e ingoiare il boccone, < cosa vuoi sapere? > gli avevo domandato sorridendo anche se in realtà non avevo molto voglia di sorridere e per quanto creda che Claudia sia una bravissima persona e che addirittura sia una delle migliori persone che conosco, mi iniziava a scocciare il fatto che i ragazzi mi avvicinassero solo perché ero sua amica, lui aveva fatto spallucce e poi mi aveva chiesto se fosse single, me lo aveva domandato con talmente tanta nonchalance che quasi ci credevo che in realtà non gli interessasse e che me lo stesse chiedendo giusto per fare un po' di conversazione, < sì > gli ho risposto, < è single > ho aggiunto, i suoi occhi si sono illuminati all'istante e per la prima volta ho visto un Matteo che non credevo esistesse, non quello che non fa altro che parlare di esami e di politica e del fatto che i biglietti del treno sono troppo cari e che se volessero davvero fare qualcosa per l'ambiente allora dovrebbero iniziare abbassando i prezzi dei biglietti perché se no già è uno strazio prendere i mezzi pubblici e se poi li fai anche pagare tanto allora è ovvio che le persone vanno in macchina, < davvero? > mi aveva chiesto e i suoi occhi luminosi si muovevano su e giù per il mio viso, < sì > gli avevo risposto io e per un istante ero davvero contenta che la felicità che provava in quel momento fosse in parte merito mio, < dici che la prossima volta che uscite insieme potrei venire anche io? > mi aveva chiesto poi, e io gli avevo risposto che è da un po' che non la vedevo, ma che alla prima occasione glielo avrei fatto sapere. Da quel giorno Matteo ha iniziato a tenermi i posti a lezione, cosa che è molto comoda perché vuol dire che posso avere un posto dalla visuale eccellente anche senza dovermi presentare in aula un'ora prima. Le prime volte che ci vedevamo Matteo mi salutava con calore e il suo interesse verso di me sembrava sincero, perché quando mi chiedeva come stavo i suoi occhi erano luminosi e sembrava fosse davvero smanioso di sapere come fosse andata la mia giornata fino a quel momento, non mi chiedeva di Claudia, lo sapevo che avrebbe voluto, ma non me lo chiedeva, passavano i giorni e poi le settimane e il suo umore iniziava a peggiorare e più io non gli davo notizie di Claudia (che continuava comunque a non chiedere, mantenendo il suo ruolo di finto non interessato alla perfezione), più lui si comportava freddamente con me fino ad arrivare a salutarmi a malapena, la cosa comunque non mi disturbava perché Matteo non mi stava simpatico e non mi interessava averlo come amico e finché lui continuava a tenermi il posto, io ero più che contenta. Ogni tanto per riattivare il fuoco gli davo qualche contentino, mi ricordo che giusto due giorni fa, gli ho detto che avevo l'avevo sentita, Claudia, e che forse ci saremmo viste la settimana dopo e che se voleva poteva venire anche lui, < sicura che non disturbo? > mi aveva chiesto e io gli avevo risposto di no, certo che no, che se avessi pensato che disturbasse non l'avrei mai invitato e allora lui mi aveva sorriso e mi aveva (quasi) pregato di informarlo non appena avessi avuto maggiori informazioni riguardo l'uscita. Ovviamente non gli ho fatto più sapere niente, primo: perché era vero che avevo sentito Claudia, ma non avevamo parlato di vederci e secondo: perché per quanto possa suonare ipocrita non avevo intenzione di usarla come merce di scambio, non davvero almeno. A Claudia non interessava Matteo, lo so perché me lo aveva detto qualche giorno dopo la festa in cui lui aveva visto lei e io avevo buttato lì l'argomento perché iniziavo a sentirmi in colpa per come lo stavo trattando, lei mi aveva suggerito di dire subito tutto a Matteo, in modo che potesse metterci una pietra sopra e io le avevo risposto che l'avrei fatto, certo, non l'avrei mai tenuto sulle spine volontariamente, < ma può aspettare ancora un po' > le avevo detto poi, < il corso di statistica è davvero pieno di gente >. Lei si era messa a ridere e poi mi aveva ammonito di non fare troppo la stronza.
Il professore ha iniziato a spiegare e Matteo ha già scritto almeno due pagine sul suo quaderno, la sua calligrafia è spigolosa e larga, scrive in stampatello, non in corsivo, scelta infelice perché, vista la mole di appunti inutili che è solito prendere, se almeno si degnasse di scrivere in corsivo la sua velocità aumenterebbe di gran lunga e adesso sarebbe riuscito a riportare in maniera più dettagliata le dinamiche dell'incidente a cui il professore ha assistito durante il suo viaggio verso l'università. < credi ti servirà davvero? > bisbiglio a Matteo, lui non mi guarda neanche quando gli parlo e mentre i suoi occhi sono ancora puntati sul foglio che continua a venire occupato da inchiostro, fa spallucce e muovendo le labbra sottili mi risponde che tutto può servire, < non proprio tutto > gli faccio io, ma lui ha già smesso di ascoltarmi e allora io mi giro verso il professore e continuo a seguire la lezione.
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Nascita dell'Anticristo #wattys2019
HorrorUn ragazzo con un segreto, una spada da trovare e poteri terribili contro cui combattere. Chi sarà il vincitore?