Capitolo quarantaquattro

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Mi sveglio in un letto che non riconosco, Luigi è seduto sul letto, vicino a me, come sempre, mi guarda con un sorriso che sembra compassionevole, mi chiede come sto, mi dice che ho dato di matto e per poco non chiamavano la polizia. Mi alzo e mi tolgo le coperte di dosso, chiedo a Luigi cosa è successo, gli dico che non mi ricordo niente e lui si mette a ridere e dice che forse è meglio così, poi attacca a dirmi che è proprio contento che mi sia svegliata perché si stava davvero annoiando e che abbiamo un sacco di cose da fare e allora io mi ricordo tutto e anche se inizio a sentire il mio cuore che batte forte e la pelle inizia a prudermi dappertutto e sono certa di stare perdendo la testa, mi metto a sorridere a Luigi e con il tono più calmo che riesco ad usare gli chiedo che cosa abbiamo da fare. Lui sembra soddisfatto del mio atteggiamento, se fosse un cagnolino, sono convinta si metterebbe a scodinzolare in questo momento, mi prende una mano e iniziando ad accarezzarmela, mi dice che la donna, alla fine non ha avuto una brutta idea, dice che se i movimenti di Adrien sono registrati da qualche parte allora devono essere per forza nell'archivio del comune di Anonou, faccio notare a Luigi che è improbabile che ci facciamo entrare e curiosare negli archivi e Luigi mi fa l'occhiolino, mi dice che ha detto la stessa storiella che si è inventato per la coppia, la funzionaria gli ha detto subito di sì, a patto che il nome della città appaia nella ricerca una volta pubblicata, per turismo, < mi ha detto che la città ha davvero tanto da offrire, che hanno una chiesa che è bellissima e un secco di parchi e i campi di lavanda, ma di turisti c'è ne sono pochi >, < chi cazzo vorrebbe venire qua in vacanza? > rispondo io, Luigi fa spallucce e si mette a ridere. 

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