Capitolo 8:

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La mattina trascorse in fretta e presto arrivò l'ora di partire per la spedizione. Carl e Negan si stavano preparando, l'uomo aveva insistito perché l'omega indossasse abiti di maglia spessa, non voleva rischiare che Carl si ferisse o peggio.
Carl fissò la fondina ai jeans,altezza coscia ed un machete contro la vita.
Negan aveva indossato la giacca di pelle nera e la sciarpa rossa intorno al collo, tra le mani teneva la sua fidata compagna Lucille.
Carl aveva indossato la sua camicia a scacchi blu e bianca, ed una maglietta azzurrina, quella bianca era inutilizzabile, piena di buchi e sporca all'inverosimile.
"Pronto?" Carl infilò alcune ricariche in un piccolo marsupio ed annui.
"Andiamo"

Uscirono dal Santuario e si diressero a quello che era simile in tutto e per tutto ad un parcheggio, gli uomini di Negan lo aspettavano, parlavano tra loro e ridevano per qualche stupida battuta.
"Salvatori" L'Alpha richiamò la loro attenzione, questi si zittirono e si girarono verso l'uomo.
"La priorità sono medicine e scorte mediche, se trovate cibo caricatelo sui furgoni, ma non rischiate inutilmente, al momento non ne vale la pena" Gli uomini annuirono in gruppo, Carl non vide Simon tra loro, si chiese come mai il beta non ci fosse.
"Partiamo"Negan gli passò un braccio intorno al collo e lo trascinò verso uno dei tanti camion, lo fece salire e poi si sedette al suo fianco,dalla parte del guidatore salì un altro uomo, era decisamente in sovrappeso, ma aveva l'aria gentile.
"Lui e Joy" Lo presentò Negan, Carl lo salutò con un cenno del capo ed il cappello di suo padre gli calò davanti agli occhi.
"Il viaggio durerà all'incirca un'ora, riposati finché puoi" Carl annuì, ma tenne lo sguardo fisso davanti a se, la strada scorreva veloce sotto di loro, alcuni vaganti camminavano lentamente ai lati della strada, un paio provarono ad afferrare il camion con le mani, ma vennero colpiti e caddero a terra.
Con lo sguardo cercava qualche traccia, un tetto bianco, fari posteriori, ma nulla, suo padre era lontano e chissà quando sarebbe tornato.
"Puoi tenere il marsupio se vuoi"Carl riportò lo sguardo su Negan e gli sorrise.

Si fermarono un'ora dopo davanti ad un gruppo di case, saranno state almeno una trentina, alcuni vaganti camminavano tranquilli tra le case, sul prato verde e sull'asfalto scuro.
Scesero dai furgoni e si misero in cerchio, le armi spianate.
"Ci divideremo in coppie ed ispezioneremo una casa a testa,iniziamo" Si mossero simultaneamente in avanti, Carl estrasse il suo machete dalla cintola e la portò davanti a se, stava qualche passo davanti agli altri, come se avesse voluto imporsi, voleva colpire qualcosa e non poteva lasciare che gli uomini di Negan sparassero ai vaganti, doveva essere lui ad ucciderli, ne aveva bisogno. 
Un vagante si accorse della loro presenza solo in quel momento, gli uomini di Negan puntarono i fucili verso di lui, ma Carl fu più veloce, fece una breve corsetta e quando il vagante fu a portata gli conficcò il machete in testa, un fiotto di sangue gli sporcò la maglietta, ma lui non sembrò farci caso, superò il copro in putrefazione e si guardò in giro.
Gli altri vaganti erano tutti abbastanza lontani e comunque non sembravano averli notati.
"Carl" Negan lo richiamò ed il ragazzino si girò verso di lui, alcune coppie si erano già dirette verso le abitazioni, mentre gli altri si erano messi a controllare la zona.
"Prendiamo questa" L'Alpha indicò la prima casa, si diresse verso quella e con una mazzata buttò giù la porta, Carl lo seguì subito all'interno dell'abitazione.
"Io prendo il primo piano, tu pensa al secondo, se hai bisogno chiamami" Carl annuì e trotterellò al piano di sopra.
Le porte erano tutte aperte, le persone che abitavano in quella casa l'avevano lasciata in tutta fretta.
Si diresse subito verso il bagno e si chiuse la porta alle spalle. Iniziò subito a cercare medicine, cerotti e bende.
Sopra al lavandino c'era un armadietto bianco, lo aprì ed iniziò a guardare al suo interno, trovò una boccetta di sciroppo per la tosse, due confezioni di cerotti e una scatola contenente diverse bende.
Per il resto trovò elastici, forcine, profumi e deodoranti, prese solo gli elastici, il resto era roba inutile.
Si chinò sotto il lavandino ed aprì l'armadietto nascosto sotto questo, all'interno c'erano detersivi e diverse borse di plastica colorata, prese una busta e vi gettò all'interno tutto quello che aveva trovato.
Infine aprì gli ultimi due cassetti rimasti, in uno erano contenute delle spazzole, pettini e diversi specchi rotondi.
Nel secondo invece c'erano diverse scatole sembravano tutti farmaci, trovò delle tachipirine, antidolorifici, pastiglie per il mal di gola ed una scatola di un famigliare colore azzurro, il suo cuore prese a battere all'impazzata, afferrò la scatola con mano tremante e lesse il nome del farmaco.
Suppressor.
Controllò immediatamente la data di scadenza, sospirò sollevato quando lesse che non erano ancora scaduti, richiuse in fretta e furia la scatola e la infilò nel marsupio, poi buttò tutte le scatole restanti nella borsa di plastica.
Uscì dal bagno ed esaminò le altre stanze, non trovò farmaci o altro, così tornò al piano inferiore.
Negan stava controllando la cucina, sul bancone di quest'ultima erano stati posati diversi medicinali.
"Negan... ho trovato questi" Ed alzò la borsa.
L'Alpha gli sorrise soddisfatto ed inserì nella borsa ciò che lui aveva trovato.
"Ottimo lavoro" Negan si soffermò a guardare la macchia di sangue sul petto del ragazzo.
Si riscossero quando sentirono del colpi di pistola provenire da fuori la porta, subito Carl si precipitò fuori e corse verso gli spari.
Tre uomini di Negan erano a terra morti, altri due erano stati feriti alle gambe e i restanti erano ancora dentro le case, ma si stavano radunando tutti intorno a loro.
Davanti alla porta d'ingresso di una delle tante case c'era una donna, corti capelli grigi, quasi bianchi e profondi occhi azzurri, tra le mani un fucile.
Carl la riconobbe subito, la corporatura gracile era la stessa nonostante fossero passati mesi.
Si fece avanti con passo malfermo, Negan provò a bloccarlo, ma Carl sfuggì alla sua presa.
"Carol..." La chiamò il ragazzo, la donna si voltò subito verso di lui e lo sguardo in precedenza duro e minaccioso mutò in uno pieno di gioia.
Carl le corse incontro, superò in fretta i pochi metri che li separavano e la strinse in un abbraccio.
Carol prese a baciargli la fonte ricoperta dai capelli marroni.
"Carl..." Lo richiamò Negan, l'omega si voltò verso di lui con un sorriso stampato in viso, sorriso che si rabbuiò all'istante.
"Chi è questa donna?" Il ragazzo deglutì.
"Lei è... era la mamma di Sophia..."  

Invece che tornare con il camion salirono su uno dei fuoristrada, Carl e Carol seduti vicini e Negan al posto del guidatore.
Il ragazzo stava aggiornando la donna sulla loro attuale situazione.
"Sono sopravvissuti tutti..." Disse lei con un sorriso stampato in viso, non era arrabbiata con Rick per averla cacciata.
"Mi ha reso più forte" Carl appoggiò la testa contro la spalla della donna e lei gli baciò il capo.
"Maggie aspetta un bambino... non vedo l'ora di vederla, quando torneranno gli altri?" Carl scosse il capo.
"Non lo so, ma staranno di sicuro benone" Negan parcheggiò e chiese ai due omega di scendere.
Carl scese per primo ed aiutò Carol a fare lo stesso, non che ne avesse bisogno, ma non voleva rischiare che le venisse fatto del male.
Negan li accompagnò all'interno del Santuario, sembrava arrabbiato, lo era decisamente, eppure non aveva ancora fatto nulla, che volesse discutere della questione con qualcuno? Forse con Simon.
"Carl, porta la tua amica nella stanza di Maggie e rimaneteci fino a quando io non verrò a chiamarvi" Carl annuì e afferrò Carol per la manica della giacca ed iniziò a trascinarla per i corridoi illuminati.
Raggiunsero il terzo piano e si fermarono davanti ad una porta scura, Carl bussò ed entrò, non prima di aver fatto l'occhiolino a Carol.
"Carl, sei tornato" Disse la ragazza che stava seduta sul letto, Julian teneva tra le braccia Judith e cercava di farla ridere facendo qualche strana boccaccia.
"Si, ecco, ho incontrato qualcuno..." Maggie si fece più attenta, raddrizzò la schiena e guardò verso la porta.
Carl la aprì con un sorriso stampato in viso e fece entrare Carol.
L'omega scatto subito in piedi e la strinse in un abbraccio pieno di affetto e lacrime.
"Carol... tu... stai bene?"Le chiese subito allarmata, le prese il viso tra le mani e lo studiò da vicino, quasi volesse essere certa fosse lei.
La donna dai capelli grigi annuì e la strinse a sua volta in un abbraccio.
"Si" Maggie si voltò verso Carl.
"Dove l'hai trovata?" Il ragazzo scosse il capo.
"Lunga storia"

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