Capitolo 7:

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Sentì il braccio di Negan scivolare verso il basso e la sua mano farsi più impertinente, superò con facilità l'ostacolo creato dalla lunga maglietta ed andò ad intrufolarsi tra le gambe magre del ragazzino.
Il cuore di Carl prese a battere all'impazzata, afferrò la mano dell'Alpha con le proprie e provò a fermare la sua implacabile discesa, ma questa continuava inesorabile.
"Fermo!" Strepitò cercando di mettersi a sedere, in tutta risposta Negan si spostò e lo sovrastò con il proprio corpo, forte e muscoloso.
Carl provò a spingerlo via, ma l'Alpha bloccò le mani del ragazzo sopra la sua testa, gli bastò una mano per bloccare qualsiasi movimento, mentre con l'altra prese a sfiorare il petto al di sopra della maglietta, scivolò verso il basso e s'insinuò sotto il sottile strato di tessuto.
Carl provò a gridare, ma dalle sue labbra non uscì nulla.
Negan ghignò mettendo in mostra i denti, i canini si protrassero affilati, avvicinò il viso al collo di Carl e morse la carne morbida.
Il ragazzo prese a gridare terrorizzato, chiuse gli occhi pieni di lacrime e prese a scalciare freneticamente, affondò le unghie nelle spalle di Negan e prese a graffiarlo con forza, aprì gli occhi quando sentì la pelle strapparsi.
Sopra di lui non c'era più Negan, ma un vagante, la bocca ricoperta di sangue e gli occhi vuoti senza espressione che lo guardavano.
Carl si portò una mano al collo e poi davanti al viso.
Sangue.
Era stato morso.
Sarebbe morto.
Era morto.

Si svegliò di colpo, il cuore che batteva all'impazzata, si guardò in giro terrorizzato, era nella stanza di Negan, questa era buia e silenziosa, probabilmente era ancora notte.
Il braccio di Negan era ancora stretto intorno alla sua vita,immobile ed inanimato.
"Hai avuto un incubo?" Chiese la voce dell'Alpha forte e sicura alle sue spalle. Carl annuì.
"Non devi avere paura, ci sono io" Carl si mise a sedere, non sarebbe più riuscito a dormire anche se ci avesse provato.
Negan accese la luce, ma rimase comunque sdraiato, il braccio ancora avvolto intorno alla vita sottile di Carl.
Dopo circa cinque minuti Negan si alzò e aiutò Carl a fare altrettanto.
L'Alpha si diresse verso l'armadio e ne estrasse una felpa rosso scuro, prese dal divano i pantaloni che aveva prestato a Carl e gli chiese di indossarli.
"Dove andiamo?" Negan lo trascinò fuori dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle.
"In cucina, una tazza di latte caldo dovrebbe conciliarti il sonno" Carl annuì e prese a camminare di fianco all'uomo.
"Ma possiamo?" Negan lo guardò con un sopracciglio inarcato.
"Carl, io sono il capo, posso fare quello che voglio qui dentro... e anche là fuori" Un brivido percorse interamente la schiena di Carl ed andò dritto alla base del collo, là dove un Alpha marchia il proprio omega.
Scesero le scale silenziosi come gatti, incontrarono alcune guardie che controllavano i piani, queste si inginocchiarono subito quando Negan passò loro davanti.
La cucina si trovava vicina alla sala mensa, Negan aprì la porta a Carl e questo sgusciò all'interno della stanza.
Subito l'Alpha si diresse verso un grande frigorifero e ne estrasse una confezione di latte, prese un vecchio pentolino da una credenza e mise tutto sul fuoco.
Non avevano più toccato l'argomento calore dalla notte prima, ma Carl si sentiva in dovere di avvertire Negan del fatto che il suo calore sarebbe arrivato prima del dovuto, anche se temeva che l'Alpha lo sapesse già.
"Il dottore ha detto che il mio calore arriverà tra due giorni, forse uno...mi sembrava giusto dirtelo..." Negan annuì con il capo e prese a rimestare il contenuto del pentolino.
In realtà se n'era già accorto, sentiva l'odore di Carl mutare e diventare più dolce e persistente, lo aveva sentito per quasi un ora dopo averlo lasciato, si era appiccicato ai vestiti come colla.
"Quando arriverà saremo pronti ad accoglierlo..." Un brivido percorse interamente la schiena del ragazzino, che cercò di dissimulare la cosa sfregandosi le mani sulle braccia, come se avesse freddo.
Negan notò immediatamente quel particolare, ma fu così gentile da non farglielo notare.
Lo stomaco di Carl prese a brontolare sonoramente, Negan lo guardò con un ghigno stampato in viso.
"Credo che il latte non ti basterà, dovrebbe esserci un pacco di biscotti da qualche parte..." Negan si allontanò momentaneamente dai fornelli e chiese a Carl controllare che il contenuto del pentolino non si bruciasse.
L'Alpha prese a vagare nella cucina, con un salto superò uno scatolone, prese una sedia e si arrampicò sopra un bancone, sopra a questo c'era una piccola credenza e nascosti infondo a questa c'erano tre pacchi di biscotti al cioccolato, Negan ne afferrò uno e con un salto scese dal bancone, atterrò elegantemente sulle gambe e tornò vicino all'omega.
Carl aveva preso a mescolare il latte con un cucchiaio in acciaio, lo sguardo assente puntato davanti a se.
Alcune bolle iniziarono a crearsi sulla superficie precedentemente piana del liquido, una di queste esplose e colpì la mano pallida di Carl, il ragazzo si ritrasse spaventato e dolorante, Negan spense il fornello e prese la mano dell'omega tra le sue grandi e calde.
"Non è nulla, solo una scottatura..."Provò a dire Carl, ma bastò lo sguardo di Negan per farlo tacere.
"Lascia che sia io a deciderlo" Carl lasciò che l'Alpha esaminasse la bruciatura, sulla mano si era creata una piccola chiazza rossa la dove le goccia di latte era caduta.
Negan lasciò la mano e si diresse alla credenza, prese due tazze bianche e vi versò la bevanda, ne passò una a Carl e poi uscì dalla stanza seguito dal ragazzo.

Una volta tornati in camera si rimisero a letto, le tazze in mano ed il pacco di biscotti tra di loro.
"Negan, che ore sono?" L'Alpha si allungò verso il comodino senza rovesciare il latte, aprì il cassetto e prese un orologio da polso tra le mani.
"Le quattro del mattino, quando avremo finito torneremo a letto, non abbiamo nulla da fare" Carl annuì e si portò un biscotto alle labbra.
"Cosa ti ha detto Carson?" Carl sospirò.
"Che il mio calore arriverà entro due giorni, ma questo lo sai già, passare più tempo possibile a letto, posso camminare ma non mi devo sforzare e... devo rimanere vicino a te, perché... perché tu hai controllo, gli altri Alpha no..." Negan sospirò.
"Rimarrò al tuo fianco più tempo possibile, ma non potrò rimanere qui sempre, quando sarai solo rimarrai chiuso qui, chiaro?"Carl annuì.
Negan prese un biscotto e lo portò alle labbra.
"Non sono niente male" Carl sorrise.
Negan si portò la tazza alle labbra e bevve un sorso di latte caldo, poi si girò a guardare il ragazzo e Carl gli scoppiò a ridere in faccia.
L'Alpha sollevò un sopracciglio, Carl s'indicò le labbra, poi passò un dito su quelle di Negan.
"Eri sporco!" Disse con tono allegro, poi a sua volta bevve dalla tazza.
Negan sorrise e scosse il capo, il ragazzo non sembrava nemmeno essersi accorto di quello che aveva fatto.
"Sono davvero buoni" Disse il ragazzo prendendone un alto.
Lo portò alle labbra ma non lo morse, anzi si fermò e si voltò verso Negan. 
"Non dovremmo lasciarli anche agli altri?" Negan lo guardò perplesso, poi si indicò.
"Io sono il capo"
"Si però gli altri?" Negan sospirò.
"Va bene" L'Alpha chiuse il pacchetto e lo posò sul comodino.
"Torniamo a letto,um?" Carl annuì e Negan spense la luce.
Carl si accoccolò contro il petto dell'uomo, Negan se lo strinse contro, trovò buffo il repentino cambiamento d'umore del ragazzino, ma probabilmente era a causa dell'imminente calore.
Negan gli accarezzò i capelli morbidi e gli lasciò un bacio sulla fonte.
"Dormi bene piccolino"  

Carl si svegliò con un prepotente mal di testa che martellava costante, Negan dormiva ancora, la testa sprofondata nel cuscino, il corpo completamente scoperto e parte della canottiera sollevata, questa metteva in mostra gli addominali e la pelle bronzea dell'Alpha.
Carl si soffermò ad osservare quello che sembrava un piccolo tatuaggio in parte coperto dalla tuta scura.
Si mise a sedere e si stiracchiò, sistemò i capelli con le mani e poi si alzò cercando di  fare il minimo rumore.
Si avvicinò alla finestra e guardò all'esterno, molte persone si destreggiavano tra i vaganti bloccati contro la recinzione, sembravano quasi divertirsi, si avvicinavano e scappavano subito dopo, che modo bizzarro di passare il tempo.
"Serve a migliorare i riflessi" Carl trasalì e si girò di scatto.
Negan si era alzato e silenziosamente lo aveva raggiunto, i capelli erano spettinati, la canottiera era ritornata a posto.
"Come?" Domandò Carl incuriosito.
"Là fuori può accadere di tutto, puoi trovarti davanti un vagante in ogni momento, in questo modo migliorano i riflessi, sono pronti a scattare e allontanarsi il più possibile, per poi sparare" Carl la trovò una cosa sensata, lui aveva imparato sul campo, loro imparavano in modo più sicuro. 
Guardò oltre i vaganti e sperò con tutto se stesso di vedere il camper bianco, ma del mezzo non c'era nessuna traccia.
Sospirò avvilito e si allontanò dalla finestra.
"Questo pomeriggio uscirò ancora, ci allontaneremo rispetto ai giorni scorsi, dobbiamo cercare provviste e medicine" Carl annuì. Si morse il labbro ed alla fine chiese.
"Posso venire?" Negan lo guardò, un sopracciglio inarcato.
"Sò sparare e difendermi, non mi dovrai tenere d'occhio, so badare a me stesso" Cercò di convincerlo il ragazzo.
L'Alpha sospirò.
"Se ti dovesse succedere qualcosa io e tuo padre finiremmo sicuramente alle armi..."
"Non mi succederà nulla, ti prego, ho bisogno di uscire di qui" Negan si portò una mano al mento.
Pochi giorni prima aveva perso un paio di uomini e non aveva trovato dei sostituti adeguanti, Carl aveva vissuto la sua intera infanzia tra i vaganti, uccidendo e sopravvivendo.
O vivi e uccidi o muori e uccidi 
"Va bene"

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