Capitolo 22:

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Carl aprì gli occhi e sbadigliò sonoramente.
Le coperte morbide gli coprivano il petto e parte delle braccia, si girò su un fianco e puntò lo sguardo su Negan.
L'Alpha dormiva su un fianco, il petto si alzava e si abbassava lentamente, le palpebre tremolavano, come se Negan stesse facendo un sogno e desiderasse svegliarsi.
Carl gli posò una mano sul petto dove stava un piccolo tatuaggio rappresentante un piccolo teschio finemente decorato.
L'omega ne seguì i contorni con le punte delle dita.
Negan si mosse infastidito da quel tocco che gli solleticava la pelle, Carl allontanò la mano e tornò a fissare l'Alpha in viso.
La barba scura era diventata più lunga in quei pochi giorni che avevano trascorso insieme, Carl trovò che donasse particolarmente all'Alpha.
Carl prese a fare scorrere le dita sul viso e sul collo di Negan, questi gli afferrò la mano facendolo trasalire, con delicatezza la portò alle labbra e lasciò un tenero bacio sulle nocche.
"Che fai sveglio così presto?" Domandò l'Alpha, gli occhi ancora chiusi e lo sguardo rilassato.
Carl alzò le spalle, poi rispose consapevole del fatto che Negan non potesse vederlo.
"Mi sono svegliato" Rispose quello con semplicità.
L'Alpha ghignò e si strofinò gli occhi scuri, portò una mano davanti alla bocca e sbadigliò.
Doveva essere ancora presto, il sole era sorto, ma non era ancora così luminoso da infastidire il loro riposo.
"Tu ti svegli troppo presto... immagino che anche il tuo branco sia già in piedi..." Disse allora Negan.
Carl annuì.
Quando vivevano per strada dormivano massimo un paio di ore a notte, erano abituati ad alzarsi presto.
Negan si mise a sedere e fece scrocchiare il collo, ruotò la schiena a destra e a sinistra facendo scricchiolare le ossa.
"Credo sia il caso di dare loro un degno benvenuto" L'Alpha si alzò dal letto e Carl si ritrovò davanti al suo corpo nudo, istintivamente distolse lo sguardo e lo puntò sulle coperte.
"Vai prima tu a vestirti, io devo sistemare un paio di cose" Carl annuì e una volta che Negan si fu allontanato abbastanza si alzò in piedi.
I suoi piedi incontrarono subito il tappeto morbido.
Carl prese a camminare verso l'armadio di Negan e prese dei vestiti.
Un paio di jeans neri che sembravano della sua taglia e una maglietta rossa abbastanza lunga.
Si diresse verso il bagno il più velocemente possibile e si chiuse la porta alle spalle.
Posò gli abiti puliti dalla sedia e aprì i rubinetti della doccia, l'acqua impiegò qualche minuto per diventare calda e Carl ne approfittò per sciacquarsi la faccia e darsi una svegliata.
Quando sentì l'acqua intiepidirsi si spostò sotto al getto.

Ne uscì una decina di minuti dopo.
Si asciugò con cura e s'infilò i vestiti nuovi, i pantaloni sembravano essergli stati cuciti addosso da tanto che erano aderenti, ma erano della sua misura, la maglietta era corta sul davanti, infatti raggiungeva a malapena la cintura che aveva stretto intorno ai fianchi ed abbastanza lunga sul dietro, copriva quasi completamente il sedere del ragazzo.
Carl uscì dal bagno e si guardò intorno, Negan era già vestito, stava seduto sul divano di pelle e tra le mani teneva quello che sembrava un registro e con una penna scriveva o cancellava delle parole.
Quando vide Carl gli sorrise e appoggiò il registro sul tavolino di cristallo.
L'omega si avvicinò e si mise il cappello in testa.
"Pronto a rivedere papino?" Domandò l'Alpha con un sorriso divertito stampato in viso.
Carl annuì e si avviò alla porta, aspettò che Negan lo raggiungesse prima di uscire.
Come al solito trovarono due guardie poste all'inizio del corridoio che si inginocchiarono al passaggio di Negan.
Non c'era nessuno nei corridoi, probabilmente dormivano ancora tutti.
Entrarono in sala mensa e trovarono solo una persona seduta ad uno dei tanti tavoli.
Rick.
Tra le mani teneva una mela e ogni tanto le dava qualche morso anche se non sembrava avere troppa fame.
Tra le sue braccia stava Judith, la bimba stava bevendo da un biberon.
Rick portò lo sguardo su di loro e sorrise al figlio.
Carl gli si avvicinò con passo veloce e gli lasciò un bacio sulla fronte, poi prese la sorella tra le braccia.
Negan si avvicinò al tavolo e si sedette di fronte a Rick.
"Buon giorno" Fece l'uomo con gli occhi azzurri, Negan ricambiò con un gesto del capo poi sbuffò una risata.
"Se avessi dormito un altro paio d'ore sarebbe stato davvero un buon giorno" Disse l'Alpha ghignando.
Rick abbozzò un sorriso.
Judith allungò le braccia cicciottelle verso Negan, questi allungò una mano e le sfiorò il capo ricoperto da corti capelli biondi.
"Ciao angioletto" La bimba sorrise mostrando le gengive.
"Carl prendi dei biscotti e mettili nel latte,l e piacerà molto di più" Gli suggerì Rick, forse aveva avuto lui stesso l'intenzione di farlo ma non aveva trovato i biscotti.
Il ragazzo annuì ed andò in cucina con Judith in braccio.
Negan e Rick si ritrovarono soli, l'uno difronte all'altro.
"Carl mi ha raccontato ciò che è successo in questi giorni..." Iniziò Rick mangiucchiando la sua mela.
"Ne sono felice" Rispose Negan, con un sorrisetto stampato in viso.
"Mi ha anche detto che non hai infranto la tua promessa" Negan annuì.
Rick strinse i pugni, non aveva nessun motivo per provare rancore nei confronti di Negan, aveva mantenuto la parola data e non aveva ferito nessun membro del gruppo, ma anzi ne aveva trovato uno disperso da molto tempo.
"Rispetto sempre le promesse" Negan si alzò dal tavolo e prese a camminare per la stanza.
"Mi fa piacere" Rick prese un pezzo più consistente di mela fra le labbra.
"Ho una proposta da farti, ne ho parlato anche con Carl, ma lui ha preferito fossi tu a decidere" Rick si fece attento ed attese che Negan proseguisse.
"Non avete un posto dove stare, Maggie aspetta un bambino e avete una neonata con voi, la mia proposta è questa: Rimanete qui" Rick sussultò e abbassò il capo colpito da quella proposta, non si era immaginato una cosa del genere, aveva pensato che una volta tornato con i fuggitivi se ne sarebbero andati.
"Ci penserò su... non è una decisione che posso prendere da solo..." L'Alpha annuì comprensivo e tornò a sedersi proprio nel momento in cui Carl uscì dalla cucina.

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