Capitolo 11:

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Quella mattina non si svegliò solo a letto.
Ancora prima di aprire gli occhi sentì una presenza di fianco a sé, il mento di Negan era poggiato contro la sua fronte, la barba scura pungeva e arrossava la pelle con cui entrava in contatto.
Una mano di Carl era premuta contro il pettorale sinistro dell'Alpha, la mano era incredibilmente fredda contro la pelle bollente dell'uomo.
Le gambe erano aggrovigliate le une nelle altre, quelle di Negan, una ventina di centimetri più lunghe raggiungevano il bordo letto.
Le braccia di Negan erano strette intorno alla sua vita, le dita conficcate con forza nella sua carne pallida.
Carl riuscì ancora a sentirle come se non fosse passato un singolo istante dalla sera precedente, ancora serrate contro i suoi fianchi, che lo tenevano stretto e lo spingevano contro le spinte di Negan.
Carl aprì gli occhi e subito la luce accecante lo colpì, impiegò qualche istante per mettere a fuoco la stanza. Il sole doveva essere sorto già da qualche ora, la notte prima si erano dimenticati di oscurare i vetri e Carl se ne pentì.
Sentì l'impellente bisogno di andare in bagno, cercò di alzarsi districandosi dalla presa salda dell'uomo, si sfilò dal suo abbraccio e appoggiò le braccia dell'uomo sul letto e, con non poca fatica riuscì a non svegliarlo.
Le sue guance avvamparono quando si rese conto di essere nudo.
Aveva ricordi distorti della notte trascorsa, ricordò Negan che entrava con foga nella stanza, il suo asciugamano che cadeva, il letto e lui che... provava a togliergli i pantaloni.
Fuggì verso il bagno, le gote rosse e le mani sudate.
Prima di entrare nella piccola stanza buttò l'occhio verso i vestiti di Negan, erano raggruppati a terra in un mucchio informe, il suo asciugamano era a qualche passo di distanza.
Si chiuse la porta del bagno alle spalle e prese un grosso respiro, il suo sguardo cadde sul pavimento dove i suoi vestiti erano raggruppati, la macchia sui pantaloni si era asciugata, ma non li avrebbe comunque indossati, si sarebbe sentito sporco.
Uscì immediatamente dal bagno ed in punta di piedi si avvicinò all'armadio di Negan.
Questo non era grande, sarà stato largo più o meno un metro, alcune giacche e magliette erano appese, mentre i pantaloni erano piegati sul fondo di legno.
In un angolo trovò i suoi jeans, la maglietta bianca e la camicia a scacchi azzurra, qualcuno doveva averli puliti.
La maglietta sfortunatamente era piena di buchi, così ne prese una di quelle di Negan.
Tornò in bagno e si buttò sotto la doccia, riempì una mano di sapone e prese a sfregare con insistenza le spalle e le gambe, sulle cosce erano ben visibili dei segni violacei e dei morsi, non abbastanza in profondità da farlo sanguinare, ma abbastanza da lasciare il segno, probabilmente lo stesso trattamento era stato riservato alle sue spalle, le avrebbe controllate una volta uscito dalla doccia. 
Passò le mani intorno al collo e sfregò con forza, quando raggiunse la base del collo trasalì, spostò la tendina azzurra e corse davanti allo specchio.
Prese immediatamente a guardare il suo collo pallido.
Non c'erano segni di morsi, Negan non lo aveva marchiato.
Si scoprì deluso, avrebbe voluto vedere il marchio di possesso ma, sul suo collo non c'era nulla, eccetto un grande succhiotto viola.
Si asciugò con lentezza, rattristato da quella notizia e si vestì, i suoi vestiti erano ancora larghi e rendevano la sua figura simile ad un fantasma, magro e smorto.
Si sentì inadatto vicino a Negan, la pelle troppo chiara lo faceva sembrare malato, le sue guance sempre rossastre lo facevano sembrare sempre in imbarazzo, i capelli lunghi lo rendevano simile ad una ragazza, non aveva muscoli ed era troppo magro.
L'unica cosa che amava di sé erano i suoi occhi, azzurri come quelli di suo padre e di sua madre, l'ultimo ricordo che aveva di lei, eccetto Judith ovviamente.
Ora che ci pensava aveva una foto di sua madre nello zaino, ma lo zaino lo aveva preso suo padre.
Si chiese cosa stesse facendo Rick, forse stava sparando a qualche vagante, o magari parlava amabilmente con Michonne, la donna che da qualche mese aveva rapito il suo cuore.
Carl sorrise, la donna di colore era diventata come una seconda madre per lui, era sempre pronta a guardargli le spalle. Era dolce e gentile, ma al tempo stesso sapeva essere dura e autoritaria, tutto l'opposto della sua vera madre, lei era dolce, ma non era pronta per quel mondo, non lo sarebbe mai stata.
Erano sopravvissuti, tutti loro. Avevano superato tutto quello che la natura gli schierava contro ed ora avrebbero superato anche quello.
Uscì dal bagno con ancora i capelli umidi, li aveva asciugati alla bene e meglio.
Sempre in punta di piedi si aggirò nella stanza, raggiunse una delle sue poltroncine e si mise il cappello in testa, adorava quel cappello, portava con sé così tanti ricordi.
Il suo prima colpo di pistola, la morte di sua madre, la nascita di Judith e molto altro.
Carl sentì un fruscio provenire dal letto, Negan si era messo a sedere e si stava massaggiando le spalle indolenzite, i bicipiti si gonfiarono e le vene si riempirono di sangue, gonfiandosi e rendendo il corpo dell'uomo ancora più mascolino.
Il lenzuolo gli copriva i genitali, una scia di peli scuri sbucava dal lenzuolo e raggiungeva l'ombelico, la gamba destra era scoperta e penzolava oltre il bordo dell letto.
"Buongiorno" Disse Carl avvicinandosi al letto. L'Alpha lo guardò con un sorrisetto malizioso stampato in viso, i denti bianchi sembravano risplendere.
"Giorno, come ti senti?" Carl alzò le spalle e si sedette a gambe incrociate sul letto.
"Sto bene..." I sintomi del calore erano come spariti, cosa strana visto che solitamente duravano dai tre ai cinque giorni, forse sarebbero tornati più tardi.
"Eh..." Negan fece scrocchiare il collo.
"Ieri mi hai interrotto proprio durante una riunione, lo sai?" Carl arrossì.
"Ecco, io non volevo! Avrei potuto parlare con Carol e Maggie..." Negan si avvicinò e gli morse una spalla.
"Ho passato una serata divertente, però, mi hai privato di tutte le energie" Carl arrossì nuovamente.
L'Alpha sembrò notare solo in quell'istante che l'omega era vestito. Così si girò su un fianco, il viso poggiato ad una mano ed un espressione più che eloquente stampata in viso.
"Perché sei vestito?" Disse indicando con la mano libera l'intera figura del ragazzo.
"Ecco, pensavo che avremmo fatto qualcosa..." L'Alpha si mise seduto.
"Si, rimanere a letto tutto il giorno a fare le porcate" Carl arrossì e voltò il capo dalla parte opposta. Detestava il linguaggio scurrile utilizzato da Negan. 
"Perché non mi hai marchiato?" Sussurrò il giovane.
Negan lo guardò e sorrise, poi posò una mano sul viso pallido di Carl e lo avvicinò al suo.
Carl gattonò fino a lui e lasciò che l'alito caldo dell'Alpha lo sfiorasse, whisky misto sangue.
"Sto aspettando che sia tu a chiedermelo. Vuoi che ti marchi?" Negan inclinò il capo, avvicinò la bocca al suo collo e prese a mordicchiarlo, sfiorandolo appenda con gli incisivi sporgenti.
Carl posò le mani pallide, dalle dita lunghe e sottili sulle spalle possenti e muscolose dell'Alpha, e lo avvicinò a sé.
Negan si sbilanciò leggermente in avanti e fu costretto ad appoggiare  le mani ai lati del corpo magro di Carl, avrebbe potuto lasciarsi andare, ma lo avrebbe schiacciato sotto il suo peso.
Lo spinse contro il materasso e si sdraiò su di lui ancora nudo e magnifico.
Carl gli circondò la vita con le gambe, i suoi piedi scalzi sfiorarono le cosce muscolose dell'Alpha e, si lasciò sfuggire un gemito di piacere.
Negan si spinse contro l'omega, inguine contro inguine.
Il ragazzo piantò le unghie nella schiena dell'Alpha e la graffiò con forza lasciando profondi segni rossi sulla pelle bronzea.
Negan prese a leccare e mordere il collo sensibile del ragazzo, lasciò che la mano destra scivolasse tra i loro corpi, premuti l'uno contro l'altro, scese verso il basso e strinse il membro eretto dell'omega.
"Negan..." Ansimò Carl, il labbro inferiore stretto tra i denti e la testa reclinata all'indietro che ormai penzolava oltre il bordo del letto.
Il cappello di suo padre cadde con un tonfo al suolo, ma Carl non ci fece caso, la mente completamente annebbiata dal piacere.  
Negan si issò sulle braccia e trascinò Carl con sé facendolo sedere sulle sue gambe, l'omega sentì il membro dell'Alpha premere contro il suo sedere ancora coperto dai jeans. 
"Ragazzino sei davvero eccitante" Carl arrossì e nascose il viso contro la spalla dell'uomo.
"Hai bisogno di una mano con quello o fai da solo?" Carl guardò il rigonfiamento tra le sue gambe e poi guardò Negan, gli occhi scuri dell'Alpha brillavano di lussuria.
"Ok, faccio io" Negan prese a massaggiare con insistenza l'erezione del ragazzo, Carl affondò i denti nel collo dell'Alpha e ansimò forte.
"Negan..."

Negan si alzò dal letto e si diresse in bagno, Carl era sdraiato, i pantaloni leggermente calati verso io basso, la maglietta scopriva l'ombelico e la testa penzolava oltre il bordo del letto, i capelli erano come foglie autunnali mosse dal vento, gli occhi blu puntati sulla figura nuda di Negan, esausto ed appagato.
"Stai bene?" Domandò l'alpha ad un passo dal bagno.
Anche se ci avesse provato Carl non sarebbe riuscito ad articolare una frase di senso compiuto, così annuì goffamente.
"Torno subito, a meno che tu non voglia raggiungermi sotto la doccia..." Carl arrossì fino alla punta delle orecchie, non era abituato a tutte quelle attenzioni.
"N-no grazie..." Negan sollevo le spalle e si chiuse in bagno.
Carl sentì l'acqua scorrere furiosa e veloce oltre la porta, immaginò quelle calde goccioline che sfioravano il corpo massiccio dell'Alpha.
Con non poca fatica si mise in piedi, la testa gira vertiginosamente e le dita tremavano, si sollevò i pantaloni e chiuse il bottone e la zip.
Se suo padre lo avesse visto...
Scosse il capo.
Non doveva sentirsi in colpa, il calore era naturale negli omega ed era naturale che lo passassero con un Alpha, e per Carl quell'Alpha era Negan.
Si chinò oltre il bordo del letto e si rimise il cappello in testa, un altro ricordo da aggiungere alla lista.
Negan uscì dal bagno una ventina di minuti dopo, legato in vita aveva solo un asciugamano bianco lungo fino alle ginocchia.
"Direi che siamo ampiamente in ritardo per il pranzo, chiederò che ci venga portato qualcosa" Carl annuì.
Negan si diresse alla porta e richiamò un uomo, quando questo si presentò davanti alla porta l'Alpha gli chiese che gli venissero portati due piatti di cibo.
Negan tornò a sedersi sul letto e appoggiò la schiena contro il poggia testa.
"Tornerà tra poco"

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