18. Era troppo appariscente.

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«Allora io vado.» finisco di allacciare le scarpe e poi mamma mi passa la scatola di biscotti. «Non potevi trovare una punizione peggiore.»

«Ti divertirai, vedrai. Poi non che detto che ci sarà Nathan, forse è fuori con qualcuno.» mi fa un sorriso d'incoraggiamento e poi apre la porta. «Andrà tutto bene, tesoro.» mi da un bacio sulla fronte e io esco fuori.

Devo solo attraversare la strada e poi inizierà l'inferno. Non c'è nessuna macchina parcheggiata, solo una nera e una blu scuro. Attraverso la strada e faccio i tre gradini per arrivare alla porta. La casa è diventata bellissima, durante i giorni che sono venuti qui l'hanno pitturata di bianco e hanno messo apposto il giardino, in più in questo portico di legno bianco ci sono due sedie a dondolo e un tavolino con una piantina sopra.

Suono il campanello e aspetto qualche secondo prima che la signora Black mi apra la porta. «Salve, signora Black.» le dico mostrandole un sorriso.

«Grace!» mi abbraccia e con una mano tengo lontano la scatola di biscotti, ma con l'altra ricambio l'abbraccio. «Chiamami pure Megan.» le sorrido e mi fa entrare.

«Mia madre mi ha detto che avrebbe bisogno d'aiuto per pulire la soffitta.» le dico e poi le passo i biscotti. «Li ho cucinati con mia madre; biscotti al cioccolato.»

«Grazie!» li appoggia sul tavolo e va verso le scale. «Edward e Dylan, scendete.» ritorna in cucina e mette dal frigo prende il succo alla mela e alla arancia. «Prima di metterci al lavoro, bisogna ricaricarsi.»

La signora Black è davvero bella e, nonostante l'età, si mantiene bene. Ha i capelli neri legati in una coda un po' disordinata, e si nota che ha quei occhi marroni stanchi. Mi rivolgerò un sorriso e si siede e così faccio anch'io. Il signore Black entra in cucina è mi rivolgerò un sorriso.

«Heilà, Grace!» alza la mano e io gli batto il cinque. «Sei venuta per aiutare?» annuisco e subito dopo vedo un bambino, che avrà più o meno cinque anni, sedersi a tavola. È la fotocopia identica di Nathan, solo più piccolo e con i lineamenti più dolci. Capelli neri come la madre e gli occhi verdi chiari come il padre.

«Dylan, saluta Grace. Lei ha portato i biscotti.» il signore Black gli dice e poi per dargli fastidio gli spettina i capelli.

«Ciao, Grace.» borbotta e poi torna a mangiare i biscotti. Gli sorrido e inizio a mangiare un biscotto. «Dov'è Nathan, mamma?»

«Sinceramente non lo so, è uscito un'ora fa e mi ha solo detto che doveva andare a fare una cosa importante.» Megan gli sorride dolcemente e poi guarda a suo marito.

«Tornerà prima che tu potrai dire biscotto al cioccolato!» il signore Black gli sorride e prima che Dylan pronunci quella frase, si alza. «È ora di mettersi da fare, pronti?» mettiamo velocemente in ordine la cucina e poi saliamo le scale.

«Allora, Grace e Dylan andranno di sopra e quando avremo svuotato tutta la soffitta pulirlo noi.» il signore Black, visto che è molto alto riesce scienza problemi ad aprire la scala che porta alla soffitta, quindi Dylan e io saliamo.

«Apri la finestra.» borbotta Dylan. Alzo gli occhi al cielo e faccio come a detto lui. La soffitta è molto grande ed è piena di scatole, e mobili antichi pieni di polvere con qualche ragnatela qua e là.

«State attenti quando portare giù i scatoloni e il resto.» ci dice Megan.

«Allora, Dylan, sei pronto?» gli sorrido e lui si gira dall'altra parte e inizia a prendere una scatola piccola e la passa a Megan che sta sulle scale, e lei la passa al signor Black.

Mi tolga la felpa che indosso e rimango con una maglia a maniche corte di colore blu abbastanza lunga. La appoggio su una scatola e poi ne prendo una anch'io.

«Signor Black, ques-» sto parlando, ma lui mi interrompe.
Si affaccia dalle scale e mi dice:

«Edward.» mi sorride e gli passo la scatola e lo ringrazio. «Noi scendiamo un attimo per portare questi fuori, domani mattina dovrebbero venire per prenderli, visto che se li sono dimenticati.»

«Certo.» mi guardo intorno e sospiro. Dalla finestra vedo una macchina grigia parcheggiare, ma se non fosse per il colore sarebbe quella di Nathan.

«Bioscotto al cioccolato! Biscotto al cioccolato!» vedo Dylan correre verso le scale e poi inizia a scendere. Dalla finestra vedo Nathan uscire e subito dopo Dylan gli va incontro, ma quella bestia senza cuore non lo saluta nemmeno. Scendo dalla soffitta e vedo Megan cercare di sollevare una scatola.

«Non si preoccupi, faccio io.» le dico e con un po' più di forza la sollevo. Faccio le scale guardando i miei piedi perché con la scatola non riesco a vedere davanti.

«Jane!» i miei occhi si bloccano per qualche secondo e inciampo all'ultimo gradino, ma solo io finisco per terra. «Ho fatto il mio lavoro, ora controllate voi se quell'individuo per terra è ancora vivo.»

Lo vedo appoggiare la scatola per terra, e sento Dylan ridere mentre Megan ed Edward si precipitano verso di me. Quei due babbei me la pagheranno.

«Sto bene, non preoccupatevi!» mi alzo e faccio il pollice in su, ma appena faccio un passo sento un dolore assurdo sulla caviglia.

Maledizione!

«Io torno di sopra.» dico e inizio a salire le scale mentre mi tengo al corrimano. Non voglio farli preoccupare inutilmente per una semplice storta con qualche taglietto.

Torno in soffitta e inizio a dividere le scatole piccole dalle più grandi così dopo sarà più facile. Finita la divisione, inizio a portare le scatole più piccole e le passo a Megan che le porta di giù. Ritorno in soffitta e, visto che ho portato tutte le scatole piccole, inizio con quelle grandi.

«Jane, Jane, Jane.» mi giro con la scatola in mano e inarco un sopracciglio. «Faccio io, stai facendo troppo sforzo con quella caviglia.» si avvicina a me e mi toglie la scatola dalla mani e mi fa sedere su una poltrona.

«Tieni.» mi passa una bolsa con del ghiaccio e la prendo dopodiché la metto sul punto dove mi fa male. «Finisco io qui, non ti preoccupare.»

«Grazie.» prende la scatola di prima e la porta giù. Da qui riesco a vedere, dalla finestra, la macchina di Nathan. Perché la avrà fatta riverniciare?

«Era troppo appariscente, e poi era tutta rovinata.» entra in soffitta e, con le mani in tasca si avvicina a me.

«Sei noioso. Io l'avrei lasciata così, anzi l'avrei fatta verde, no, gialla con le fiamme al lato, giusto per fare vedere che sono sobria.» mi guarda e scuote la testa. «Sono seria; un giorno, quando avrò una macchina, lo farò, e smettila di ridere!» gli lancio il ghiaccio in faccia.

«Sei morta, Jane.» mi alzo velocemente e prendo la mia felpa con il telefono.

«Alla prossima, Jeff.» scendo dalla soffitta e vado giù. «Si è fatto tardi, devo andare, ma se avrete bisogno di nuovo del mio fantastico aiuto, chiamatemi pure.» apro la porta ed esco.

Alzo lo sguardo e dalla finestra della soffitta lo vedo mentre sorride al telefono. Faccio finta di niente e torno a casa.

«Madre, padre, sono sopravvissuta!» grido buttandosi sul divano. «Siate orgogliosi di vostra figlia.» li sento ridere e finalmente chiudo gli occhi.

N/A: salve ragazzi! Volevo chiedervi se la storia vi sta piacendo e se non è diventata noiosa o qualcosa del genere. Comunque godetevi questo nuovo capitolo e alla prossima!🙃❤

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