20. Ormai sei della famiglia.

2.5K 105 3
                                    

«Vuoi scendere?» Trevor mi bussa al finestrino e mi domanda con un tono divertente e con un tocco di irritazione. Siamo davanti a una grande casa bianca con un entrata enorme dove ci sono due alte colonne. Qui è dove si terrà la cena di beneficenza e io non voglio uscire dalla macchina conciata in questo modo e poi ho ancora le orecchie leggermente rosse.

«Esci da lì, entriamo e finiamo questa cosa!» cerca di aprire la portiera, ma è chiusa. «Non pensavo che ci sarebbe stato anche tuo fratello, ma ormai non possiamo farci niente.»

«Come facevi a non saperlo, non dovrebbe esserci anche tua sorella in tutto questo?» esco fuori e lo guardo male. «Alla prima cosa che non mi va bene, me ne vado.» ridacchia e mi porge la sua mano.

«Ti sto minacciando, per tua informazione.» afferro la sua mano e iniziamo a dirigerci verso l'entrata.

«Va bene.» sospira divertito e suona il campanello, e dopo qualche secondo, un uomo di mezza età con lo smoking, apre la porta. l'entrata è abbastanza grande, con un enorme lampadario di cristallo appeso sopra di noi. Le pareti sono bianche accompagnate da dettagli dorati e ci sono appesi dei quadri.

Il maggiordomo ci accompagna nella sala dove si sta svolgendo la cena di beneficenza, dove ci sono tanti tavoli pieni di cibo e tante persone parlano e ridendo.

«Se per caso non mi trovi e perché sono scappata.» lui sorride e scuote la testa. Un cameriere si avvicina a noi con un vassoio di calici di champagne. Lo sto per prendere, ma Trevor me lo impedisce prendendolo lui.

«Per la signorina, un bicchiere di Sprite, grazie.» annuisce e se ne va. Guardo Trevor confusa mentre aspetto una risposta e appena mi vede, chiude gli occhi e sospira. «Nin fare quella faccia, lo faccio per il tuo bene e poi così non farai figuracce.» dice e fa un sorso di champagne.

«Le figuracce le faccio anche se sono sobria, non c'è molta differenza.» il cameriere ritorna con la Sprite e lo ringrazio. «Fai davvero schifo come fidanzato.» gli dico e poi mi dirigo verso il banchetto. Sono solo aperitivi.

«Cosa ti aspettati? Dopo c'è il vero cibo. Sai com'è? È una cena di beneficenza.» marca bene le ultime parole e poi lo sento ridere. Mi giro verso di lui e gli pesto il piede mentre lo guardo male.

«Sono davvero utili questi tacchi.» lui lascia il bicchiere ormai vuoto sul tavolo e mi sorride sarcasticamente con una espressione un pochino addolorata. «Ora cosa dobbiamo fare?» chiedo mentre ci allontaniamo dal tavolo.

«Dobbiamo salutare e poi credo che qualcuno farà un discorso, dopodiché ci sarà la cena e in fine ci sarà qualche attività.» dice e con la mano saluta un signore abbastanza anziano e insieme a una donna, probabilmente sua moglie, si avvicinano a noi.

«Salve, signor Roberts; signora Roberts.» si stringono la mano e io faccio lo stesso. «Lei è Grace; la mia fidanzata.» la donna mi sorride dolcemente e io ricambio.

«Sei un incanto, tesoro.» la ringrazio e la vedo salutare qualcuno dietro di me. «Se ci scusate adesso, dobbiamo salutare così tanta gente, è stato un piacere conoscerti...»

«Grace.» finisco io la frase e le sorrido. Tutta la serata sarà così?

«Grace. Buona serata, ragazzi.» ci dice e poi se ne vanno a salutare un'altra coppia. Me ne voglio già andare via.

«Rilassati, finirà presto.» lo spero.

«Hey, ragazzi! Vi state divertendo.» ci giriamo e vedo Trevor annuire ad una donna con i capelli neri raccolti in uno chignon, con un abito lungo e nero con dei dettagli in argento. Acconto a lei, c'è un signore più alto con lo smoking e i capelli pettinati all'indietro.

«Mamma, papà, lei è Grace, la mia fidanzata.» perfetto, loro sono i suoi genitori. Ma come fa ad essere così tranquillo?

«Il piacere è tutto mio, signor Monroe, signora Monroe.» stringo la mano al padre e la madre si avvicina a me e mi bacia la guancia. Bene, niente figuracce. Fin'ora.

Trevor si avvicina al padre e ci dicono che si allontanano per un attimo. Sono rimasta con sua madre; Gesù Cristo, se sei vero non farmi fare figuracce, so di non essere una vera fidanzata, di non essere una santa, ma risparmiami.

«Sei uno spettacolo, Grace.» mi dice la madre mentre fa un sorso di champagne.

«Le posso dire lo stesso, signora Monroe.» non sto scherzando, qualcuno mi salvi; ripeto, qualcuno mi salvi, passo e chiudo.

«Chiamami Martha e dammi del tu, ormai sei della famiglia.» faccio un cenno con la testa e do uno sguardo veloce a Trevor che sembra essersi dimenticato della sua finta ragazza; si, io.

«Mamma!» ora si mette peggio. Mi giro e sorrido a Joyce e a mio fratello. «Grace! Non sapevo che venissi!» sarà ancora arrabbiata con me? Anche se non ho colpe perché sono stata obbligata a farlo. Dovrei chiederle scusa.

«Cara, non lo sai? È la fidanzata di tuo fratello.» Martha le dice e vedo le loro facce confuse e stupite. «Non è incantevole?» domanda. Credo che sto per svenire.

«Senz'altro.» rispondo de James. «Andiamo a prendere una boccata d'aria.» propone James.

«Certo, così ti faccio vedere anche il fantastico giardino. Mi hanno detto che ti piacciono molto i fiori.» non sto capendo niente, ma annuisco come una handicappata.

Salutiamo a Martha e poi, Joyce e James, mi portano fuori. «A me non piacciono i fiori.» dico e mi guardano come se mi stessero dice di che si vogliono andare a suicidare. «Che ho detto?» chiedo.

«La ragazza di Trevor? Cosa gli hai fatto?» mio fratello mi guarda male e poi si avvicina di più. «Dimmi la verità.»

«Calmati! Non ho fatto niente, anzi lui mi ha obbligato a venire a questa cena di beneficenza; mi ha fatto fare pure i buchi alle orecchie!» sposto un po' i capelli per fare vedere che non sto mentendo. «Gli dovevo un favore e mi ha minacciato così il giorno quando ci siamo incontrati al supermercato.» spiego velocemente.

«Mi ha chiesto di essere la sua fidanzata.» con le mani faccio le virgolette mentre pronuncio l'ultima parola. «Io non avrei mai accettato, ma dovevo rispettare la mia promessa; quella del favore. Comunque non ti preoccupare, una volta finito tutto questo, Trevor dirà che tra noi è finita.»

«Se la vedranno loro, noi stiamo solo al gioco.» dice Joyce a James e lui annuisce e gli appoggia il suo braccio sulla sua schiena.

«Joyce...» dico il suo nome e lui mi osserva. «Grazie e volevo chiederti scusa per quella volta; non ho mai avuto la possibilità. Anche se non è stata un'idea mia, mi dispiace e me ne pento, sono stata così stupida, non so cosa mi è preso.»

«Non ti preoccupare, è acqua passata; ricominciamo da capo, Grace.» mi sorride e io annuisco e riccio il sorriso. Mi sento meglio dopo aver tolto questo peso di dosso. Loro mi salutano e tornano dentro.

Sospiro e lascio il bicchieri su un tavolino vicino a me.

Voglio andarmene.

Capitolo semplice, ma il prossimo c'è una sorpresa!

Scusate l'asenza, ma per scusarmi, domani o martedì, pubblico un altro capitolo🙃☁

Alla prossima, e non godetevi questo capitolo al massimo.

Comunque, povera Grace.

Ti ricordi il primo sguardo? |•Bad Girl•| (Day Or Night)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora