21. Ora ti rapisco.

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«Grace, vieni dentro, tra poco inizia il discorso.» Trevor mi chiama dalla soglia della porta e faccio come mi ha detto. Non ho via di scampo, e non mi viene nessuna scusa credibile in mente. La sala è davvero grande e ci saranno almeno un centinaio di persone. Le pareti sono bianche e il soffitto è molto alto con dei lampadari grandi e lucenti. La sala è piana di tavoli organizzati alla perfezione.

«Andiamo a sederci a quel tavolo.» seguo il suo sguardo fino al tavolo; ci sederemo insieme alla sua famiglia e mio fratello.

«Fantastico.» sussurro, per non farmi sentire, con finto entusiasmo. Mi siedo tra mio fratello e Trevor.

«Buona sera a tutti.» un signore abbastanza giovane con uno smoking bianco con cravatta nera, e i capelli neri pettinati all'indietro, apre il discorso che si di questa sera. «Spero vivamente che state godendo questa magnifica serata al massimo.» tutti gli occhi sono puntati su di lui. Posso scappare ora?

Smetto di ascoltare il tizio che sta parlando e mi guardo in torno. Noto che James mi sta osservando e inclino la testa, per chiedere cosa c'è e lui mi risponde scuotendo la testa lentamente e assottiglia gli occhi.

Torno a guardare il tizio dallo smoking bianco e sento che tutti sono scoppiati in una risata fragorosa. Fingo un sorriso e abbasso la testa.

«Scusate la mia maleducazione, non mi sono neanche presentato, anche se qui mi conoscono la maggior parte, ci sono volti nuovi.» sfoggia un smagliante sorriso e alzo gli occhi al cielo. «Mi chiamo Oliver Foster.» fa un inchino e si sentono qualche persona ridacchiare. Ma cosa ha fatto di divertente?

Giuro che se non finisce il discorso tra meno di cinque minuti, io scappo via. Prima di tutto, ho fame. L'individuo accanto a me, mi ha portata qui, rovinando la mia serata di serie televisive e leggere i gialli di mio adorato Stephen.

«Ora godiamoci la cena e poi riprenderemo il discorso.» tutti applaudono e seguo la folla. Lascia il microfono a un cameriere, mentre gli altri iniziano a porta il primo. Dei gamberetti con del riso al lato, e c'è una salsa verde in una piccola ciotola al lato. Sembra buona.

«Non te la consiglio, quella salsa è il wasabi; è piccante.» mi consiglia Trevor, e poi inizia a parlare con Joyce e James.

Io riesco a tollera un po' di wasabi, che vuoi che sia. Con la forchetta prendo un gamberetto e lo intingo nella salsa verde. Lo osservo e gli do un morso. Appena mando giù il boccone sento il sapore amaro e piccante e sento il mio naso andare a fuoco e anche la lingua, e gli occhi pizzicano. Questa è stata la scelta più stupida che ho fatto questa sera. Prendo il bicchiere d'acqua e faccio un grande sorso.

«Io ti avevo avvertita.» mi dice con un sorrisetto che cerca di nascondere.

«Allora Grace, il prossimo anno sarà l'ultimo per te, vero? Sai già cosa vorresti studiare?» il padre di Trevor mi domanda.

«Sinceramente non lo so ancora, però vorrei studiare nell'ambito della medicina... A dire la verità, mi incuriosisce molto la patologia.» dico e vedo un po' tutti perplessi. Cosa c'è di male?

«Ti aspettano tanti anni di studio, tesoro.» mi dice Martha e poi rivolge lo sguardo a mio fratello. «Invece tu, James?»

«Non ho ancora deciso.» risponde un po' nervoso. Non l'ho mai visto così agitato, neanche prima di una partita. Gli importa molto essere accettato in questa famiglia?

Il signor Monroe inizia a parlare con James della università che ha frequentato e anche di altre molto prestigiose. Io resto in silenzio e a volte di go un sorriso per non farmi vedere disinteressata.

Arrivano i camerieri, portano via i piatti e portato la seconda portata; pasta con le cozze. Io mi sento già piena. Osservo il piatto e mangio un boccone di tutto.

«Grace, ti senti bene?» mi chiede Joyce e tutti puntano lo sguardo verso di me per osservarmi.

«Credo che abbia solo bisogno di una boccata d'aria.» dico e mi alzo. Mi scuso ed esco fuori, sento dei passi dietro di me e con la coda dell'occhio vedo Trevor seguirmi.

«Grace, hai uno sguardo perso.» mi fa girare verso di lui e lo guardo. «Cosa è successo?» non gli rispondo e si avvicina a me e mi abbraccia.

«Tu resta un po' qui, e rilassati.» mi consiglia e poi torna dentro.

Mi allontano un po' dalla casa e vado a sedermi sulla panchina davanti a una fontana.

Ma sento fuori luogo vestita così, attorno a queste persone e parlando come se fossi d'alta classe. Non sono ancora arrivata a metà serata e vorrei solo scappare. Poi pensare al futuro mi fa sentire persa.

E se scrivessi a Trevor che non mi sentivo bene e sono dovuta tornare a casa? Oppure che il mio gatto ha tentato il suicidio un'altra volta? Anzi è andato a fare paracadutismo!

Una scusa credibile! Ce la posso fare. Prendo il telefono è inizio a digitare la mia scusa. Gli dirò che non mi sentivo affatto bene e mi veniva da vomitare, mi dispiace tantissimo di non essere potuta restare.

Abbastanza credibile.

«Heilà, Jane.» alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi verdi. Ha i capelli spettinati e un outfit totalmente fuori luogo per una cena di beneficenza. Ma che cosa ne dovrei sapere di queste cose, no? Io volevo venire con il pigiama.

«Se vuoi uccidermi, fallo adesso o mai più, Jeff, perché io lì dentro non voglio proprio tornare.» indico la casa e lui si siede affianco a me. «Ma tu cosa ci fai qui? Sei il falso fidanzato di qualcuno anche tu?»

«Cosa intendi con "anche tu"?» inarca in sopracciglio e ridacchia. «Non mi dire che tu, Grace Camille Draiper, sei stata scelta per essere la falsa ragazza di qualcuno!? Non ci credo! Chi è il fortunato?» lo guardo male e mi alzo.

«Trevor... Mi ha minacciato! Gli dovevo un favore.» gli rispondo e inizia a ridere come un pazzo. Mi giro e inizio a camminare verso la casa, ma mi prende la mano e mi fa voltare verso di lui.

«Ora ti rapisco.» lo guardo confusa, ma tutto in un secondo mi prendo in braccio a mo' di sposa e ci dirigiamo verso l'uscita della casa.

«Nathan, cosa vuoi fare? Senti non mi sento molto bene.» dico mentre cerco di scendere, ma mi tiene stretta.

«Io ti consiglierei di non muoverti troppo, indossi pur sempre un vestito.» con il braccio che è ancora libero, tengo la gonna per non fare che si sposti.
«Comunque te l'ho detto, ti sto rapendo.» mi dice in un tono divertente, ma anche dolce, dopodiché mi sorride.

«Ora ti obbligo a salire sulla mia moto.» mi fa scendere e mi precipito verso la moto. «Devi fare sembrare che non ci vuoi salire.» dice divertito.

«Oh, ma io non ci voglio salire, volevo solo ammirare la stupenda moto del mio rapitore.» fingo un sorriso e lui scuote la testa mentre sale sulla moto.

«Se non sali, per te sarà una brutta fine, Jane.» si mette il casco e me ne passo un altro.

«Sono in trappola, non potrei mai scappare da una situazione del genere; dovrò fare come dice il rapitore dal nome sconosciuto.» dico e metto il casco, dopodiché salgo sulla moto. Per fortuna che sotto il vestito ho presso un leggins corto.

«Fai proprio schifo come attrice.» lo sento ridacchiare e poi accendo la moto. «Ti obbligo a tenerti forte, perché non ho voglia di seppellire il tuo cadavere.» sento qualcuno urlare il mio nome e do un pugno alla schiena di Nathan.

«Parti, ripeto; parti. Passo e chiudo.» dico velocemente, mentre vedo Trevor cercarmi.

«Come desidera.» parte e il rumore del motore, capta la attenzione di Trevor che osserva con curiosità mentre ci allontaniamo velocemente.

Sospiro e appoggio la testa sulla schiena di Nathan. «Comunque se volevi rapirmi, non avresti dovuto dirlo, no? Si fa e basta. Hai bisogno di fare più pratica.» gli dico e chiudo gli occhi mentre lo sento ridacchiare.

«Ho ancora tanto tempo per imparare.»

Heilà ragazzi!

Ecco qui il nuovo capitolo come promesso, spero che vi piaccia almeno un pochino.

Nathan ha finalmente fatto qualcosa per la nostra povera Grace. Cosa ne pensate?

Ti ricordi il primo sguardo? |•Bad Girl•| (Day Or Night)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora