19. Io penso prima alla comodità.

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«Perché porta un gatto al guinzaglio?» sento due signore parlare dietro di me. Guardo Garfield mentre cammina lentamente al mio lato. Ormai dovrebbero saperlo che porto il mio gatto al guinzaglio perché sennò questa bestia è capace di scappare e, se lo lascio a casa, combinerà un altro dei suo casini. Lo faccio stancare con una lunga camminata così poi si addormenterà senza problemi.

Faccio finta di niente e prendo dalla borsa il mio telefono. Allora, andare in banca è stato fatto, adesso devo andare a comprare il lievito e la farina.

Faccio entrare Garfield dentro la borsa, come ho fatto per entrare in banca, così entro nel supermercato senza problemi. Appoggio la porta dentro il carrello e lo tengo d'occhio. Inizio a camminare tra gli scaffali in cerca della farina.

«James, quindi dopo andiamo dove mi hai promesso?» sento una voce dall'altra parte dello scaffale e tra un buco riesco a vedere chi c'è dall'altra parte.

«Garfield, fai il buono, perché ora dobbiamo scappare dalla vista di James con la sua fidanzatina, Joyce.» cammino veloce senza guardare indietro e attraverso metà supermercato. «Però ho trovato la farina!»

«Heilà, Grace!» metto la farina nel carrello e prima di girarmi sospiro e fingo un sorriso. Scappo da quei due e mi ritrovo con un altro caso umano.

«Ciao, Trevor! Cosa ti porta da queste parti?» prendo il carrello e mi avvicino a lui.

«Questo è un supermercato, quindi credo che sono qui per comprare qualcosa...» vede il mio sguardo smarrito e smette di parlare, alzando gli occhi al cielo. «Sei proprio fortunata! Ti ricordi quel giorno che mi avevi chiesto delle informazioni dei due ragazzi e poi mi hai detto che mi dovevi un favore?»

Chiudo gli occhi in due fessure e annuisco lentamente. «Perché?» domando.

«Dopo domani, la mia famiglia ha organizzato una cena di beneficenza.» lui mi guarda e lo incito a proseguire il suo discorso. «Mi hanno chiesto di invitare la mia ragazza.» ha una ragazza? Il punto qual è?

«Dovresti fare finta che tu sia la mia ragazza, vieni alla festa e il giorno dopo rompiamo con un drammatico finale della nostra "relazione".» con le mani fa le virgolette mentre pronuncia la parola relazione e poi mi guarda inarcando un sopracciglio. «Che dici? Me lo devi.» lo guardo male.

«Primo, verrò alla tua cena di beneficenza con il pigiama. Secondo, sarò io a finire in modo drammatico la nostra "relazione".» faccio le virgolette come ha fatto lui prima. «Ci sono persone della nostra scuola?» inizio a camminare e vado verso la sezione dolci, forse lì trovo il lievito.

«Primo, non so la lista degli invitati e secondo tu non verrai a quella cena con il pigiama. C'è l'hai un vestiti?» mi domanda e io mi fermo e lo osservo.

«Bella battuta, Trevor!» gli do una piccola gomitata e ridacchio, mentre inizio a camminare verso la cassa. «Devo portare questi a mia madre, si ci vede alla festa. Hasta la vista!» gli dico, ma lo vedo prendere la farina e il lievito e lo porta a James.

«Razza di idiota, torna qui.» prendo la borsa e corro verso di lui. Mi fermo a metà strada perché sento Garfield miagolare e appena apro la borsa esce fuori e inizia a correre.

«Grace torna qui con il tuo amichetto!» sento James urlare dietro di me, ma ora devo salvare la mia palla di pelo.

Prendo da un braccio Trevor e mi metto a correre per andare prendere Garfield. «Cosa ci faceva quel gatto dentro la tua borsa?!»

«Stava ballando la Macarena con me, non sembra ovvio?» chiedo sarcasticamente. «È il mio gatto, e visto che sono una brava padrona non volevo che rimanesse fuori da solo e indifeso, quindi lo portato con me.»

«Ma non si può.» dice mentre continuano a correre. Ormai siamo fuori dal supermercato e vedo Garfield leccandosi una zampetta sopra un muretto.

«Ma l'ho fatto comunque.» ci fermiamo davanti al muretto e prendo Garfield in braccio. «Ora vado a riprendere la farina e il lievito e torno a casa, adiós amigo.» gli faccio un saluto militare e appena mi giro, sento la sua mano afferrarmi la mano.

«Andiamo a prendere qualcosa di appropriato per quella cena.» mi fa girare e mi sorride.

«Ammettilo che vuoi anche tu andare con il pigiama.» gli do una gomitata e lo guardo mentre annuisco divertita.

«Ti sbagli.» mette le mani dentro le tasche del suo pantalone e continua a camminare. «Comunque non puoi entrare con quel gatto lì dentro.» ci fermiamo davanti al centro commerciale e osservo Garfield riposare tra le mie braccia.

«E dove vorresti che lo lasciassi, Mr. genio?» lo guardo male, come io non ci avessi già pensato. «Lo metto dentro la borsa e farò più attenzione.»

«Crudele.» mi toglie Garfield dalle mani e si gira dall'altra parte della strada. «E se lo lasciamo per un po' dentro quel negozio?» mi giro anch'io e osservo il negozio. Si chiama "Animal's care".

Lui senza la mia risposta inizia ad attraversare la strada e io lo seguo. Entriamo e una signora anziana, da dietro la cassa ci dà il benvenuto. «Salve, ci chiedevamo se potessimo lasciate il gatto per un paio di ore qui.» Trevor spiega la situazione e sfoggia un sorriso dolce alla anziana che intanto si avvicina a noi.

«Certo, un po' di compagnia non farebbero male.» Trevor le lo porge e lei lo stringe fra le sue braccia. «Buon divertimento, ragazzi.» le sorrido e usciamo dal negozio.

«Bene, ora si va a comprare un vestito per te.» dice e mi fa entrare nel centro commerciale. «Non serve qualcosa di molto appariscente, come una mongolfiera al posto di una gonna, ma qualcosa di elegante...» lascia la frase a metà per osservarmi dalla testa ai piedi. «E femminile.»

«Io penso prima alla comodità.» rispondo mentre osservo le vetrine.

«Pensi sempre e solo alla comodità.» ribatte e si ferma davanti a una fettina gigante con solo un manichino in mezzo che indossa un abito colore blu notte che arriva a mezza coscia con delle spalline sottili e una leggere scollatura a V davanti.

«Degli accessori che combinano ed è fatto.» mi fa entrare e andiamo nel reparto dove ci sono le varie misure del vestiti che stava nella vetrina. «Porti la S, giusto?» lo guardo confusa e faccio spallucce.

«Andiamo verso i camerini.» mi fa entrare in uno e mi lascia il vestito mentre lui va a cercare gli accessori e delle scarpe.

Lo indosso e mi osservo allo specchio. Non mi sono mai lamentata del mio corpo, la verità è che mangio quando voglio e quanto voglio e non mi fa né caldo né freddo se aumento un po' di peso, ma visto che quando sono Moon, smaltisco quello che ho mangiato non c'è molta differenza.

«Fatto?» gli rispondo di sì e lui senza guardare mi passa dei tacchi dello stesso colore del vestito. «Dopo ti passo anche la collana, il braccialetto e gli orecchini.»

«Io non ho i buchi nelle orecchie.» gli dico mentre mi siedo sulla sedie per mettere le scarpe. Trevor sposta con forza e velocità a tenda del camerino e con una faccia scioccato mi osserva. «Cosa? Dobbiamo rimediare.»

Mi alzo in piedi e lo guardo male. «È già tanto che ti accompagno e non con il pigiama, ma i buchi alle orecchie, possiamo anche evitare.» mi fa girare e dallo specchio vedo che mi sta mettendo una collana argentata non troppo grande con qualche piccola gemma azzurro scuro. Il braccialetto è uguale e anche gli orecchini.

«Sapevi che qui vicino c'è un negozio che fa i buchi alla orecchie? Ho portato una volta mia sorella.» esce dal camerino e chiude la tenda. «Finiamo qui, e andiamo là.»

«Da quando hai una sorella?» gli chiedo mentre mi tolgo gli accessori e glieli passo, dopodiché mi tolgo le scarpe e il vestito e inizio a mettere i miei vestiti.

«Da sempre, comunque la conosci anche tu, imbranata.» mi allaccio le scarpe ed esco fuori con il vestito e le scarpe in mano.

«Davvero? Chi è?» andiamo verso la cassa e lui mi guarda per qualche secondo stupito.

«Joyce, la ragazza di tuo fratello.»

***
Salve, ragazzi!

Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto! Ditemi cosa ne pensate.

Voi avete i buchi alle orecchie? Io no😂👌

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