Capitolo 6

2.4K 103 2
                                    

Ragazzi, sono a Capo Verde!
Il Wi-Fi fa letteralmente schifo, sono stata in reception 3 ore per scrivere questo capitolo solo per voi.

Buona lettura amigos!

Dove sono finiti Scott e Gwen? Immagino siano imboscati in qualche angolo.
Sono insieme a Daisy e Jamie, non è imbarazzante anche perché gli argomenti di cui discutere sono molti e non capita quasi mai che io e Jamie parliamo direttamente.

- Pronto?- dice Daisy rispondendo al telefono, rimaniamo in silenzio per permetterle di conversare,

- Sei già qui?- domanda sorpresa alla persona dall'altro capo del telefono, penso che qualcuno sia venuto a prenderla, questo vuol dire che rimarrò solo con Jamie, può uscire qualcosa di buono?

- Va bene, arrivo- annuncia di mala voglia attaccando la telefonata,

- Chi era?- chiede Jamie aggrottando le sopracciglia,

- I miei genitori, mi hanno detto che sono qui fuori, penso di dover andare- ci informa e non appena dopo averci salutato si allontana a passo veloce.
Penso che sia meglio andare a casa, non posso stare qui con lui tutta sola, Alex non mi obbligherebbe mai a rinunciare a uscire con i miei amici perché è geloso, ma questo non cambia che potrebbero esserci fraintendimenti con lui.

- Hai intenzione di scappare?- domanda leggendomi nel pensiero e lo fisso con gli occhi sbarrati per qualche secondo,

- No, è che...- comincio, ma mi blocco perché non ho idea di che scusa usare,

- Cosa?- chiede con un sorriso comprensivo, ma perché devo essere così pessima a mentire?

- Devo andare a un funerale- confesso cercando di non ridere, un funerale? Davvero Vicky?

- E chi è morto?- mi interroga sospettoso, ho l'impressione che abbia capito che mento, prova a penso a qualcosa di sensato,

- Il... cane, cioè.. il mio cane- improvviso, il mio cane? Ecco appunto, mi scruta attentamente,

- Ti va un gelato?- mi propone fingendo di non aver sentito le mie idiozie,

- Si- acconsento rassegnata, va bene... non sono brava a dire bugie...

Il posto in cui mi porta è carino, anche se è piuttosto pieno di persone, saluta un paio di ragazzi appena entrati e io mi aggrego alla lunga fila per avere un tavolo,

- Tony, posso avere il mio tavolo?- chiede Jamie parlando con un signore dietro al bancone, lui gli fa l'occhiolino e gli indica un tavolo vuoto,

- Il tuo tavolo?- lo interrogo sospettosa,

- Sapevo che saresti venuta con me per un gelato- dice in modo arrogante e sbuffo, ecco a voi Mr. modestia...

- Sapevi anche che sto per andarmene?- ribatto seccata,

- Hai un bel caratterino eh- osserva ridendo, magari basta per farmi lasciare in pace,

- Già, perché mi hai portato qui?- domando sedendomi su una sedia,

- Perché volevi un gelato, qui lo fanno- spiega senza guardarmi, io lo fisso senza dire nulla dato che mi aspetto una vera risposta,

- ... Perché sei diversa da chiunque abbia mai incontrato- ammette continuando a guardare in basso,

- Che bella frase fatta- osservo girando gli occhi al cielo, ma ha capito che sono fidanzata?

- No, dico davvero, lo so che mi prenderai per pazzo perché ci conosciamo da due giorni, ma hai presente i colpi di fulmine?- spiega abbandonando il suo solito tono superbo, sembra sincero, ma in ogni caso c'è solo una persona nella mia testa,

- Sono innamorata- ribadisco senza aggiungere altro,

- Lo so e se lui non è qui per godersi una ragazza come te, è davvero uno stupido- confessa alzando il tono di voce,

- Non hai idea di cosa stai dicendo- osservo e mi alzo dal tavolo per uscire, lui prova a seguirmi, ma lo rispiego sulla sedia e lo abbandono lì da solo.

Arrivo a casa dopo un tempo interminabile a causa del ritardo dei bus, non c'è nessuno nell'appartamento, così mi dirigo in cucina per mangiare qualcosa e poi morire sul divano,
apro la dispensa e ne estraggo un paio di merendine al cioccolato, richiudo lo sportello e mi avvio in salotto.
Prima di uscire noto una busta su uno dei ripiani, non dovrebbero essere affari miei, ma sembra una cosa importante...

"Distretto di polizia" c'è scritto sopra di essa, non dovrei leggerla, ma se è una cosa così importante mia madre sicuramente me ne vorrà parlare, non cambia nulla se la apro:

Signora Rachel Peter,
Le comunichiamo che Henry Thomson, accusato di aggressione, violenza domestica e violazione di proprietà privata è stato dichiarato ufficialmente colpevole e condannato a scontare dieci anni in carcere penitenziario.
Il suddetto individuo non potrà essere scagionato per cauzione prima del termine dei prime cinque anni di detenzione.
Da lei richiesto, è stato approvato l'ordine di diffida nei confronti di Ricky Thomson e Vicky Thomson, dai quali il soggetto dovrà stare a un minimo di cinquanta metri, tuttavia di spontanea volontà i figli potranno accedere agli orari di visita nella struttura detentiva.
Segue indirizzo del carcere di detenzione...

Rimango paralizzata fissando il foglio con il timbro della polizia, le mani mi tremano e solo ora mi rendo conto che non avrei mai dovuto leggere quella lettera.
L'uomo che mi ha reso difficile l'esistenza si trova in una prigione di cui so l'indirizzo e come arrivarci. Al solo pensiero di vederlo il disgusto mi pervade, ma d'altro lato ho un desiderio incontrollabile di guardarlo in faccia e chiedergli il perché di tutta la cattiveria che ha rovesciato su di me e sulla mia famiglia.
Non è il mio vero padre, ma per molto tempo ho creduto che lo fosse e ho sempre avuto paura che sarei diventata come lui.
Se lui non avesse costretto mia madre a chiudere la storia con il mio vero padre, forse ora lui sarebbe qui e io avrei potuto avere un vero genitore.

- Che stai facendo?- chiede mia madre appoggiando le chiavi vicino all'entrata, rimango in silenzio girata di spalle,

- Oh no- farfuglia avvicinandosi, mi posa una mano sulla spalla, ma io mi scosto,

- Ho bisogno di tempo- sussurro e mi rifugio in camera mia, ho bisogno di dirlo a qualcuno che capisca il mio stato d'animo, così cerco il nome di mio fratello nella rubrica, ma cambio idea quando penso al fatto che abbia sempre cercato di tenermi lontana da quell'uomo, non mi appoggerebbe se gliene parlassi, decido di chiamare Alex.
Il suo cellulare squilla quattro volte, poi scatta la segreteria telefonica, avrei voluto che fosse qui, ma sarà impegnato con qualcos'altro.

Spazio d'autrice:

Spero vi sia piaciuto, vi lovvo❤️

Instagram: @turturicivivii
Music.ly/TikTok: @realvivii

Un bellissimo casino.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora