CAPITOLO 9

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Saliamo in camera, entrambi stringiamo tra le braccia tutte le candele che abbiamo trovato.
Ethan le posiziona intorno al letto, poi si alza a guardarmi
"Accendile" dice, faccio per prendere l'accendino ma lui mi ferma.
"No, devi farlo tu".
Spero stia scherzando, non sono capace di farlo a comando, anzi, non penso proprio di esserne capace.
"Come faccio?" Chiedo sarcastica.
"Come hai fatto ieri notte." Pensa che io sappia come abbia fatto? Io non sono speciale, sono una anche troppo normale per i miei gusti; probabilmente Ethan mi sta prendendo in giro, anche questo fará parte del suo gioco malato.
Questi pensieri mi rendono improvvisamente nervosa e arrabbiata, avverto un brivido attraversarmi la spina dorsale e sbotto: "Non sono capace! Tutto questo é una cazzata, non esistono le streghe!" Mi passo le mani tra i capelli, non capisco da dove sia venuta fuori tutta questa rabbia, non alzo la voce molto spesso.
Vedo Ethan ridere e fare un cenno con la testa. Ecco, avró fatto la figura dell'immatura. Mi giro verso il letto decisa a rimettere a posto tutto e resto a bocca aperta: ogni candela presente nella stanza é accesa.
"S-sono stata io?" Mi trema la voce.
"Sei stata tu, May" dice soddisfatto.
"Ce l'ho fatta" sorrido.
Mi sento stranamente sollevata, come se i pezzi del puzzle avessero iniziato a ricomporsi.
Mi avvicino ad Ethan cercando le sue braccia e lui mi accontenta stringendomi in un abbraccio liberatorio. Restiamo cosí per qualche secondo poi stacco la testa dal suo petto e lo guardo: i suoi occhi sono neri e spenti, come sempre, ma sul suo volto perfetto, che di solito nasconde rabbia e tristezza, stavolta noto un briciolo di felicitá, un briciolo di umanitá. Sorrido piú soddisfatta di prima, appoggio il palmo della mano sulla sua guancia sinistra, quella con la cicatrice, e sento il cuore sgusciarmi fuori dal petto.
Lo bacio e lascio scivolare le mie braccia intorno al suo collo, affondo le mani nei suoi capelli ed improvvisamente sento le sue mani posarsi sul mio sedere e sollevarmi. Gli cingo la vita con le gambe, lui si siede sul letto continuando a baciarmi.

Dopo qualche secondo mi stacco e lo guardo con aria interrogativa e leggermente intimidita: fino a che punto vuole arrivare? Non so se sono pronta e probabilmente Cass é in casa.
"Cosa c'é, piccola?"
Non ho il coraggio di spiegargli la situazione, ma fortunatamente sembra capire ció che mi preoccupa:
"Voglio solo baciarti, non ho bisogno d'altro in questo momento" dice.
Tutte le mie paure vengono abbattute dalle sue parole.

Ci stendiamo sul letto e solo allora noto che la finestra sul tetto é completamente sommersa dalla neve. Mi rendo anche conto di quanto freddo ci sia in casa, ho la pelle d'oca.
Guardo Ethan e dico:
"Non ti sembra che ci sia un po' troppo freddo?" Annuisce.
Per scaldarmi infilo le mie mani gelate sotto il suo maglione, lui sobbalza:
"Cazzo, sei freddissima."
Sorrido e lui mi circonda interamente cn le braccia avvicinandomi a sé. Lo guardo negli occhi e accenno un sorrisetto complice, dopodiché mi libero dalla sua stretta circondandogli il collo con le braccia e affondando le mani nei suoi ricci ribelli.

Questo é probabilmente uno degli unici veri momenti di intimità che abbiamo avuto, non é cosí male: ho sempre pensato al romanticismo come una cosa sdolcinata, smielata, insomma, una rottura di palle per me, ma ho capito che ognuno é romantico a suo modo, per esempio noi non facciamo nulla di esagerato, niente cuori, rose o serenate alla finestra, anzi, é piuttosto solitario e malinconico, ma direi che si conforma perfettamente ai nostri stati d'animo. È l'unica forma di calore che riusciamo a donare l'uno all'altra.

Continuiamo a baciarci ininterrottamente ed appassionatanente per un tempo che sembra infinito, dopodiché ci stacchiamo lentamente restando abbracciati sul letto.
Avvicina le labbra al mio orecchio:
"Sei l'unica goccia di libertá in questa gabbia di matti" sussurra, le sue parole sono morbide e sincere, la sua voce é roca ma allo stesso tempo dolce come il miele.
"Ti amo" le parole mi escono da sole, mai detto prima d'ora, tutto ció é surreale ma é vero. Sono innamorata di Ethan ed é una sensazione cosí strana e fastidiosa, ma allo stesso tempo anche fantastica, è come un vento caldo che spegne quello che per così tanto tempo mi è sembrato un inverno perpetuo.
Ho sempre avuto paura di uscire dal mio mondo, da tutti i muri che ho costruito, e le persone che ho incontrato fino ad ora hanno sempre cercato di abbattere tutto, Ma Ethan no, lui si é rifugiato con me nel mio piccolo universo. É l'unica persona di cui io mi fidi, é l'unico che mi capisca profondamente.

"Cazzo, anch'io ti amo. Sono completamente pazzo e forse tutto questo é completamente sbagliato perché tu sei così... pura. Ma se questo è ciò che provi allora spero tu riesca a prolungare il tuo sogno più che puoi, perché la verità è che io non ti merito e non potrò mai farlo."
"Smettila, sai che odio quando dici cosí. Siamo tutti peccatori, facciamo tutti schifo e io non sono da meno" dico. Non capisco perché continui a parlare in questo modo di sé stesso.

Mi giro a pancia in su e inizio a fissare la neve che ricopre la finestra, Ethan rimane steso su un fianco.
Improvvisamente sento la sua mano fredda posarmisi sulla pancia e scendere piano. Lo fermo e mi giro a guarlarlo con le lacrime agli occhi:
"Mi dispiace se continuo a non volerlo fare..." dico, Ethan mi asciuga le lacrime preoccupato, gli stringo ancora la mano.
"Hey piccola, non c'é fretta".
Devo dirgli la veritá, non é giusto nei suoi confronti, mi ha rivelato molti segreti e ora tocca a me:
"Quando avevo nove anni mio padre aveva un migliore amico, un amico di famiglia che spesso veniva a cena da noi e... ogni tanto mi toccava in luoghi che una bambina non dovrebbe nemmeno conoscere..."
Le lacrime mi rigano il viso a causa di quei ricordi disgustosi, mentre il viso di Ethan rimane atono.
Ormai é passato, quando mio padre lo scoprì, ne rimase scioccato e lo bandì da casa nostra, ma probabilmente ha portato con sé i sensi di colpa fino al suo ultimo giorno.

Nessuno dei due parla, io mi asciugo le lacrime e lui mi guarda, percepisco i suoi pugni stringersi.
Devo riuscire a lasciarmi il passato alle spalle, devo provare a dimenticare.

Prendo nuovamente la sua mano e la faccio scorrere giú lungo la mia pancia, il mio inguine, poi lascio a lui il comando.
Mi sbottona lentamente i pantaloni mantenendo il contatto visivo, un atto estremamente rassicurante. È lui, nessun altro.
Scende sempre di piú e inizia a toccarmi davvero, entrando con due dita in me, sussulto silenziosamente. Non é come me lo ricordavo, Ethan lo fa con gentilezza e vero desiderio.
Respiro affannosamente e il cuore mi batte piú veloce, provo un po' di vergogna e arrossisco guardandolo: si sta mordendo il labbro, i suoi occhi sono fissi su di me e. Il suo sguardo è passato dall'apprensione alla bramosia. Mi squadra lentamente il corpo dalle gambe al viso, sembra gli piacca vedermi cosí, avvolta dal piacere e dalla timidezza.

"Dio, sei bellissima" mi sussurra all'orecchio inziando a baciarmi il collo. Il ritmo delle sue dita diventa sempre piú veloce e costante, cazzo é cosí piacevole. Gemo e lui accenna un sorrisetto, cerco di ammutolirmi il piú possibile mordendomi la mano.
"Sei così bagnata" sussurra nuovamente con voce roca.
Mi toglie la mano dai pantaloni continuando a baciarmi, per essere la prima volta mi basta.
Mi allontano di qualche millimetro dalle sue labbra:
"Basta così" sussurro.

Insane || Evan PetersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora