CAPITOLO 27

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Non mi sembra vero di poterlo rivedere. Gli metto le braccia al collo saltandogli quasi addosso.

"Che ci fai qui?" Chiedo staccandomi dall'abbraccio.
Non mi risponde, anzi, resta immobile senza ricambiare il mio gesto.
"Tutto bene?" Mi faccio subito seria appena noto il timore nei suoi occhi.
"Devo parlarti." E detto ció mi prende per mano conducendomi in un corridoio che non conosco, fino alla sua camera.
Quando entro sento il solito odore di chiuso. Mi aspetto di veder spuntare Grace col pancione da un momento all'altro, ma non succede.

"Dov'é Grace? E che ci fai qui? Non dovevate raggiungere i suoi genitori?" Chiedo atona.
Kit fissa insistentemente le sue scarpe per qualche secondo, dopodiché si decide a parlare: "é stata tutta una bugia. Non siamo dovuti partire perché Grace era incinta, non la é mai stata. É stata colpa di Ethan." Sussulta impercettibilmente nominandolo.
"Mi ha aggredito e minacciato, dicendo che se non ti avessi lasciato in pace ci sarebbe successo qualcosa."
Trattengo il respiro per qualche secondo. Non posso crederci.
"Cazzo, Kit, mi dispiace. Non so cosa dire."
Non mi guarda.
"Immagino che anche Ethan sia qui."
Annuisco.
Aspetta qualche secondo prima di pronunciare le parole che temevo di piú: "senti May, preferirei mantenere comunque le distanze. Non mi fido di Ethan e di questa situazione, mi dispiace."
"Si, capisco. Allora ciao." Esco sbattendo la porta.

Non riusciva nemmeno a guardarmi negli occhi.
Il mio cuore non riuscirá a reggere altre bugie.
Inizio a camminare lentamente lungo il corridoio, non mi reggo quasi piú in piedi. Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno.

Torno nella hall dell'albergo nella speranza che Drew sia al bar e, fortunatamente, lo trovo seduto al solito posto.

"Hey." Saluto a bassa voce ricordando la brutta figura di qualche ora prima.
Lui volta il capo e sorride facendomi segno di sedermi accanto a lui.
"Ho bisogno di parlare." Mormoro.
"Sono qui apposta."

Sono rimasta a parlare con Drew per due ore consecutive, gli ho raccontato tutto, sorvolando ovviamente sull'omicidio.
Ho pianto come non avevo mai fatto in vita mia, ma mi é venuto inspiegabilmente da ridere raccontando della bugia di Ethan. Mi avrá presa sicuramente per pazza.

"Ti prego dí qualcosa." Concludo vedendolo completamente spiazzato.
Drew si pulisce gli occhiali per poi guardarmi con aria pensierosa.
"Stai vivendo una situazione complicata, questo é certo, ma penso che dovresti calmarti: tornare in camera, dormire un po' e poi deciderai se tornare a casa tua o risolvere le cose con lui."
In effetti avrei proprio bisogno di dormire.

Ringrazio Drew e raggiungo la mia camera.
Appena entro mi stendo sul letto e le forze mi abbandonano completamente.
Le coperte macchiate di sangue sono state sostituite da quelle pulite.
Chiudo gli occhi e mi abbandono al sonno.

Ethan


"Mi dispiace per quel che ha fatto James, ma le hai nascosto una veritá troppo dolorosa. Lei é troppo pura per te, devi lasciarla stare." Le parole della Contessa mi graffiano il cuore come vetri.
"Ci sto provando, Elizabeth. So che é la cosa migliore da fare."
"Beh, vedi di riuscirci o la ridurrai come James ha ridotto me."

La stanza di Elizabeth é al piano piú alto dell'edificio. Mi guardo intorno, é davvero molto bella e lussuosa. La penombra é spezzata dalla luce della luna rispecchiata da una grande finestra.

"La tua idea di sparire dalla circolazione per un po' potrebbe essere risolutiva." Aggiunge.
"É l'unico modo per non influenzarla piú."

Nelle poche ore in cui ero stato completamente solo avevo deciso che sarei ripartito senza May il giorno successivo. La Contessa mi doveva un favore e ha acconsentito a fare accompagnare May a casa sua da uno dei suoi uomini.

"Ora é meglio se vai, ti aspetta un lungo viaggio per San Francisco domani."

Una volta raggiunta la mia camera, busso e, non sentendo risposta, decido di entrare.
La visione di May addormentata sul letto, dove poche ore fa aveva rischiato la vita, mi fa riaffiorare alla mente ricordi spiacevoli.
Vorrei accoccolarmi sul letto dietro di lei e stringerla a me cosí da sentire il suo cuore accelerare e vedere i suoi occhi sorridere, ma probabilmente ora come ora cercherebbe di cacciarmi via.

Elimino quel dolce pensiero dalla mia mente e mi avvicino a lei.
Pensare che questa sará l'ultima volta che la vedo, mi provoca una stretta al cuore.
Le scosto il piú delicatamente possibile i capelli dal viso, notando a malincuore gli incavi scuri sotto i suoi occhi e le ombre bagnate lasciate dalle lacrime.

May, ti sei addormentata piangendo.
Per colpa mia.
Dio, quanto vorrei poterti portare con me in un posto solo per noi.

Mi allontano velocemente dal letto quando la vedo schiudere gli occhi.
Cazzo, quanto dolore scorgo in quelle stelle nere.
Mi guarda per qualche secondo prima di tornare a dormire.
Magari ha pensato di stare solo sognando, ma questa ipotesi svanisce nel momento in cui una lacrima le riga il viso.
May sa che sono qui, si é arresa.

Esco dalla stanza e mi siedo per terra tenendo le ginocchia al petto.
Tengo lo sguardo fisso davanti a me finché non sento le palpebre farsi pesanti e sprofondo nel sonno.

***

Vengo svegliato da un insistente picchiettio sulla mia spalla.
Appena apro gli occhi vedo un uomo ben vestito e dall'aria stanca davanti a me.
"Ethan?" Mi chiede.
Annuisco e lui si presenta: "sono il dottor Drew Tucker. Le devo parlare di una cosa molto importante."
Mi alzo in piedi.
"Si tratta di May, la conosce, vero?"
"Certo." Dico in tono autoritario.

Che cazzo sa quest'uomo di May? Dev'essere un pazzo, in questo hotel ne circolano parecchi.

"É da qualche giorno che la incontro e mi fermo a parlare con lei e non ho fatto a meno di notare diverse particolaritá che su riconoscono solitamente nelle persone che soffrono di bipolaritá. Ne sono quasi del tutto."
Sbarro gli occhi e, guidato da un rifpesso irrazionale, getto le mani al collo di questo stronzo prendendolo per il colletto della camicia spiegazzata.

"Come cazzo conosce May?" Domando.
Mi spinge via facilmente, é molto piú forte di me.
"Si fidi di me, deve parlare subito con May e chiarire la questione o potrebbe compiere gesti avventati. Grazie a lei sta passando momenti che potrebbe non sopportare."

Non voglio piú stare a sentire questo coglione, so che non é vero.
Busso ripetutamente alla camera di May, voglio chiederle spiegazioni.
So che non ne ho il diritto, ma cazzo, voglio sapere ogni cosa. O forse ho solo bisogno di rivederla.

Al decimo tentativo di farmi aprire, non ci vedo più dall'impazienza e, ignorando la sua privacy, entro.

Mi si mozza il fiato e il cuore mi esce dal petto appena la vedo lí, seduta sullo stipite della finestra che mi guarda.

"Che cazzo stai facendo?" Urlo andandole incontro.
"No, Ethan. Non fare un altro passo o io..."
Mi irrigidisco subito, bloccandomi.
"Non farlo, May." Imploro inginocchiandomi come se fossi stato colpito da una pallottola alle spalle.
"Non devi farlo per me, io me ne andró presto e tu ricomincerai una nuova vita felice. Andrai all'accademia se lo desideri e ti troverai degli amici e magari anche un ragazzo normale, non un fottuto matto. Sarai felice, te lo prometto.
Ti prego, scendi da lí."
Chiude gli occhi e per un attimo ho paura che si stia per buttare, ma li riapre dopo poco.
"Sai, Ethan, io non ho mai voluto quello. Io ho sempre desiderato te, matto o non matto. Avrei dato la vita per te in quel manicomio, ma il problema più grande é che la darei anche adesso, perché nonostante tutto io ti amo ancora, ed é questo che non é giusto. Non é giusto per me, non me lo merito. Merda, Ethan, se potessi udire il mio cuore in questo momento,  saresti in lacrime."
"Anch'io ti amo, May. Non farmi questo." Sussurro sperando che non mi abbia sentito, ma i suoi occhi infrangono la mia speranza.
"Scendi da lí, ti prego." Supplico.

Dio solo sa quanto ti amo, May, e, nonostante tutto il dolore che ti ho causato, tu mi ami ancora.
Quindi forse, in fondo, sei folle quanto me.

Insane || Evan PetersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora