CAPITOLO 13

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Una fastidiosa luce bianca mi sveglia accendendosi all'improvviso e producendo forti rumori metallici.
Quando finalmente riesco ad aprire completamente gli occhi mi rendo conto di essere stesa sul petto nudo di Ethan e, come se non bastasse, non indosso niente se non una sottile coperta bianca.
Lui dorme ancora, indossa solo i boxer; non voglio svegliarlo, ha le labbra leggermente schiuse e sembra dorma come un sasso, cosa che che non gli capita molto spesso. Mi scappa un sorriso.

Raccolgo da terra le mutande, il reggiseno e mi rivesto, dopodiché mi siedo sul letto. Ho bisogno di pensare, è stato un grande passo per me ciò che è successo ieri sera. Non ha fatto male, anzi, è stato bello e molto intenso, non mi ero mai sentita tanto connessa a qualcuno in vita mia.

Controllo l'orario sul telefono: le 10:00. Non voglio svegliare Ethan, ma non ho nemmeno intenzione di vagare per i corridoi di questo posto da sola.
"Ethan" sussurro sistemandogli i ricci ribelli sulla fronte.
"Amore" continuo. É così strano sentirmi pronunciare quella parola, non l'ho mai detta, non ne ho mai sentito il bisogno.
Lui apre lentamente gli occhi, ha le sopracciglia aggrottate ma sorride:
"Buongiorno davvero", alzo gli occhi. "Sono le 10:00, dobbiamo partire" dico, ma lui mi ignora "ti è piaciuto stanotte?"
Sono arrossita, lo sento.
"Si... molto."
"Anche a me" conclude alzandosi e iniziando a vestirsi.

Dopo una lunga serie di scale e monotoni corridoi arriviamo all'ingresso, una suora ci indica la sala comune. Sinceramente non so cos'aspettarmi, non ho mai visto un vero e proprio pazzo.

"Ti prego, sbrighiamoci" dice Ethan una volta arrivati davanti alla sala. "Voglio solo salutare e ringraziare suor Mary."
Non appena entriamo un terribile odore di chiuso ci avvolge, un vecchio giradischi riproduce una vecchia canzone: Dominique. La ascoltava sempre Cass quando ero più piccola, ne era ossessionata.
Scorgo i ciuffi di capelli biondi di suor Mary, sta parlando con una ragazza molto strana, quasi inquietante: ha un piccolo ciuffetto di capelli in testa legato con un nastro rosa, denti sporgenti e piccoli occhi azzurri.

Mi avvicino e picchietto sulla spalla della suora, ma quando si gira mi accorgo che, sfortunatamente, non è chi pensavo che fosse.
É una donna più vecchia, ha gli stessi capelli biondi di suor Mary, ma non ha lo stesso viso dai lineamenti dolci.

"E voi chi siete?!" Sbotta lei.
"Io sono May, lui é Ethan, siamo arrivati qui ieri notte e Suor Mary ci ha accolto." Spiego.
"Dio, cosa devo fare con quella ragazza?".
"Lei chi é?" Chiede Ethan.
"Mi chiamo suor Jude, sono la direttrice di questo posto" afferma.

Le suore della mia ex chiesa erano tutte molto gentili e umili, suor Jude probabilmente non sa nemmeno pronunciare la parola umiltá.

"Allora, quanto resterete ancora?"
"Ce ne stavamo per andare, volevamo ringraziare per l'ospitalitá" rispondo.
"Fate bene, finireste per impazzire in questo posto, come quasi ogni sano di mente che ci sia entrato. Allora, arrivederci." Dice, dopodiché torna a parlare con la ragazza.
Guardo Ethan, ha un'espressione infastidita in volto, lo prendo per mano e gli faccio segno di andare.
Mi giro senza badare a nessuno e vado a sbattere contro qualcuno cadendo a terra.

"Cazzo, ti sei fatta male?" Mi chiede un ragazzo alto e castano porgendomi una mano.
"No, tranqu..."
Non faccio in tempo a finire la frase che Ethan mi alza di peso e mi prende la mano strigendola forte.
"Si" risponde.
"Scusa, non ti avevo vista" continua il ragazzo.
"Non ti preoccupare" dico,
"Sono Kit, comunque, Kit Walker."
"May Foxx." Rispondo velocemente cosi che Ethan non si immischi.

Kit è davvero bello: ha dei folti capelli castani, occhi neri, viso scolpito.
C'é qualcosa in lui che mi ricorda Ethan, gli occhi forse.

"Ethan Peters, il suo ragazzo."
É anche peggio di quel giorno con Cody, i suoi occhi sono spiritati, ha i pugni chiusi e un sopracciglio leggermente alzato.
"Siete nuovi?" Chiede Kit ignorando completamente Ethan.
Mossa sbagliata.
"No, non siamo di qui. Ci siam..." Non riesco a finire la frase che Ethan sbotta:
"Hey ma tu non sei il coglione che si voleva far investire ieri notte?"
"Non so di cosa tu stia parlando." Dice tranquillamente Kit accennando un sorrisetto.
"Cazzo, avrei dovuto investirti quando potevo." Sta esagerando.
"Ethan!" Dico piazzandomi davanti a lui per prevenire altre risse. Mi giro il giusto per vedere Kit e gli mimo con le labbra scusa.
Ethan si deve calmare, che cazzo gli é preso? Voglio solo parlare con una persona che non sia lui, non sto flirtando o roba simile.

Prendo la mano di Ethan e torno girata verso Kit.
"Siamo di Brightown, stiamo... facendo un viaggio, dobbiamo arrivare a Los Angeles" spiego.
"Ho sentito che é una cittá meravigliosa" dice.
Solo ora mi torna in mente che la maggior parte delle persone qui dentro sono state abbandonate a marcire perché credute pazze, anche persone sane e Kit sembra una di quelle. Abbasso lo sguardo pensando che probabilmente non uscirá mai da questo posto.

Improvvisamente gli si avvicina una ragazza: capelli corti color biondo cenere, occhi azzurri. É molto bella.
Lui la abbraccia e dice: "lei é Grace, la mia ragazza". Le lascia un leggero bacio sulle labbra rosate.
La stretta di Ethan si allenta. Finalmente si é accorto che Kit non ci sta provando con me.

"É stato un vero piacere, Kit" dico.
"Anche per me" mi sorride.
"Magari torneremo a trovarvi un giorno."
Lui sorride "arrivederci allora".
"Arrivederci" saluto aprendo la porta e uscendo da quella monotona stanza.

Giunti all'ingresso guardo la alta scala a chiocciola che domina la stanza e le dona un non so che di macabro e malato.
Questo posto ti avvelena lentamente ed inesorabilmente la mente.

"Voglio andarmene" dico a bassa voce.
Ci avviamo velocemente verso la porta d'uscita, ma improvvisamente sento un mano fredda che mi afferra la maglietta e mi scaraventa sul pavimento gelato.
Sbatto la testa e i miei sensi si annebbiano.

"Che cazzo fai, stronzo!" Grida Ethan ad un uomo sulla sessantina con lo sguardo perso e la pelle secca e sporca. Penso sia l'esempio perfetto di come questo luogo faccia marcire le persone; spero che prima o poi Kit riesca ad uscire... o per lo meno a fuggire.

L'uomo mi rivolge uno sguardo cupo poi si avventa contro di me cercando di sferrarmi un calcio nelle costole, ma Ethan lo ferma prima che ci riesca, lo prende per il collo e lo sbatte a terra prendendolo a pugni fino a farlo sanguinare.
Vorrei gridare e dirgli di fermarsi, dirgli che sto bene e di portarmi via, ma non ne ho le forze.
Lo guardo finché non perdo i sensi, l'ultima cosa che vedo sono due camici celesti che strattonano via Ethan con forza, poi tutto buio.

* * *

La testa mi scoppia e un lancinante dolore al collo mi impedisce di muovermi.
Provo cautamente ad aprire gli occhi ma una forte luce mi accieca: mi faccio ombra con i palmi e riesco a distinguere la stanza in cui mi trovo, sembra un laboratorio ed io sono stesa su un lettino metallico.
Che cazzo di posto è questo? Dovrei essere in infermeria a riposare dopo la botta che ho preso... Cosa ci faccio qui?
Dov'é Ethan?

Sono confusa, persa, sola. Non sentivo per niente la mancanza di queste sensazioni.

"Ah! Finalmente è sveglia, signorina."
La voce proviene da un angolo della stanza, un vecchio uomo calvo e ossuto esce dall'ombra.
"Chi é lei? Che posto é questo?" Mi alzo lentamente a sedere sul lettino. Indosso un camice bianco uguale a quelli che mettono i pazienti in ospedale.
"Sono il suo dottore." Risponde l'uomo.
"Cosa mi ha fatto? Perché sono qui?"
"Stia tranquilla, le ho iniettato solo dell'antidolorifico." Continua.
"Chi le ha dato il permesso?"
"Si lamentava nel sonno, mi sono preso la libertà di aiutarla ed ora che è sveglia la riporterò dal suo amato pazzo." Conclude.
"Non si azzardi mai più a chiamarlo così, lui non è..."
"Pazzo? Io penso proprio di si. Il suo Romeo è bipolare... Ma questo lei lo sapeva già, non è così?"
Cazzo.
"Mi porti da lui, per favore."
"Certo." E così dicendo mi afferra il braccio iniziando a guidarmi attraverso lunghi corridoi e scale.
Mi manca il respiro, come avranno ridotto il mio Ethan?




Insane || Evan PetersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora