CAPITOLO 15

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May

Il piano é semplice: trovare la porta di uscita nascosta prima che qualcuno trovi noi.
Le regole sono due: non lasciare indietro nessuno e non farsi beccare.

Da quando siamo tornati in stanza il tempo sembra essersi fermato, dobbiamo aspettare il segnale di Kit per partire, lui conosce meglio di noi questo posto e sa dove si trova la porta che ci condurrá fuori da questo inferno.

"Non verrá." Dice Ethan.
"Verrá." Ne sono sicura.
"Non lo conosciamo nemmeno, sicuramente se ne sará andato con la sua mogliettina e la stronza scorbutica."
Posa la sua testa sulle mie gambe coricandosi:
"Non voglio morire qui, May." Ha la voce rotta.
Da quando lo conosco non l'ho mai visto piú insicuro e spaventato come in questi giorni.
"Hey" gli poggio una mano sulla guancia e continuo "non morirai qui. E se anche fosse io saró al tuo fianco, ma non ti preoccupare, arriveranno. Usciremo." Lo spero con tutta me stessa, spero di non essermi sbagliata sul conto di Kit...

Ma ad ogni ora che passa la mia speranza si fa piú vaga; cerco di tenere sveglio Ethan cantando qualche vecchia canzone, non sono intonatissima ma me la cavo.

Sono per lo più canzoni dei Beatles, Bob Dylan, Queen e Nirvana. La mia cultura musicale proviene dai miei genitori, sono cresciuta sulle dolci note di Blowing in the wind, di Bob Dylan, e su quelle piú taglienti di Come as you are, dei Nirvana.

Penso che il mio canto abbia smorzato l'ansia di Ethan, infatti non trema piú e ha gli occhi socchiusi.
Mi allungo verso di lui per prendergli la mano, ma la porta si apre improvvisamente provocando un rumore metallico.

"Scusate il ritardo, muoviamoci." Kit, sapevo che non ci avrebbe lasciati soli.
Mi alzo velocemente da terra e aiuto Ethan a fare lo stesso.
Dietro Kit ci sono Grace e Lana.
Usciamo dalla cella umida, prendo la mano ad Ethan e iniziamo ad aggirarci lungo corridoi e porte sempre identiche le une alle altre. Mi sembra di stare girando a vuoto.

"Sei sicuro di stare andando nella direzione giusta?" Chiedo a Kit.
"Penso di si, dovremmo esserci."

Un rumore rompe il silenzio, dei passi pesanti che camminano proprio nella nostra direzione.
"Merda, nascondetevi." Sussurra bruscamente Lana.
Sento qualcuno prendermi la mano e strattonarmi nella direzione opposta a Ethan, entro in una cella e la porta si chiude. Cado a terra.

"Stai bene?" Sussurra Kit.
"Si, ma siamo chiusi dentro ora." Rispondo incerta.
"Tranquilla, le celle normali si possono aprire anche dall'interno."
"La mia non la é?" Chiedo.
"No, voi siete in isolamento. É un vero inferno."
"Credi che gli altri siano stati presi?" Questa domanda mi risuona in testa, spero non sia successo niente a nessuno.
"Sono quasi sicuro che Ethan sia con Grace e Lana, penso si siano nascosti nella cella di fronte alla nostra." Risponde.

Aspettiamo in silenzio che i passi si allontanino. C'é una finestra, la luce lunare risplende sul viso di Kit.
Non avevo mai notato quanto fosse bello: una piccola cicatrice gli urta il labbro superiore dandogli un'aria pericolosa completata dai suoi begli occhi scuri che mi ricordano tanto quelli di Ethan.

Accenna un sorriso e sussurra "e pensare che la prima cosa che ho pensato quando ti ho vista é stata cazzo, quanto sono geloso della sua libertá. Ma penso che tutti l'abbiano pensato."
E poi sono finita nel suo stesso incubo.
"E la seconda?" Chiedo con una goccia d'ironia nella voce.
Kit abbassa lo sguardo mantenendo peró il sorrisetto di prima.

"Beh, poi ho pensato fossi un angelo o qualcosa di simile."
"

Esagerato." Rispondo.
"Ho degli ottimi motivi per averlo pensato: sei gentile, hai un sorriso pazzesco e cazzo, sei bellissima."
Arrossisco grattandomi il capo.

Cazzo, ma che sto facendo? Dovrei cercare Ethan invece di giocare a una specie di sette secondi in paradiso con Kit.

"Sono convinta che tu sia un ragazzo perfetto, gentile, bello e intelligente ... ma sei fidanzato e vale lo stesso per me, in piú siamo nel bel mezzo di una fuga, perció direi di sbrigarci." Spero di non essere stata stronza, mi ha detto delle cose molto belle.
"Lo so bene... ma volevo farti sapere che non ti dimenticheró facilmente."
Gli rivolgo un sorriso sincero e mi alzo in piedi porgendogli la mano.

Apriamo lentamente la porta della cella e usciamo, in quello stesso momento la porta di fronte si apre rivelando i volti di Grace, Lana ed Ethan. Quest'ultimo si affretta a darmi un caloroso bacio e mi sussurra "pensavo di morire chiuso lí dentro con quelle due."
Mi scappa da ridere.

Attraversiamo un lungo tunnel di pietra umida arrivando cosí davanti a una porta di metallo, Lana gira velocemente il chiavistello e questa si apre.

Siamo fuori.

É appena affondo i piedi nella fanghiglia creatasi per la pioggia incessante di questo posto, che mi rendo conto di cosa realmente sia la libertá.
Il profumo del bosco é inebriante e mi solletica il collo nudo.

Nonostante l'immensa gioia che proviamo dobbiamo continuare a scappare.
"Se riuscissimo a raggiungere la strada davanti al manicomio potremmo prendere la nostra macchina." Dico.
"É pericoloso." Risponde Kit.
"Ma possiamo provare." Finisce Lana.
"Hai le chiavi?" Chiedo a Ethan e lui annuisce.

Ci avviamo silenziosamente verso la fronte dell'immane edificio. C'é molto freddo e sono sporca di fango fino alle ginocchia. Non vedo l'ora che questo incubo finisca.

Siamo davvero vicini alla macchina, decidiamo di andare uno per volta, Ethan va per primo ed é seguito da Grace, Lana e Kit.
La macchina é al margine del piazzale e gli altri mi stanno aspettando per accendere il motore.

Sbatto le palpebre piú volte, la stanchezza mi pervade, non dormo da un'infinitá di ore.
Posso farcela: trattengo il respiro e inizio a correre.

Non corro veloce, cerco piú che altro di non far rumore... fino a quando non sento una voce stridula dietro di me:
"Dove pensate di andare! Voi siete pazienti di questo ospedale!" Suor Jude. La sento correre dietro di me.

Il mio cuore esplode, le mie gambe accelerano.
"Metti in moto!" Urlo ad Ethan.

Manca qualche metro alla macchina, so di potercela fare, Jude non é veloce.
Ma no, come non detto.

Il rumore metallico di uno sparo e poi un dolore lancinante alla spalla.
Ma non mi ha ancora presa.
I miei compagni gridano il mio nome, non posso deluderli, non posso deludermi.
Voglio farcela.

Accelero nuovamente la corsa ed entro nella macchina con un salto.
Sento la mia inseguitrice gridare, ma Ethan parte a tutto gas e io guardo per l'ultima volta quel posto che affonda le speranze dell'essere umano.
Svanisce tutto dietro di noi.

Sento un urlo, é Grace: ha le mani davanti alla bocca e guarda la mia ferita.
Non sento piú tanto dolore.

"La sai guidare?" Chiede Ethan a Kit, quest'ultimo annuisce e si scambiano di posto.
Vedo la sua bella chioma bionda posizionarsi sul sedile affianco al mio, mi fa stendere e posare la testa sulle sue gambe.
"Starai bene, non é niente." Ha gli occhi lucidi.
"Dobbiamo fermare il sangue." Continua strappando un pezzo della sua maglia e legandomelo attorno alla spalla.

Mi addormento guardando i begli occhi scuri del mio ragazzo non sapendo quando e se mi risveglieró.

Insane || Evan PetersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora