CAPITOLO 26

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Ethan

Rimango solo, insopportabilmente ed inesorabilmente solo. Le lacrime ricoprono interamente il mio viso, le gambe tremano e il respiro é incontrollato.
Ero sicuro che non fosse pronta per tutto questo, l'ho distrutta come una bambola di porcellana che si frantuma cadendo.
La collera che nutro in questo momento é indescrivibile: ogni molecola del mio corpo si lascia trascinare ed esplodo. Mi alzo di scatto e, intenzionato a spaccare la testa a quello stronzo di March, mi fiondo nuovamente in camera, ma é vuota.

Sento la testa che mi scoppia, mi accascio a terra e urlo, urlo con tutta la forza che ho in corpo.
Ho tagliato le ali al mio angelo.
Non riesco a respirare, si soffoca in questo mausoleo, devo prendere una boccata d'aria fresca.

Una volta arrivato sul tetto dell'hotel, rimango spiazzato nel vedere la miriade di stelle che ornano il silenzioso e triste cielo notturno. Un vento leggero e solitario mi accarezza la pelle sfregiata dalle lacrime.
Non doveva andare cosí, é tutto sbagliato, noi saremmo dovuti essere felici qui, lontani da ogni cosa.
Siamo destinati a stare insieme, May, ma questo ci ha portati e ci porterá sempre all'autodistruzione.
Quindi ti lascio libera.
Non verró a cercarti, proveró a non pensarti piú anche se va contro la mia natura, e dimenticheremo tutto.
Sarai cosí distrutta e frastornata in questo momento e spero che le tue brutte abitudini non tornino a bussare alla tua porta.

Mi siedo sul bordo del grattacielo. Sarebbe cosí facile smettere di soffrire, basterebbe solamente una spinta, ma no, non lo faró, in fondo a cosa potrebbe servire? Il suicidio é una cazzata da egoisti.
La veritá é che voglio continuare a vivere per lei, vorrei non fosse cosí, magari quando e se mi dimenticheró di lei lo faró, ma ora come ora non sono pronto.
Non adesso.

May

Egoista, apatico, stronzo, assassino, pazzo, criminale. Queste sono le parole che gli si addicono, ne piú ne meno.
Ha ucciso una persona, una donna, sua madre! Non ci posso credere, non riesco ancora a realizzare tutto questo.

L'unica cosa a cui sono riuscita a trovare una risposta é il sogno che mi gira in testa ogni notte da quando mi sono trasferita a Brightown.
Si, mi sento come se Ethan mi avesse ficcato un coltello in mezzo al petto. Mi ha nascosto questo suo schifoso segreto per poi aspettare il momento giusto e strapparmi il cuore dal petto.

Assassino. Questa parola mi rimbomba nella testa da quando l'ho lasciato solo in corridoio.

Butto giú il liquore tutto d'un fiato, ormai non bado piú al suo terribile sapore che mi inonda il palato.
Sono seduta al bancone del bar nella hall, Liz mi riempie l'ennesimo bicchiere di scotch. Stasera voglio andarci giú pesante, voglio dimenticare tutto, voglio scordarmi si lui e delle cazzate che ha fatto.

"Sei messa peggio di ieri, tesoro. Vuoi che ti aiuti a raggiungere la tua stanza?" Si offre la donna al di lá del bancone.
"No, voglio restare ancora un po' qui."
La veritá é che sono terrorizzata, mi tremano le gambe solo al pensiero di rivederlo, di scorgere di nuovo tutto quel dolore sgorgante dalle pupille di quell'omicida.

Pazzo.

Improvvisamente una voce maschile mi ripesca dal mare di pensieri che mi ostruiscono la mente.
"Signorina Foxx." É Drew lo strizzacervelli.
"Drew! Che piacere rivederti." Cado quasi dallo sgabello girandomi.
Deve essersi accorto che io sono esattamente in gran forma perché subito dopo si gira verso la barista chiedendole un bicchiere d'acqua.

"Vieni, sediamoci sul divano." Dice gentilmente scortandomi sul sofá rosso.
Il contatto con la freschezza dell'acqua mi risveglia lentamente.

"Perché piangi?" Mi chiede.
Cazzo, ero cosí sconcertata da non essermi nemmeno accorta di stare ancora piangendo.
Asciugo velocemente le lacrime con la manica della felpa e riprendo a guardarlo.
"Non ne ho idea." Rispondo scoppiando in una risata isterica.
Drew mi guarda con amarezza.
"É che sono cosí fottutamente stanca di tutto. Non c'é neanche una dannata cosa che va per il verso giusto nella mia cazzo di vita." Continuo vedendolo ammutolito.
"Non ci sono problemi che non possano essere risolti."

Quindi sono queste le cazzate che sparano gli psicologi? Pensavo che servissero ad aiutare le persone, ma evidentemente mi sbagliavo.

"Non questo." Mormoro.
Le lacrime ricominciano a scendere e stavolta riesco a sentirle. É come se mi stessero lacerando la pelle entrando sempre piú in profonditá.
Gli occhi del mio interlocutore sono fissi su di me, non c'é timore in essi, solo compassione. Che schifo.
"Cazzo, sono cosí arrabbiata che mi é venuto sonno, quindi é meglio che vada a dormire. Buonanotte." Dico iniziando a barcollare diretta alla mia camera.
Sono sicura che Ethan non abbia il coraggio di farsi rivedere, almeno non stasera.

I corridoi di questo orribile hotel mi sembrano piú angusti di prima e le pareti continuano a girare, a restringersi per poi farsi piú ampie e luminose.

Finalmente arrivo davanti alla porta della mia stanza.

Non ce la faccio.

Mi appoggio al muro lasciandomi scivolare fino a toccare il pavimento coperto dalla moquette sudicia.
Come ho potuto essere cosí ingenua e stupida? I segnali che lui avesse potuto fare una cosa del genere mi sono passati davanti come un treno in corsa, ma io ero troppo acciecata dai sentimenti per accorgermene.

I sentimenti.
Probabilmente la cosa piú inutile che possa esserci. Vorrei solo poter spegnere l'interruttore di tutto e lasciarmi andare.

Immagino cosa stia facendo ora quel maniaco, forse sta ancora piangendo per conto suo o magari ha spaccato la faccia a March e si é buttato dal tetto.
Dio, la veritá é che ancora mi importa di lui, anche se mi ha mentito spudoratamente.

Mi alzo velocemente da terra e asciugo le lacrime, per poi dirigermi di nuovo alla hall.

Mi siedo sul mio solito sgabello rosso e guardo Liz camminare svogliatamente verso di me.
"Tesoro, abbiamo quasi finito il liquore per colpa tua. Per stasera basta." Mi sorride.
"Non sono qui per bere." Mi guardo le mani e sento una stretta allo stomaco quando scorgo il mio polso tagliato.
Nascondo subito le mani sotto al bancone.

La barista mi assesta un altro sguardo preoccupato e se ne va.

Controllo l'orologio di fronte a me: solo le 3:30 di mattina. Merda, é tardissimo e io ho un sonno incredibile, il perdere cosí tanto sangue mi ha tolto ogni forza.

Rimango a pensare alla mia situazione del cazzo fin quando non avverto qualcuno seduto affianco a me.
Chi é lo squilibrato che va in giro a quest'ora del mattino?
Mi giro di sottecchi e rimango pietrificata appena riconosco quel viso sfregiato.

"May?" Sussurra girandosi a sua volta.
"Kit."

Insane || Evan PetersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora